C’è un sosia di Alberto Aquilani che si aggira per Catanzaro. Uguale in tutto e per tutto all’originale, persino la voce è identica. Talmente spiccicato che può permettersi anche di sedersi in panchina, dettare la formazione, prendere decisioni importanti per la squadra giallorossa. E qui, purtroppo, la differenza con il vero Aquilani balza agli occhi: quando è il sosia a prendere le redini del comando, i risultati sono scadenti, il Catanzaro è schierato senza equilibrio, gli avversari sorridono e ci infilano da tutte le parti. Per fortuna il sosia spesso a vita breve, giusto un tempo.
Poi il vero Aquilani riesce a metterlo a riposo, sistemando le cose. Ma quanta fatica e soprattutto quanti punti gettati al vento (a proposito, il sosia era stato capace persino di prendersela con il vento). Questa storia va avanti dalla prima giornata e c’è stato un momento che eravamo convinti di esserci liberati del sosia. Che goduria: tre vittorie consecutive, la formazione mandata in campo era quella giusta fin dal primo minuto, gli avversari (più forti) infilzati con ripartenze concrete, la difesa protetta e schermata da un centrocampo a tre, gli esterni liberi di aspettare il momento ideale per attaccare le fasce, due punte interscambiabili e con Iemmello nella sua posizione preferita, quella di calamita della manovra, in grado di creare spazi per gli inserimenti e, quando occorre, di colpire come solo lui sa fare. Tre vittorie di fila dopo un inizio di campionato stentato, aspettando Godot e una manovra fluida che reggesse le due mezze punte, tanto care al sosia.
Niente da fare, nonostante alcuni aggiustamenti fatti nel corso delle settimane dal vero Aquilani, dell’alternanza dei giocatori, il Catanzaro in quelle condizioni proprio non riusciva a vincere. Al massimo pareggiava. A Monza nemmeno quello. La sconfitta sembrava aver messo fuorigioco anche il signor sosia. E invece no. E invece con grandissima sorpresa di tutti, alla ripresa del campionato eccolo ancora lì, in panchina ad assistere al naufragio casalingo contro un modestissimo Padova, felice di sguazzare nelle praterie lasciate dal centrocampo a due. Peggio non si poteva fare (compreso il rigore sbagliato da Iemmello, speriamo che abbia l’accortezza la prossima volta di cedere il pallone a un compagno, tanto non è da questi particolari che si giudica un capitano e un leader) e infatti qualcosa deve essere accaduto, qualcosa d’importante perché il sosia è stato impacchettato e messo in pausa insieme alle inutili e deleterie due mezze punte. Cambio del modulo, centrocampo a tre, difesa più sicura, squadra equilibrata, esterni decisivi, come le punte. Tre successi di fila e zona playoff agguantata.
Adesso ci dovete dire chi ha spalancato la porta dello sgabuzzino dove era stato riposto il sosia. Perché qualcuno l’ha fatto uscire proprio sul più bello, proprio quando il Catanzaro aveva l’opportunità di spiccare il volo, allontanando paure e paturnie per mettersi a contatto con le prime della classe. Niente da fare. Ad Empoli la squadra è stata vittima di una apatia da sosia: senza carattere, senza cattiveria, senza nulla. Continuando così anche quando è rimasta in superiorità numerica, beccando gol (ancora Iemmello protagonista in negativo, non vorremmo che i sosia fossero due…) e il resto della truppa paralizzato, incapace di un solo tiro in porta. Troppo brutto per essere vero. Contro il Pescara le attese erano molte, gli avversari in grandi difficoltà avevano dato il benservito al nostro ex tecnico Vivarini (o forse il suo sosia che l’ha sostituito da due anni, vale a dire da quando ha deciso di lasciare la squadra giallorossa) per dare la scossa. La scossa c’è stata, ma grazie al sosia di Aquilani. Di nuovo in grado di decidere l’undici iniziale, di nuovo con questo equivoco del centrocampo a due e le mezze punte a fianco di Iemmello, costretto a fare lo squalo bianco in una vasca da bagno (singola). Di nuovo il Catanzaro in balia dei contropiedi e in totale confusione quando doveva difendere. Al Pescara non è sembrato vero, ma quando ha capito di non essere su scherzi a parte, ci ha punito due volte (e potevano essere di più).
Per fortuna nell’intervallo qualcuno ha cacciato il sosia dallo spogliatoio. E Aquilani ha fatto capire perché è considerato un ottimo allenatore, uno dei più promettenti. Gli sono bastate due sostituzione e qualche parola per ridare smalto alla squadra. Rimesso in condizioni di giocare senza zavorre, il Catanzaro ha ribaltato la partita con Pittarello e Buso (inviso al sosia, chissà perché). E dimostrando che se fosse scesa in campo dall’inizio con le indicazione date per la ripresa, avrebbe chiuso i conti molto prima. Ma purtroppo in questa Serie B non puoi permetterti regali con nessuno, neppure con squadre più deboli. Il Pescara con orgoglio e fortuna ha trovato il pareggio, sfruttando anche la paura eccessiva del Catanzaro che ha arretrato troppo il baricentro invece di provare a colpire ancora. Ma aveva speso parecchio per la rimonta e la classifica ancora ballerina non permette di giocare tranquilli. Ecco perché diventa fondamentale dare certezze alla squadra.
Ecco perché diventa fondamentale sbarazzarsi per sempre del signor sosia. Mettiamolo fuori dal Sansinato: che a farlo sia la dirigenza, il ds Polito, la squadra, il capitano, il vero Aquilani, poco importa. Quello che importa è ripartire dal secondo tempo di venerdì, dalle tre vittorie, da Buso e Pittarello ritrovati, da un gennaio che ci porti in dote qualche regalo in difesa (e magari un attaccante da doppia cifra) e una rosa priva di quei giocatori arrivati al capolinea di una bella carriera. Ma la priorità numero uno è liberare Aquilani dalla presenza dell’Aquilani farlocco. Solo così al Catanzaro (e ai suoi tifosi) sarà risparmiato un campionato di sofferenza.
Foto di Lorenzo Costa per UsCatanzaro.net
Francesco Ceniti


Perfetta metafora.Il problema è che i 2 Aquilani sono fratelli Siamesi,e se tagli la testa a uno,passa al creatore pure l’altro.Inscindibili.Però non credo a questa leggenda metropolitana.Aquilani è uno e unico.E meno male,2 non li sopporterei proprio.
Bravo Friuli concordo, purtroppo di Aquilani ce ne uno solo, per me un CRETINO perché trova la soluzione ( secondo me suggeritagli da tutti) 3 vittorie consecutive dimostrano che dopotutto gli uomini ci sono e poi ritorna con l’encefalogramma piatto.
Caro Aquilani ti ho stimato da giocatore e da allenatore. Ma è possibile che non capisci (anche una capra lo capirebbe) che questo benedetto centrocampo a due è una manna per gli avversari. Se lo riproponi ancora una dannata volta Noto dovrebbe prenderti a calci nel sedere. E che caxxo. BASTA.
Aquilani sei un pagliaccio a insistere con il centro campo a due e le sue mezze punte.. regali punti e demoralizzi la squadra inetto!!!
Fai come fece “capi e muntuna” che si è reso conto che il centro campo a due non era cosa per il Catanzaro e con il 3-5-2 ci ha portato alla semifinale dei play off
RIVIGGHIATI
Sono d’accordo in parte perche’ nel primo tempo la squadra ha avuto tante occasioni per andare in rete e non c’e’ riuscita perche’ e’ mancato un ariete che la mettesse dentro grazie alle incursioni di Fava e D’alessandro .
La differenza l’ha fatta la difesa con tre dormite colossali quindi il problema e’ li come da inizio campionato e come ho sempre predicato manca un difensore di peso .
Bravo Francesco, hai detto le cose come stanno….a tutti
Grazie Vital
Avrebbe meritato 7, anche 8 nel secondo tempo se avesse adottato le misure giuste per non prendere il pareggio, per me 6 il secondo tempo e 4,5 il primo