Non è mai semplice raccontare una storia come quella del protagonista di oggi della nostra rubrica “Mi ritorni in mente”, soprattutto perché di questi racconti sono rimaste solo foto che ricordano un’epoca davvero felice della storia dei giallorossi. Anche lui, come altri nostri protagonisti, è un figlio di Calabria, partito giovanissimo dal suo paese di origine, un piccolo centro della costa jonica reggina, Brancaleone, famoso perché le tartarughe caretta caretta amano deporre le loro uova sulle sue spiagge, per vestire la maglia del Catanzaro. Inizia così l’avventura in giallorosso di Roberto Borrello: «Ricordo che venne un dirigente del Catanzaro assieme a Spelta per vedermi giocare al paese, dopo avermi visto mi scelsero e decisero che sarei andato al Catanzaro. Ricordo che ero davvero molto giovane- Roberto ha iniziato il suo percorso in giallorosso dalle giovanili- e lasciare la mia casa, i miei genitori non fu facile. La distanza non è certo tanta, ma ricordo che il trasferimento ha cambiato per sempre la mia vita. Posso dire però- ha proseguito Borrello- che la mia immensa passione per il calcio mi ha portato a superare tutti gli ostacoli che ho avuto nella mia carriera con serenità, certo a Catanzaro mi sono stati di supporto anche il mister e i miei compagni. Ricordo ancora la stanza dove dormivo in una casa ai giardini di San Leonardo, è li che ho trascorso la mia adolescenza».
Ha vestito la maglia del Catanzaro per quasi un decennio, gli anni ’80, anni in
cui le Aquile sono state protagoniste di “discese ardite e di risalite” per parafrasare una nota canzone di Lucio Battisti, che per il nostro centrocampista sono stati anni importanti in cui si è «divertito a tanto a far segnare gli altri perché mi è sempre piaciuto mettere i miei compagni nella condizione di poterlo fare, ma mi è rimasto il cruccio di averne fatti troppo pochi io, invece, di gol». Ricorda ancora, però, le sue reti più importanti: «Mi è rimasto dentro il gol segnato a Verona, in Serie A, per un ragazzo come me che viene dalla provincia segnare in Serie A è un sogno che si realizza. Porto nel cuore anche la rete siglata a Catanzaro nella partita contro la Casertana, fu una gara tosta che si sbloccò proprio grazie al gol che ho fatto».
In un decennio tanti sono gli aneddoti che si potrebbero raccontare, ma chissà perché il derby con il Cosenza, con chiunque dei nostri protagonisti si parli, resta sempre uno dei ricordi più indelebili della permanenza a Catanzaro: «Il mio ricordo più bello è stato sicuramente la partita che abbiamo fatto a Cosenza, abbiamo vinto il derby davanti ad una marea di gente.. e poi come dimenticare il derby con Tobia in panchina, quando Palanca segnò quella strepitosa doppietta. Questo sono ricordi indelebili, che ti restano dentro per sempre perché non si può dimenticare la gioia della gente per la vittoria di partite come questa».
Inutile dire che Catanzaro gli è rimasto addosso come una seconda pelle, in città torna spesso, trascorre le sue vacanze estive a Catanzaro Lido, quartiere dove è cresciuta sua moglie Nadia e dove c’è ancora tutta la famiglia Tarzia, di cui il capostipite, Mimì, è ancora ricordato come uno dei tifosi più affezionati delle Aquile: «Viviamo a Terni, d’estate torniamo a Lido per fare le vacanze, a dire il vero ho passato più tempo lì che a Brancaleone, ormai la sento come casa mia».
La chiacchierata con Borrello prosegue fra ricordi e aneddoti di famiglia, cercare di racchiudere un decennio di storia in una manciata di domande non è semplice ma anche lui, prima di congedarsi, rivolge un affettuoso saluto ai tifosi giallorossi: «Auguro un felice anno nuovo a tutte le famiglie e a tutti i tifosi giallorossi, con l’augurio che il Catanzaro, che ultimamente sta facendo delle grandi cose, possa arrivare dove merita. Auguro con tutto il cuore, tutto il bene possibile e che i colori giallorossi possano trionfare in questo campionato di Serie B».

