Ci sono partite che valgono tre punti. E poi ci sono giornate che rimangono impresse per una vita intera.
Catanzaro–Cesena finisce 2-0. È la quinta vittoria consecutiva in Serie B, un traguardo mai raggiunto prima nella storia giallorossa. Trentuno punti in classifica, miglior bottino degli ultimi tre anni. Numeri importanti, storici. Ma oggi i numeri sono solo il contorno, perché il calcio è stato soprattutto memoria, appartenenza, gratitudine. Il “Nicola Ceravolo”, per novanta minuti, è diventato un luogo che va oltre lo sport. Un luogo sacro.
12.406 tifosi sugli spalti, record stagionale. Un colpo d’occhio che emoziona e resta addosso: la Curva Massimo Capraro vestita dei colori più belli del mondo, un mosaico giallorosso che respira all’unisono. E poi quello striscione, semplice e potentissimo, che attraversa lo stadio come una carezza e come un giuramento: “Sosteniamo i colori più belli al mondo, ricordando in eterno il tuo nome.”
Quel nome è Massimo Capraro. Un uomo, una storia, una voce che continua a cantare attraverso migliaia di altre voci. Oggi la Curva non ha solo spinto il Catanzaro: ha onorato il suo frutto più bello, ricordando a tutti che ci sono legami destinati a non spezzarsi mai, nemmeno quando la vita decide di essere ingiusta.
Oggi era Natale, dopo il Natale. Era ritorno. Era memoria viva. Tantissimi tifosi emigrati sono tornati in Calabria per le feste e hanno scelto, come ulteriore gesto, di tornare qui: al Ceravolo, in Curva, a casa. Dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto, da Roma, da Bologna. Dall’Europa e da oltre oceano. Chilometri su chilometri per esserci, per dire “presente”, per ricordare insieme.
In campo il Catanzaro ha fatto il Catanzaro: solido, maturo, affamato. Due gol, una vittoria netta e meritata. Ma mentre la squadra vinceva, sugli spalti succedeva qualcosa di ancora più grande: un Popolo si riconosceva. Nei cori incessanti, negli sguardi lucidi, negli abbracci stretti senza bisogno di parole.
C’erano bambini alla prima volta allo stadio e uomini che quella curva l’hanno vissuta partita dopo partita. C’erano famiglie, amici ritrovati, storie che tornano sempre nello stesso posto. C’era il Catanzaro nella sua forma più autentica.
Questa non è solo una squadra che entra nella storia della Serie B con cinque vittorie consecutive. È una comunità che non dimentica. È una curva che porta il nome di Massimo Capraro e lo rende eterno, domenica dopo domenica.
Oggi il Catanzaro ha vinto, ma soprattutto ha ricordato.
Harp

