Salvatore e Ingrid avevano scelto una piccola trattoria affacciata sul golfo per salutarsi. Le scilatelle al sugo fumavano nei piatti, il Cirò riempiva i bicchieri, e il profumo del pane caldo si mescolava a quello del mare. Ma il vero sapore della serata era un altro: quello dolce e amaro dell’addio.
Parlarono poco. Lei lo fissava, memorizzando ogni gesto, ogni sorriso, ogni inflessione della sua voce.
«You love your team like you love me» disse piano.
Lui sorrise, ma con gli occhi lucidi. «Il Catanzaro è la mia vita… tu sei il mio presente. E magari anche il mio futuro.»
Uscirono sul lungomare di Soverato. La ruota panoramica disegnava cerchi di luce sull’acqua, e il golfo di Squillace si apriva immenso, come una promessa. Camminavano piano, mano nella mano, come per rubare ancora qualche minuto al tempo.
Il calcio, per Salvatore, non era solo uno sport. Era la lente attraverso cui aveva imparato a guardare la vita: la gioia travolgente delle vittorie, il dolore silenzioso delle sconfitte, la pazienza di chi aspetta anni prima di rivedere la sua squadra dove merita. E ora capiva che anche con Ingrid sarebbe stato così: attese, ritorni, momenti da custodire e altri da sopportare.
Quando arrivarono sulla spiaggia, si fermarono sulla battigia. Il mare era calmo, il cielo pieno di stelle.
«Promise me» sussurrò lei, «that when you watch the game… you’ll think of me.» Lui con occhi lucidi rispose «Ogni volta che il Catanzaro segnerà, lo farà anche per te.»
Si abbracciarono forte, fino a sentire il cuore dell’altro battere. Poi un bacio lungo, che sapeva di mare e di promesse fatte guardando il tramonto.
Il campionato sarebbe iniziato qualche giorno dopo. E Salvatore, guardando il mare, capì che da quel momento in poi ogni gol, ogni vittoria, ogni bandiera giallorossa al vento avrebbe avuto dentro anche il nome di Ingrid.
Perché il calcio, come l’amore, non conosce distanze: vive di ricordi, di attese e di ritorni.
E quella sera, sotto le stelle, nacque una promessa che neppure Kronos, signore del tempo che divora ogni cosa, avrebbe potuto cancellare. Perché ci sono amori — e passioni, come quella giallorossa — che sfidano i giorni, gli anni, le distanze. Restano, incisi per sempre, oltre il tempo stesso.
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