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Si riparte dalla Carrarese di Calabro

Scritto da Davide Tomaino

I marmiferi al Ceravolo per continuare a stupire

Dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali riprende il campionato, che vedrà i ragazzi di Aquilani affrontare sabato al Ceravolo un avversario ostico: la Carrarese di una (non tanto) vecchia conoscenza della piazza giallorossa, Antonio Calabro.

Il club toscano è tornato nella stagione scorsa in serie B dopo 76 anni dalla sua ultima apparizione nell’immediato dopoguerra, quando il torneo cadetto era composto da tre gironi.

La ruota gira

Il tecnico di Galatina ha legato il proprio destino a quello degli azzurri il 17 gennaio del 2024, da quando è stato chiamato a sostituire Alessandro Dal Canto, esonerato con la squadra quarta in classifica nel girone B di Serie C. Calabro concluse il campionato terzo e portò i suoi a vincere il playoff in maniera sorprendente, battendo in finale il L.R. Vicenza.

Fino a quel momento, a 47 anni, il mister pensava che la parte migliore della carriera l’avesse già vissuta con le panchine di Viterbo e di Catanzaro in serie C, quasi rassegnandosi a quella dimensione, anche se in passato aveva dimostrato il suo valore allenando il Carpi in serie B, ma solo per una stagione, conclusa con un onorevole undicesimo posto.

Ma la ruota gira. Già, quella del motto impresso sul logo della società toscana Fortitudo mea in rota: la fortuna della Carrarese è stata quella di trovare sulla sua strada Antonio Calabro, un uomo del sud, e quella del tecnico la panchina della società toscana, che rappresenta la sua rivincita personale, dopo essere rimasto sei mesi senza squadra.

Rinnovare nella continuità

I Marmiferi dopo il dodicesimo posto in campionato dello scorso torneo, a soli 7 punti dai playoff, si presentano ai nastri di partenza con una squadra rafforzata, ma che mantiene la sua struttura. Ricordiamo che la salvezza è stata raggiunta con gran parte dei giocatori che avevano vinto i playoff nella stagione precedente.

Sul mercato la società apuana si è mossa bene e con oculatezza. Dopo l’arrivo del buon trequartista Kleis Bozhanaj in prestito dal Modena, il ds Lorenzo Pasciuti ha preso, per la stessa zona di campo, Nikola Sekulov dalla Sampdoria, in prestito con diritto di riscatto a favore della Carrarese. Poi altri due colpi quasi sul gong della chiusura delle trattative: Alessandro Arena, attaccante esterno classe 2000 dal Pisa, e il centrocampista Luis Hasa del Napoli.

Gli ultimi arrivi

Arena, arriva in prestito secco annuale dal Pisa dove, nella passata stagione, ha collezionato 21 presenze, realizzando 2 gol e fornito 2 assist. Piede mancino, può agire sia centralmente, sia sulle corsie laterali, agile e dotato di una buona visione di gioco.

Hasa arriva in prestito secco annuale dal Napoli: classe 2004, è di origini albanesi, ma di nazionalità italiana, tant’è che ha già indossato le divise delle selezioni giovanili dell’Italia, conquistando persino l’Europeo under 19 nel 2023, in cui è stato anche nominato miglior giocatore del torneo. Può ricoprire vari ruoli: anche se predilige giocare come trequartista, può essere impiegato anche come mezz’ala o come esterno offensivo, sia a destra, sia a sinistra. Purtroppo è stato il responsabile del terribile infortunio occorso a Marco Pompetti nella partita amichevole pre-stagionale conto il Napoli. Un fallo commesso per la foga di mostrarsi a Conte, con un intervento nettamente in ritardo a centrocampo, e che ha complicato e non di poco il mercato del Catanzaro, che ha perso per la prima parte del torneo il talentuoso centrocampista pescarese.

In difesa, oltre all’arrivo di qualche giovane, è stato preso l’esperto centrale polacco Bartosz Salamon, mentre in attacco si punta molto sul classe 2003 Fabio Abiuso, proveniente dal Modena, che dovrebbe supportare i più esperti Torregrossa (riscattato) e Finotto.

Il sistema di gioco

I movimenti di mercato permetteranno a Antonio Calabro di poter applicare diverse soluzioni di gioco, anche ponendo le basi per cambiare il suo classico modulo di riferimento che è il 3-4-2-1.

La sua idea è quella di avere giocatori che possano schierarsi anche con un 3-5-2, adottato spesso quando allenava il Catanzaro. Calabro non ha mai fatto mistero che il suo punto di riferimento sia Antonio Conte, salentino come lui, di cui ha studiato il modo di allenare la Juventus, oltre a osservare attentamente squadre con un gioco simile, come Atalanta e Bayer Leverkusen.

Marchio di fabbrica di questa Carrarese è la costruzione dal basso, che sfrutta la buona tecnica e la velocità dei due centrali di centrocampo (il talentuoso Schiavi e uno tra Zuelli o Parlanti) che si abbassano alternativamente a prendere palla e sviluppare il gioco spesso per le vie laterali, azionando l’inserimento dei braccetti Ruggeri e Imperiale.

In avanti, nella zona centrale, i continui movimenti verticali tra le linee dei due trequartisti (per ora Finotto e Bozhanaj) mettono in difficoltà l’intera linea difensiva avversaria, aprendo gli spazi per gli inserimenti da dietro. Gli esterni di centrocampo (ad oggi Zanon e uno tra Cicconi e Belloni) lavorano su tutta la fascia, rientrando in fase di non possesso e allargandosi in avanti, in modo da provocare l’apertura delle difese avversarie.

Rabbia e volontà

Antonio Calabro, che ha sul comodino L’arte di essere saggi di Seneca e la Bibbia, ha trasfuso nei suoi ragazzi una filosofia fatta di tenacia e orgoglio. Gli piace dire che in campo si va con la tuta da operai, non con la giacca e la cravatta.

All’inizio della passata stagione, vissuta da matricola, nello spogliatoio della Carrarese appese un foglio che rimase affisso tutta la stagione. C’era scritta solo una cifra: 1.16. Era la quota retrocessione attribuita alla sua squadra: voleva che il gruppo avvertisse la rabbia e volontà di rivincita che ha un uomo di campo, più che di calcio, come ama definirsi.

Chissà se e quale biglietto avrà appeso quest’anno, ma una cosa è certa: la Carrarese di Calabro cercherà di riuscire a sorprendere anche nella Serie B 2025-26.

 

Autore

Davide Tomaino

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