Catanzaro News In primo piano Io dico seguitando

Il valore dell’appartenenza (che finisce in un album di figurine)

Scritto da Redazione

Storia di un amore smarcato

Ci sono concetti che nel calcio romantico — quello che ci portiamo nel cuore, non quello dei contratti e delle procure — sembrano scolpiti nella pietra: appartenenza, attaccamento, bandiera. Parole gonfie di storia, di sudore, di cori, di trasferte. Parole che raccontano cosa significa indossare la Maglia, che non è solo un tessuto tecnico, ma un secondo strato di pelle. Perché la Maglia non si toglie, si vive.

Poi arriva il calciomercato, con il suo fruscio di banconote e i contratti pluriennali, e scopri che quella pietra era in realtà cartone pressato. Stefano Scognamillo — che a Catanzaro aveva messo radici più salde di certi ulivi calabresi — ha sorpreso tutti: ha deciso di salutare la Serie B, una città che lo ha adottato come un figlio, e di infilarsi nella Serie C con la maglia del Benevento. Il tutto, presumibilmente, per un’offerta di quelle che “non si possono rifiutare”.

Ironia della sorte, l’uomo che avrebbe incarnato la parola “bandiera” per la prossima stagione, ha preferito prepararsi a trasferte come Cerignola o Altamura, piuttosto che continuare a misurarsi in palcoscenici come Monza, Empoli o Venezia. Con tutto il rispetto, s’intende: perché ogni trasferta ha la sua dignità — ma un conto è raccontare a tuo figlio che sei stato a marcare Dany Mota o Pohjanpalo, un altro è dirgli che hai strappato un pareggio sudatissimo al Tonino d’Angelo.

E allora cos’è una bandiera? Forse oggi è solo la bandierina del calcio d’angolo, che resta sempre lì, piantata, qualunque cosa accada. I calciatori, invece, non sono più bandiere: sono figurine. Belle, colorate, con i capelli pettinati e la posa da guerriero. Ma le figurine si scambiano, si doppiano, si perdono, si attaccano sul libro e via.

Non è un atto d’accusa, sia chiaro: Scognamillo ha dato tutto per questi colori, ha pianto, lottato e sudato. Ha difeso la nostra maglia come pochi. Però alla fine è sempre il richiamo di qualcos’altro — non quello della curva — a fare la differenza. E allora va bene così. Il calcio è cambiato, lo sappiamo. Le “bandiere” restano soprattutto nei nostri sogni, nei nostri racconti sotto l’ombrellone o davanti a una birra con gli amici. Lì possiamo ancora credere che l’appartenenza valga più di un assegno.

Alla fine, la morale è sempre la stessa: nel calcio di oggi, l’appartenenza dura quanto un contratto (e neppure sempre). Il cuore batte forte finché ci sono motivazioni e progetti, poi può tranquillamente cambiare direzione.

Così Scognamillo ha fatto la sua scelta, legittima, e noi — romantici irriducibili — restiamo qui a chiederci ancora cosa significhi davvero indossare una maglia, sentire propria una città, farsi carico del peso di una tifoseria intera.

Forse oggi non significa più niente. O forse significa solo portarsi via un bel ricordo da raccontare alla prossima conferenza stampa, con tanto di sciarpa di un altro colore annodata al collo.

In fondo, per noi resterà sempre “uno di noi”. Fino alla prossima figurina. Poi l’album si chiude, la pagina si gira, e si ricomincia a cercare un nuovo eroe da mettere sull’altare — pronto, chissà quando, a scendere e partire (con tutto il rispetto) per Altamura.

Harp

Foto US Catanzaro 1929

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

5 Commenti

  • Penso che Scogna sentisse il peso degli anni e la serie B non riusciva a reggerla perche’ troppo dispendiosa in termini di energie e di avversari tosti. E allora perchè dire no a un buon contratto e ad un campionato con meno fatica, tanto qui aveva dato tutto .
    Ciao Scogna e salutaci Tano .

    • A 30 anni come faceva a non reggere più la serie B, anche quest’anno è stato uno dei migliori difensori del campionato.
      Ha scelto giustamente in base alla propria conversazione.
      L’articolo spiega molto bene come funziona il calcio che è cambiato da un bel po’ di anni, è solo che a Catanzaro ancora parecchi non lo hanno capito, speriamo che la vicenda del Grande Scogna apra la mente a noi tifosi

  • Ienmello è una vera bandiera lui ha rinunciato ad un po’ di soldi per il Catanzaro, scogliamiglio poteva fare la stessa cosa, sicuramente la società gli avrebbe adeguato il contratto che magari non sarebbe arrivato all’offerta del Benevento ma a qualcosa devi rinunciare e poi la serie C è complicata non è assolutamente scontato che il Benevento venga in B

  • Lo posso giustificare solamente se ha subodorato un’annata da retrocessione ed effettivamente anch’io non sono molto fiducioso, visto il mercato e le troppe ricche avversarie, ma spero di sbagliare❤️

    • Purtroppo, avrà fiutato anche lui le difficoltà che il Catanzaro dovrà affrontare per mantenere la categoria, ed ha visto giusto cambiare aria. Anch’io la vedo nera la situazione, è questo è un brutto segnale. Spero di sbagliarmi.

Scrivi un commento