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Joe Kamara e il Catanzaro: una storia in evoluzione

Scritto da Francesco Ceniti

In esclusiva per UsCatanzaro.net l’ex Giallorosso si racconta tra passato, presente e futuro

Ruoli diversi, aspettative diverse, ma un solo filo (giallo)rosso: l’amore verso la squadra che gli ha permesso di realizzare il suo sogno.

Joe è stato nei giorni scorsi in città, una vacanza-lavoro proprio per dare sostanza al suo desiderio di lasciare ancora una volta il segno: Sayha Seha, ventenne di grande prospettiva arrivato in giallorosso dopo l’esperienza francese con il Marsiglia, è il primo importante segnale di questa nuova avventura.

Kamara da diversi anni collabora con Epic Sports di Alì Barat (premiato come miglior agente del 2023): diversi grandi talenti internazionali sono dei loro assistiti, ma vanno a caccia di nuovi talenti. Seha è uno di questi, scovato da Kamara e pagato dal Marsiglia un milione di euro. A Catanzaro è arrivato a costo zero e ha firmato un quadriennale con un’operazione fortemente voluta da Joe e dalla società. Ma adesso, blindato il ragazzo, arriva la seconda parte dell’affare.

Proprio perché di mezzo c’è una questione di sentimenti, Kamara ha incontrato ancora una volta il presidente Floriano Noto, poi ha parlato con il capitano Pietro Iemmello, l’allenatore Alberto Aquilani e il suo preparatore atletico Antonio Raione. E non finisce qui, come ci ha spiegato lo stesso Joe in una intervista in esclusiva rilasciata a UsCatanzaro.net.

Kamara, ci parli di Seha…
Ha tutto per diventare un grande giocatore: qualità tecniche, fisiche e testa, doti fondamentali per arrivare in alto. Ci voleva la società giusta per farlo crescere. E il Catanzaro è una realtà del calcio italiano, con una proprietà forte e un allenatore importante. Tutto combaciava. E poi…”.
Continui…
E poi c’era una mia promessa da mantenere: con Epic Sports andiamo alla ricerca di ragazzi africani che hanno le potenzialità giuste per diventare calciatori di prima fascia, non puntiamo alla quantità, ma alla qualità. Selezioniamo i migliori e li seguiamo in ogni loro passo, perché i dettagli fanno la differenza. Avevo giurato al presidente Noto che avrei portato uno dei nostri al Catanzaro, ma in B per gli extracomunitari non c’è spazio. A gennaio si è creata questa opportunità con Seha: credo molto in lui e non voglio fare una brutta figura proprio con la città che mi ha dato tanto…”.

Che spazio può ritagliarsi Seha nel nuovo Catanzaro.
Uno importante, ma deve lavorare e avere pazienza. La B è una categoria difficile e complicata, in Francia è più semplice. Ma questo è un ragazzo con caratteristiche esplosive: esterno d’attacco con facilità nel dribbling, ha il baricentro basso e un controllo palla rapidissimo. Quando punta l’uomo crea quasi sempre superiorità. E nel calcio questo fa da sempre la differenza”.

Ci ha parlato anche del lato caratteriale di Seha e siccome di talenti bruciati…
Certo, ho già capito dove vuole arrivare. La serietà fuori dal campo è fondamentale. Sayha ha 20 anni, ma è già sposato. Sa benissimo che ancora non è nessuno, vuole emergere, ha determinazione e ferocia. Lavora e si allena con l’obiettivo di migliorare e poi mette sempre al centro la squadra, non è individualista. Ascolta i suggerimenti dell’allenatore, non fa di testa sua. Insomma, ci ho messo il mio nome perché so che può fare benissimo. E lo seguirò in questo percorso”.

Verrà ancora a Catanzaro?
Sì, tutte le volte che sarà necessario. Di sicuro sarò al Ceravolo per la prima gara del nuovo campionato. E poi verrò altre volte. Starò vicino a Sayha e al Catanzaro. Abbiamo un obiettivo comune: fare il bene del ragazzo che vuol dire fare il bene della società”.

Catanzaro per lei che cosa ha rappresentato?
Tantissimo, quasi tutto dal lato sportivo. Se sono quello che sono, lo devo a chi ha creduto in me: quindi il presidente Mancuso e suo figlio, poi non dimentico chi mi ha accolto in casa, la famiglia Mazza e Alessandro che considero un fratello. Ero un ragazzo sperduto e ho trovato tanto amore da parte di tutti. Ce l’ho fatta perché avevo loro. E come non parlare di Masino e Tutu, mi volevano bene. Sono rimasto malissimo quando ho saputo della morte di Tutu. Catanzaro è stata ed è speciale. Come la sua tifoseria: spettacolare. Ho detto questo a Sayha: “Guarda che con loro si gioca sempre in casa, vedrai quanti tifosi in trasferta”. Lui non vede l’ora di giocare con la nuova maglia. Ma sa che devo lavorare, lavorare e ancora lavorare”.

Ha incontrato Noto, Iemmello e Aquilani…
“Il presidente è una garanzia per il Catanzaro, sono sicuro che potrà riportare la squadra dove merita. Non dico altro. Iemmello è come Totti per la Roma: con le sue doti poteva giocare in Champions, ma a volte il calcio è strano. E Pietro ha scelto di tornare nella sua città perché è innamorato: la B gli sta stretta, non si accontenta. E devo aggiungere una cosa…”.
Continui.
L’arrivo di Aquilani come allenatore è una garanzia: può fare lo stesso percorso di De Zerbi e quindi il Catanzaro ha fatto una scelta di grande qualità. Poi è un tecnico che sa lavorare con i giovani, perfetto per Sayha”.

Kamara, anche lei era ritornato a Catanzaro per tentare di fare un percorso simile a quello di Iemmello.
Sì, l’idea era quella, ma non c’erano le condizioni giuste. Adesso ci sono. Io non gioco più, ma posso contribuire in altro modo: facendo arrivare nuovi talenti. Continueremo a collaborare con il presidente Noto in futuro. Sayha è solo il primo… Farà benissimo, parola di Joe”.

Francesco Ceniti 

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Francesco Ceniti

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