L’era della famiglia Noto alla guida del Catanzaro comincia ufficialmente il 6 luglio 2017. La prima stagione non fu delle più entusiasmanti: ben tre allenatori si alternarono sulla panchina giallorossa e la squadra faticò a trovare continuità. Tuttavia, nonostante le difficoltà, i 42 punti finali bastarono per conquistare la salvezza senza dover passare per i play-out. Fu definita giustamente “la stagione dell’apprendistato”, il primo passo di un percorso lungo e non privo di ostacoli, ma necessario per costruire una squadra solida e una società credibile.
La svolta con Vivarini e la crescita costante
Negli anni successivi i campionati di Serie C videro un Catanzaro spesso protagonista, anche se segnato da dolorose eliminazioni nei play-off. La vera svolta arrivò con l’ingaggio di Vincenzo Vivarini, tecnico che ha saputo dare identità e ambizione al gruppo, e con l’arrivo del bomber catanzarese Pietro Iemmello.
Da quel momento, il Catanzaro ha inanellato record e successi, culminati con due partecipazioni consecutive alle semifinali dei play-off per la Serie A, guidato da due allenatori diversi: Vivarini e Caserta. Un cammino che ha riportato entusiasmo, visibilità e credibilità al club, oggi stabilmente inserito tra le realtà più interessanti della Serie B.
Quando l’abitudine diventa pretesa
Eppure, paradossalmente, proprio questi successi rischiano di diventare un boomerang. La memoria corta porta a dimenticare che, solo un mese prima dell’arrivo dei Noto, il Catanzaro si giocava la salvezza in Serie C al Luigi Razza di Vibo Valentia, in un drammatico play-out contro la Vibonese.
Un passo falso avrebbe significato la Serie D e la scomparsa del calcio professionistico a Catanzaro, dopo una serie ininterrotta tra i pro dal campionato 1953-54. Oggi, in un campionato dove il livello si è alzato e la concorrenza è feroce, mantenere la categoria è diventato un obiettivo concreto. E per una tifoseria che si era abituata a sognare, può sembrare quasi una battuta d’arresto. Ma non lo è.
Il malumore di una parte della piazza è comprensibile, specie quando i risultati non arrivano. È giusto interrogarsi e chiedere di più, ma serve equilibrio. Le responsabilità vanno distribuite, ma guai a dimenticare che senza una proprietà solida come quella dei Noto, oggi il Catanzaro potrebbe non esistere neppure tra i professionisti.
Il vero tifoso non può prescindere da questo: basti ricordare i pomeriggi in campi dimenticati, gli spalti vuoti e la disillusione. Per questo, le critiche devono restare costruttive e non sfociare mai nell’offesa gratuita.
Restare uniti
Nel calcio, si sa, allenatori, direttori sportivi e giocatori vanno e vengono. Ma una proprietà competente, radicata e disposta a investire nella propria terra è merce rara, specie al Sud. E Catanzaro, oggi, ce l’ha.
La tifoseria deve ritrovare compattezza e lucidità: contestare è legittimo, ma solo se serve a migliorare, non a distruggere. Perché senza questa proprietà, il rischio non è solo perdere qualche partita, ma ricominciare da zero. E nessuno può davvero volerlo.
Oggi più che mai, il Catanzaro ha bisogno di tutti i propri tifosi. Nei momenti difficili non si abbandona la nave, si resta al fianco della squadra, della società e della città. Sono passati anni bui, si è lottato per non sparire, e ora che le Aquile sono tornate nel calcio che conta, non bisogna permettere che la delusione offuschi la memoria e il cuore. Essere critici è giusto, ma essere divisi è pericoloso, perché solo restando uniti, sugli spalti come al di fuori, si potranno continuare a scrivere pagine importanti della storia giallorossa.
Il Catanzaro non è solo una squadra: è identità, appartenenza, orgoglio di una terra e della sua gente sparsa ovunque. Ed è per tutto questo che bisogna sostenere chi lo rappresenta, incitare chi scende in campo, spronare chi guida la società. Ma facendolo sempre da tifosi veri, con rispetto, forza e amore per questi colori. Lo abbiamo scritto domenica sera a caldo e lo ribadiamo adesso a freddo: Difendiamo il Catanzaro!
Redazione 24
Foto dal Web


Sacrosante verità…. bravo a chi le ha scritte.
Credo però che siano parole al vento, l’appello è rivolto a gente ottusa con la memoria corta, c’è poco da sperare che facciano un salto di qualità
La proprietà Noto è un esempio invidiabile per tutto il calcio Italiano e sta investendo ancora con idee per strutture che rendano il Catanzaro e Catanzaro all’avanguardia come Società calcistica.