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Due goal, due storie, un’unica anima!

Scritto da Redazione

Modena-Catanzaro: le Aquile soffrono, resistono e colpiscono

A Modena il tepore di dicembre aveva un sapore strano, come se sapesse già che qualcosa stava per accadere.

Il Catanzaro è arrivato lì in punta di cuore, con la leggerezza di chi non ha paura e la fermezza di chi conosce la propria strada. Partita dura, sofferta, piena di pieghe, di respiri trattenuti, di minuti che sembravano non finire mai.

Ma certe vittorie nascono proprio così: dentro la fatica, dentro il coraggio.

Davanti a 1.300 anime giallorosse, venute da lontano a illuminare un pomeriggio emiliano, il Catanzaro ha ribaltato i più quotati avversari. Non con la presunzione dei forti, ma con il coraggio dei vivi.

E lo ha fatto con due gol che somigliano a due racconti, due capitoli di una stessa poesia.

Antonini: il ragazzo che salta e si porta dietro il cielo

Il pallone arriva alto, morbido, disegnato quasi con cura. E lui, Antonini, cresce nell’aria come una promessa mantenuta. Figlio di radici lontane e di una città che se lo sta prendendo pezzo dopo pezzo, si stacca da terra con una grazia che non è dei difensori, ma degli avventurieri.

La fronte incontra il pallone, e il tempo si piega. La palla supera la riga bianca, come un sospiro liberato. Il settore ospiti esplode in un abbraccio che non ha confini. È un gol che profuma di viaggio, di storie mescolate, di destini che trovano casa.

Pittarello: il gigante che trasforma il peso in luce

Poi c’è lui, Filippo Pittarello, uno che le montagne le sposta davvero, anche quando sembrano più grandi dei suoi passi.

Prima si prende il rigore con la determinazione di chi non accetta che la vita gli passi accanto. Dopo sistema il pallone, e in quell’istante è solo.

Il rumore del mondo si spegne. Resta il suo respiro, resta la porta, resta il cammino che parte da un passato complicato a un presente che chiede coraggio.

Il tiro parte potente, la rete vibra. E con lei vibra tutto il Popolo giallorosso.

È un gol che redime, che ricuce, che restituisce. Un gol che dice: sono qui, e questa storia la voglio vivere fino in fondo.

La sofferenza finale: un canto che non si spezza

Gli ultimi minuti sono una tempesta. Il Modena attacca, il Catanzaro stringe i denti, si piega ma non si spezza. Ogni pallone respinto è un battito in più, ogni respiro un patto di sangue tra squadra e tifosi.

E quei 1.300 lassù continuano a cantare, come se la voce potesse sorreggere le gambe dei giocatori. Forse succede davvero.

Quando arriva il fischio finale, non è solo una vittoria. È un abbraccio tra generazioni, tra giocatori e uomini e donne che tifano, tra i sogni che sembrano lontani e quelli che tornano a farsi vicini.

A Modena il Catanzaro e i suoi tifosi non hanno solo preso tre punti. Hanno scritto una pagina che profuma di poesia, di fatica, di orgoglio. Una pagina che dice al campionato: il Catanzaro è qui, e il suo cuore non conosce paura.

Dedicato a tutti quelli che c’erano e a coloro che hanno gioito da lassù! 

Harp

Foto uscatanzaro.net

 

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