“Questa è la storia di uno di noi…”, citando l’incipit di uno dei più celebri successi di Adriano Celentano potrebbe iniziare il racconto del protagonista di questa settimana della nostra rubrica “Mi ritorni in mente”, perché in fondo il legame con la sua terra questo ragazzo di Calabria non l’ha mai reciso. Nella sua lunga carriera di calciatore, ha legato il suo nome a diverse società della nostra e della sua terra lasciando la Calabria solo per le parentesi con Juve Stabia, Gela, Siracusa e Trapani. Ha vestito la maglia giallorossa per ben cento volte e con lui abbiamo provato a ripercorrere gli anni più complessi della storia del Catanzaro, quando nei campi polverosi del girone C della Serie C2 una nobile decaduta provava a farsi strada, fra mille difficoltà, per tornare in categorie più ambite e sicuramente più consone alla sua storia. Il lungometraggio della sua carriera da calciatore, Renato Mancini lo comincia nelle giovanili del Catanzaro dove ha vinto il titolo di Campione d’Italia fino all’esordio il 21 giugno ‘92 (stagione 1991-1992) nella partita fra Aquile e Juve Stabia, quando l’allora tecnico giallorosso Franco Selvaggi decise di mandarlo in campo. Da quella gara di acqua sotto i ponti ne è passata molta e di soddisfazioni il nostro difensore, in giallorosso, se n’è tolte tante: «Uno degli episodi che ricordo con più piacere, fra i tanti che ho vissuto a Catanzaro, è stata la vittoria nel doppio turno di Coppia Italia di Serie C con il Cosenza. All’andata vincemmo per due a uno grazie alla doppietta di Francesco Marra, nella gara di ritorno, a Cosenza, giocammo in un clima a dir poco ostile ma Pietro De Sensi, dopo quattro minuti, ci portò in vantaggio, riuscimmo a tenere botta fino alla fine…e passammo il turno! Questo è davvero uno dei ricordi più belli che ancora conservo». La conversazione con Mancini è un amarcord soprattutto per chi ha il piacere di raccontarla, un tuffo nei ricordi di una gioventù trascorsa ad inseguire il sogno di vedere la tua squadra del cuore tornare fra le grandi accarezzato in diverse occasioni, su tutte il match di ritorno con la Battipagliese nella stagione ’96-’97, quando il bomber Ciccio Libro sbagliò il rigore che avrebbe potuto significare il sorpasso in classifica proprio ai danni della formazione campana: «Ricordo l’attesa prima della gara- racconta Renato Mancini-, percorrevamo la strada per arrivare al “Ceravolo” e sembrava che il bus fluttuasse trasportato dalla festante marea giallorossa che stava raggiungendo lo stadio. Le aspettative erano alte perché stavamo facendo un buon campionato. Ci accolsero in campo con una coreografia da brividi, peccato che le cose non siano andate come tutti ci auguravamo…». In effetti il percorso dei giallorossi in quella stagione di C2 era stato notevole, diciassette risultati utili consecutivi, nonostante i diversi infortuni di pedine importanti strada facendo, avevano rafforzato le speranze di un ambiente che voleva festeggiare un traguardo importante che, invece, è sfumato in caldo pomeriggio di aprile.
In questa chiacchierata con Renato Mancini riusciamo a scoprire la sua vena artistica (è laureato in scenografia…cosa che in fondo ti aspetti da uno che prova a far disegnare ai suoi giocatori geometrie fantasiose in campo) e a farlo sbottonare facendoci aprire il suo scrigno dei ricordi: «Il mio unico gol con il Catanzaro…che emozione….giocavamo contro l’Altamura in uno stadio quasi deserto perché, ormai, non avevamo più nulla da chiedere al campionato…Procopio crossa al centro ed io sono stato prontissimo a metterla dentro….Ragazzi ho esultato come un pazzo…anzi a dirla tutta sono ancora là che sto festeggiando….! (ci racconta fra le risate) Gli anni in giallorosso- continua Mancini- sono stati per me una palestra di vita, non era scontato a quei tempi che una società di C2 fosse organizzata come lo era il Catanzaro. Erano anni complessi in cui venivano costruite squadre per vincere ma spesso non si riusciva per le motivazioni più diverse e l’attesa ogni stagione era sempre alta».
Di quei tempi sono rimasti solo fotogrammi, adesso il Catanzaro è tornata a rappresentare la Calabria nei palcoscenici importanti come quelli della Serie B: «Dopo una partenza a fari spenti, la squadra ha centrato risultati positivi a cui bisogna dare continuità. Il gruppo è stato rinnovato molto in questa stagione e ci sono giovani di prospettiva che – conclude Mancini- possono dare un contributo importante in un campionato lungo come la Serie B. Auguro al Catanzaro di ripetere quanto di buono fatto in queste ultime due stagioni e magari, chissà…nei prossimi anni di giocare su campi ancora più prestigiosi».

