Tutti almeno una volta nella vita hanno canticchiato questa celebre strofa di una canzone che iniziava così, “Eranu tri squatruni a 47 punti” una canzone che racconta la straordinaria impresa del Catanzaro, la prima squadra calabrese a conquistare la Serie A. Era il 27 giugno 1971 quando, nello spareggio per la promozione contro il Bari, allo stadio San Paolo di Napoli, i giallorossi guidati dall’allenatore Gianni Seghedoni e dal Presidentissimo Nicola Ceravolo raggiunsero un traguardo che nessuno potrà mai eguagliare: il Catanzaro approdava in Serie A, portando la Calabria nell’Olimpo del calcio italiano.
Un campionato combattuto
Il torneo di Serie B 1970/71 aveva visto 20 squadre contendersi la promozione da settembre a giugno, ognuna con ambizioni e obiettivi propri. La classifica finale, stilata il 13 giugno, decreta i verdetti: il Mantova, primo in classifica con 48 punti, si assicurava la promozione diretta nella massima serie. A pari merito con 47 punti si trovavano Atalanta, Bari e, appunto, il Catanzaro. Solo due di queste tre squadre avrebbero potuto accompagnare i virgiliani nel massimo campionato, e così si decise di disputare uno spareggio a tre.
Il Catanzaro, all’inizio del torneo, non era tra i favoriti. Squadre come Mantova, Atalanta, Bari e Brescia partivano con i pronostici dalla loro parte. Eppure, partita dopo partita, i giallorossi hanno acquisito la consapevolezza di poter competere ad alti livelli. La loro forza non risiedeva in un attacco prolifico, ma in una difesa solida e compatta: appena 27 reti subite in tutta la stagione, un dato decisivo ai fini del risultato finale.
L’ultima giornata
Ma prima di arrivare agli spareggi, è fondamentale ricordare un’altra data chiave: il 13 giugno 1971. Quel giorno, nell’ultima giornata di campionato, il Catanzaro affrontava il Brescia al “Militare”. Con il Mantova già promosso e impegnato a Terni, c’erano in palio gli ultimi due posti per salire in Serie A: la classifica vedeva il Brescia a 46 e il Catanzaro appaiato ad Atalanta e Bari a 45 punti. Le rondinelle avrebbero avuto la promozione diretta in caso di vittoria e si sarebbero assicurate almeno lo spareggio a tre se avessero impattato con i giallorossi.
Il match, giocato in un stadio gremito in ogni ordine di posti, si conclude con una vittoria fondamentale per i calabresi: due reti a zero, segnate da Busatta e Mammì, nel giro di sei minuti (al 55° e 61°), che consolidano la loro corsa verso il sogno. La partita si chiude con i tifosi in delirio, pronti a seguire la squadra in ogni modo.
Gli spareggi per la promozione
L’epilogo della stagione regolare lascia ancora una volta il destino in sospeso: tra il 20 e il 27 giugno si disputano in campo neutro i tre incontri decisivi tra Catanzaro, Atalanta e Bari.
Il primo, il 20 giugno, vede l’Atalanta battere il Bari 2-0 a Bologna (con partita sospesa al 69° per incidenti provocati dai tifosi pugliesi, col risultato poi confermato a tavolino). Tre giorni dopo, sempre a Bologna, l’Atalanta supera i giallorossi con una rete di Maggioni all’88°.
La data fatidica
Il 27 giugno si gioca il match decisivo tra Bari e Catanzaro: lo stadio prescelto è il San Paolo di Napoli. La città partenopea, in quel giorno di caldo torrido, si trasforma in un palcoscenico di passione e tensione. Sugli spalti circa cinquantamila spettatori, con lieve superiorità barese, anche perché parte dei “neutrali” napoletani tifa per i pugliesi grazie alla presenza di Cané, idolo brasiliano del Napoli fino al 1969, che poi sarebbe tornato in azzurro nel 1972.
Il Bari domina il primo tempo e anche nella ripresa ha una supremazia territoriale, ma il Catanzaro, con una difesa ancora più compatta grazie anche all’ottima prestazione di Pozzani, si mantiene in partita. Arriviamo così all’81°: Gori avanza sulla sinistra e mette un cross preciso al centro e Mammì, con un colpo di testa da grande opportunista, segna. La rete sarebbe stata valida anche se ci fosse stato il VAR: non c’è fuorigioco, né tantomeno un tocco di mano del piccolo centravanti giallorosso. Inutile la corsa di Spalazzi, portiere dei galletti, per protestare verso il direttore di gara. I minuti finali sono un assedio del Bari alla porta di Pozzani, ma il Catanzaro si difende con ordine e cuore.
L’arbitro Barbaresco di Cormons fischia tre volte, e la storia viene scritta: il Catanzaro è promosso in Serie A. La gioia esplode in Calabria: da Reggio a Cosenza si festeggia tutti insieme.
La Calabria è in festa
A Napoli la notte diventa giallorossa, con cortei di auto con clacson a tutto volume e vessilli sventolati per le vie di Fuorigrotta e Mergellina: è un’immagine che rimarrà impressa nella memoria di tutti i tifosi giallorossi presenti al San Paolo. In Calabria i sostenitori delle Aquile accolgono la squadra alla stazione ferroviaria di Lamezia e nelle strade di paesi e città ci sono solo due colori: il giallo e il rosso.
Sono passati 54 anni, ma quell’impresa rimane ancora oggi un simbolo di orgoglio, appartenenza e passione per la Calabria e il calcio italiano. Il piccolo Catanzaro, con quella storica promozione, ha scritto una pagina indelebile nella storia dello sport calabrese e nazionale, dimostrando che con sapienza, determinazione e cuore, tutto è possibile.
Redazione 24
Grafica Alfredo Cristiano per uscatanzaro.net
Premesso che io ero presente (Distinti anello superiore) e abbastanza grande per ricordare tutti i dettagli di quella partita, per cui permettetemi alcune correzioni:
1) non è vero che i baresi erano più di noi, per quello spareggio arrivarono tifosi e spettatori da tutta la Calabria, per cui noi eravamo una volta e mezzo rispetto ai pugliesi;

Per loro quel pomeriggio e magari per alcuni mesi fu lutto nazionale!
2) non è vero che il Bari dominò il primo tempo, dove invece il gioco fu equilibrato con un’occasione per parte;
3) è invece vero che nella ripresa il Bari ci diminò sfiorando più volte il vantaggio e che sicuramente avrebbe meritato la vittoria, ma non è affatto vero che dopo il gol ci fu l’assedio, tutt’altro, sulle ali dell’entusiasmo Maurizio Gori solo davanti a Palazzi, dopo aver drbblato due avversari, si divorò il raddoppio, ma onestamente sarebbe stato troppo, l’unico tiro biancorosso fu di Canè, ma alle stelle, poi rimessa di Benedetto e fischio finale di Barbaresco di Cormons;
4) infine, ma quali festeggiamenti a Reggio Calabria??!!
Precisazioni importantissime per chi non c’era ed era troppo piccolo per ricordare come me
Grazie del contributo
unica precisazione corretta è il refuso sul BS con vittoria promozione pari spareggi al posto nostro. Per il resto i baresi erano di più in quanto molto più vicina a Napoli e l’autostrada per i catanzaresi era ancora in costruzione con il treno noi 12 ore. Inoltre i napoletani li appoggiarono perché nel Bari c’era Cané. Il Bari era più forte e ha avuto un predominio per come era prevedibile e grazie a Pozzani il Catanzaro ha evitato di capitolare. I contropiedi dei giallorossi erano pungenti e all’81esimo arrivò la ralla. Nei minuti finali il Bari si riverso’ in avanti ma l’arcigna difesa del Catanzaro respinse ogni iniziativa. Si festeggiò a Napoli e in tutta la Calabria, si anche a Reggio Calabria intesa come la Provincia in generale e se ancora in Provincia di Reggio e in tutta la Calabria ci sono club giallorossi il motivo è legato a queesta magica storia.
Colpite per primi

colpite più forte
chi gioca col cuore
non teme la sorte”