Mister, buongiorno. Vigilia di Reggiana–Catanzaro, trasferta difficile contro una squadra scorbutica. Che tipo di gara si aspetta? Che differenze anche fra la gara di domani e le gare precedenti?
«Sì, sì, ripetiamo un po’ sempre la stessa cosa, ovvero che affrontiamo delle partite che hanno delle insidie, delle partite di un campionato che ci insegna a essere molto complesso. Sono tutte partite diverse tra loro perché sono tutte squadre che più o meno si assomigliano in tante cose, ma ogni partita è sempre diversa. Quindi la preparazione è stata la stessa: una squadra che si allena bene, una squadra che è attenta, concentrata e quindi mi auguro che domani lo possiamo dimostrare».
Ripartite, immagino, dal buon secondo tempo che avete fatto contro la Carrarese, con le occasioni create e qualche differenza dal punto di vista tattico. Che cosa ci sarà di diverso nel Catanzaro rispetto alle gare precedenti?
«Sicuramente prendiamo spunto dalla partita che abbiamo fatto con la Carrarese, dove abbiamo analizzato un po’ le difficoltà che abbiamo avuto nel primo tempo e invece le cose buone che sono avvenute nel secondo. Da quell’analisi ci si allena e da quell’allenamento si arriva a concludere la strategia della partita. Io mi aspetto una squadra che dia un’identità ancora più forte a quello che stiamo proponendo, una squadra che all’interno del campo riconosca tutte le varie cose che soprattutto in questo campionato possono essere anche improvvisate: una pressione a uomo, una pressione più lenta, dei contropiedi voluti o non voluti. Bisogna avere la massima attenzione, perché magari la prepari in un modo e poi la gara ti dice altro. Una squadra forte deve essere brava a mettersi diversi abiti».
Ha avuto un’altra settimana di lavoro con gli ultimi arrivati, ma anche qualche problemino: Frosinini non si è allenato, Pandolfi ha saltato un paio di allenamenti, D’Alessandro pure, mentre c’è stato il rientro graduale di Di Francesco. Come stanno tutti questi giocatori? Oudin può essere pronto già dall’inizio?
«Hai fatto una considerazione giusta. A volte dall’esterno non arriva il messaggio che viviamo dentro. Voi vedete calciatori nuovi e vi fate l’idea che debbano essere subito utilizzati, ma alcune volte non è possibile. Ci sono giocatori in ritardo, altri che hanno fatto solo tre allenamenti su cinque, altri con problematiche fisiche o atletiche che ci portano a prendere decisioni. Abbiamo lavorato su chi aveva bisogno di più continuità: Oudin, Cassandro, Buglio. Pandolfi, nonostante venga con noi domani, si è allenato poco e ha bisogno di più tempo. Abbiamo avuto due-tre acciacchi come Frosinini e qualcun altro con allenamenti differenziati, quindi le scelte sono anche in base alla settimana. Oudin sta meglio: ha qualità importanti, deve calarsi in una realtà diversa dalla Serie A, ma ha fatto una settimana intensa e ha qualcosa in più nelle gambe».
Su Di Francesco: come si è allenato in settimana e se potrebbe avere qualche minuto a Reggio Emilia?
«No, non è disponibile. Viene da un infortunio delicato al polpaccio, una recidiva. È un muscolo in cui bisogna avere molta attenzione. Ha iniziato gradualmente col gruppo, ma abbiamo deciso di non rischiarlo: continuerà ad allenarsi e lo avremo per la Juve Stabia».
E su Liberali, convocato per il Mondiale Under 20?
«Era nell’aria. Sapevo che almeno un calciatore sarebbe andato al Mondiale. Sono contento per lui, perché la nazionale è sempre un onore. Dall’altra parte mi dispiace, perché lo vedo in crescita con i ritmi della Serie B e perderlo un po’ mi dispiace: questi ragazzi hanno bisogno di lavorare, stare con noi, giocare, sbagliare. Fa parte della loro crescita. Il ritmo dell’Under 20 non è quello della Serie B».
Con gli stessi uomini potrebbe scegliere due schieramenti diversi. Il 3-4-2-1 delle ultime due gare è lo schieramento migliore al momento o si può alternare senza cambiare gli equilibri?
«Sono venuto qui con in testa un altro sistema di gioco, lo dico chiaramente. Le caratteristiche dei calciatori mi hanno portato a cambiarlo e lo cambieremo in base ai giocatori e agli avversari. La squadra si allena per giocare con più sistemi. A volte siamo a tre in mezzo al campo, come con Pittarello, e poteva sembrare un 3-5-1. Io do importanza più all’occupazione degli spazi che al modulo. Credo che oggi questa sia una delle soluzioni migliori per mettere i calciatori nelle loro posizioni migliori. Il tempo ci dirà se è giusto o no, se c’è da migliorarlo. Sono aperto a tutto».
Che insidia più di altre si aspetta dalla Reggiana?
«Sono molto preparati, ben allenati, con giocatori esperti e di qualità, alcuni con esperienze in categorie superiori. Come tutte le squadre hanno insidie: se andiamo concentrati, umili e con la forza di fare la nostra partita, possiamo avere vantaggi. Se abbassiamo intensità fisica, mentale o pecchiamo di presunzione, sarà molto difficile e saremo sterili. Bisogna aumentare i giri del motore. La Serie B è un campionato atipico, diverso dagli altri. Non esistono partite facili. Oggi il livello si è alzato ovunque: ci vuole umiltà e conoscenza, poi sarà sempre il campo a dirci se abbiamo ragione».
Ultima cosa: non pensa sia necessario, finché non si trovano tutti gli equilibri, inserire anche i nuovi davanti insieme a Iemmello?
«È sicuramente una soluzione a cui stiamo pensando. In base a forma fisica, caratteristiche e avversari, è un’opzione che ho in testa».
Fonte US Catanzaro 1929, trascrizione tramite IA

