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Il nostro VAR su Sassuolo-Catanzaro di Coppa Italia

Scritto da Danilo Petrolino

Il “rigore fantasma”: il mediocre Turrini non vede nulla, con Paterna e Prontera “muti” dal VAR

Partiamo dalla fine: la nostra immagine di copertina è dedicata a un episodio che avrebbe potuto modificare, proprio all’ultimo tuffo, l’esito della gara. Manca un minuto e mezzo alla fine del recupero: Pontisso batte un calcio d’angolo dalla sinistra di Turati. Il cross è diretto verso il limite interno dell’area e Antonini, in torsione, colpisce di testa per indirizzare il pallone verso il centro, dove ci sono tre compagni. La sfera sbatte sulla coscia di Walukiewicz e sembra poi toccare, abbastanza nettamente, il suo braccio sinistro, tenuto largo.

Il direttore di gara ha la visuale libera ed è a pochi metri dal fatto, ma decide di non intervenire, nonostante le proteste dei giocatori del Catanzaro. Tutti pensano a un possibile richiamo dal VAR, ma da Paterna e Prontera non c’è nessuna azione evidente. La cosa interessante è che la regia della produzione televisiva (alquanto mediocre) non sente l’esigenza di proporre un replay. Un’ora dopo, a Lecce, sarà assegnato un rigore per un episodio analogo: cross che rimpalla su una gamba e finisce su un braccio largo.

La strana direzione di gara

La partita di Turrini non era iniziata bene: al 4° minuto, su un disimpegno difensivo del Catanzaro, nella zona destra appena fuori dall’area, Brighenti riceve il pallone da Liberali e, mentre lo smista verso Frosinini, è attaccato da Koné e Fadera, con quest’ultimo che lo falcia con un fallaccio senza senso, che meriterebbe un bel giallo. L’arbitro, non vicino ma in buona posizione, non fischia nemmeno la punizione e fa intervenire i sanitari giallorossi dopo che la palla è spedita in fallo laterale da Pigliacelli.

Da qui prende il via la direzione “particolare” del fischietto fiorentino, all’esordio in CAN A-B: alla fine della gara sarà un arbitraggio che non è possibile definire “all’inglese”, visto che Turrini fermerà spesso il gioco, ma in cui risalta il numero 0 nella casella dei cartellini (che invece ci sarebbero stati, da entrambe le parti, ma soprattutto per i neroverdi).

Non passano nemmeno tre minuti dal primo episodio e, quasi esattamente dal lato opposto dell’area giallorossa, Rispoli è toccato duro da dietro da parte di Koné: l’arbitro fischia, ma non estrae nulla. Altri quattro minuti e le parti s’invertono: Pigliacelli serve Petriccione vicino all’area di rigore, con il goriziano che, girandosi, perde il contatto con la palla. Ghion lo anticipa e il regista giallorosso, in ritardo, lo atterra con una scivolata quasi a tenaglia, con Turrini che lo grazia.

Fallacci in fotocopia di Fadera e Koné

Al 19° altro fallaccio, ancora più pericoloso del primo, di Fadera su Brighenti: rinvio di Turati, con Doig che all’altezza dell’intersezione tra linea centrale e laterale prolunga di testa. Il difensore veneto è in netto anticipo e, mentre colpisce a mezz’altezza la sfera di destro, subisce l’intervento a gamba tesa del gambiano. L’episodio sarebbe quasi da rosso, con Turrini che dice al trequartista che quello era il suo secondo fallo grave, ma non sventolandogli in faccia un meritato giallo.

Al 37° quasi la stessa scena di prima: nel cerchio di centrocampo, Antonini rinvia di destro a mezz’altezza una palla prolungata di testa da Fadera, con Koné che lo colpisce a gamba tesa sul piede di calcio. Niente da fare: l’arbitro non ammonisce il canadese, pur essendo arrivati al quarto fallo grave dei neroverdi (e non stiamo pensando al bonus falli di basket e calcio a 5 …).

Il primo tempo termina con una mancata ammonizione a Liberali, che ferma una ripartenza del Sassuolo, tirando da dietro con due mani la maglia di Fadera. Nella ripresa nessun episodio arbitrale controverso, fino al “rigore fantasma”, non solo non assegnato, ma nemmeno rivisto e valutato.

Autore

Danilo Petrolino

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