Dopo 42 anni quindi, Napoli e Catanzaro si incontrano, se pur in amichevole. La possibilità di affrontare i Campioni d’Italia in carica è senza dubbio dovuto al prestigio ed ai risultati eccellenti che il club guidato da Floriano Noto è riuscito ad ottenere negli ultimi due anni di permanenza in serie B e che ha permesso di diventare un test impegnativo addirittura per i “primi della classe” della massima serie.
Inoltre l’incontro si è reso logisticamente interessante anche grazie alla vicinanza dei rispettivi ritiri in Trentino, il Catanzaro, come sappiamo a Pinzolo con base a Spiazzo, il Napoli a Dimaro, distante una trentina di chilometri, dove avrà luogo la partita.
L’ultimo incontro tra i due club, il 30 gennaio 1983, si disputò nell’attuale Nicola Ceravolo – al tempo Comunale di Catanzaro – e la partita finì 2-1 per i partenopei: prima in gol il Catanzaro con Edi Bivi, al quale replicò Claudio Pellegrini con una doppietta.
Il Napoli
Fresco Campione d’Italia, l’obiettivo del club di Aurelio De Laurentis è quello di riconfermarsi. Impresa che è risultata essere complicata per tutti dopo l’egemonia della Juventus che proprio con Conte aprì un ciclo vincente durato nove anni. Da allora nessun club è riuscito a vincere due tornei di seguito. La società partenopea è seriamente intenzionata a raggiungere tale proposito e lo sta dimostrando con un mercato, al momento, sontuoso.
Subito tricche tacche napoletani con l’annuncio della definizione del contratto biennale con opzione per il terzo con Kevin De Bruyne. Il fuoriclasse belga si è svincolato, dopo avere indossato nelle ultime dieci stagioni la maglia del Manchester City, dal club con cui ha vinto tutto, tra cui una Champions League e 6 Premier League. Con i Citizens vanta un impressionante score personale di 108 gol e 177 assist in 422 presenze in gare ufficiali.
Quindi dopo la felice esperienza di un altro belga, Dries Mertens, in terra campana ora tocca al suo compagno di nazionale ergersi a beniamino assoluto del caloroso popolo partenopeo, e già la scelta della gloriosa maglia numero 10 mette in chiaro le sue intenzioni. Il campione fiammingo sarà compagno di squadra dell’altro grande belga: Big Rom, alias Romelu Lukaku.
Oltre a questo eclatante colpo, che è destinato a rimanere uno dei più clamorosi dell’intero mercato estivo, il Napoli si è assicurato le prestazioni di altri eccellenti elementi: Lang, Lucca, Marianucci, rinforzano tutti i reparti di un collettivo già collaudato e vincente.
La “cazzimma” di Antonio Conte
Forse però il migliore acquisto è stata la quasi inaspettata riconferma del tecnico leccese alla guida della squadra partenopea.
L’allenatore salentino è dotato di forte carisma e personalità, la sua metodologia di lavoro si basa nell’infondere nei suoi giocatori un senso di competitività portato quasi all’esasperazione, tale da raggiungere livelli ossessivi. Proprio questa sua indole (che gli è valsa il soprannome di Martello) si è rivelata un’arma a doppio taglio nel corso della carriera in panchina: da una parte gli ha permesso di ottenere risultati immediati, spesso non pronosticabili; dall’altra, questa condotta così totalizzante l’ha portato a logorare bruscamente i rapporti con l’ambiente di turno.
È per questo motivo, e per l’altrettanto forte e contrapposta personalità del Presidente del Napoli, che la riconferma ha rappresentato una sorpresa per tutto l’ambiente.
I successi di Antonio Conte parlano da soli, da giocatore prima e da tecnico poi: con il Napoli, al suo primo anno, ha ottenuto il suo quinto scudetto personale, divenendo così il primo allenatore nella storia della Serie A ad avere vinto il campionato con tre squadre differenti, a cui aggiungere la vittoria della Premier League con il Chelsea, anche qui al suo esordio in panchina.
Le soluzioni tattiche
Il modulo preferito, nella seconda parte della sua carriera, è stato il 3-5-2 che ha finito per diventare il suo marchio di fabbrica, tanto emulato da molte squadre dei campionati professionistici italiani. Ma nello scorso torneo, la maggior parte delle gare sono state giocate col 4-3-3 o comunque con la difesa a quattro. Per Conte questa stagione potrebbe, alla luce degli acquisti fatti, continuare su questa falsariga.
Nel primo test non esaltante, contro un Arezzo coriaceo e determinato che si è imposto per 2-0 sui partenopei, si è visto un Napoli schierato con un 4-3-3 che nel corso dell’incontro è diventato un 4-3-2-1: vedremo se il tecnico leccese continuerà a lavorare con questi assetti o ritornerà alle origini.
Per ora godiamoci la possibilità di questo tuffo nei ricordi con un occhio al presente, ma dando il giusto peso a ciò che una partita di calcio di inizio preparazione possa raccontare.

