Dalla Curva

No della Vecchia Guardia Curva Ovest alla tessera del tifoso

Riceviamo e pubblichiamo

“TESSERA DEL TIFOSO: NO, GRAZIE”

Erano mesi che se ne discuteva tanto che le tifoserie italiane aspettavano un provvedimento repressivo sul tifo organizzato, ed ecco varata per l’inizio del campionato di calcio la “famigerata” Tessera del Tifoso. Ma, se per il  ministero degli Interni essa dovrebbe rappresentare  uno strumento utile a contribuire alla sicurezza negli stadi, secondo NOI  somiglia troppo a una pre-schedatura. L’idea lanciata lo scorso 27 Maggio dall’ Osservatorio nazionale del Viminale sulle manifestazioni sportive, sarebbe dovuta partire ufficialmente all’inizio di questo campionato, il 22 agosto, ma visto il ritardo con cui le società si stanno adeguando, il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha posticipato l’entrata in vigore degli effetti più penalizzanti al primo gennaio del 2010.
La Tessera del tifoso non è altro che una forma repressiva di controllo del tifoso e dell’Ultras tanto che decine di gruppi in tutta Italia stanno promuovendo azioni di protesta contro questa decisione del Governo. La normativa nasce dall’art. 9 della contestata Legge Amato che inibiva la vendita dei tagliandi per lo stadio a tutti coloro che sono stati destinatari di un Daspo (divieto d’accesso alle manifestazioni sportive), trasformando ogni “diffida” in “diffida a vita”.
Articolo mai realmente applicato dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive anche perché anticostituzionale. Il Daspo, infatti, è una misura restrittiva (adottata dal Questore) a scopo preventivo, e non può essere equiparato in alcun modo ad una condanna (tanto meno definitiva), anche perché non necessita di alcun processo. Trasformare ogni Daspo (un provvedimento già di per sé lesivo dei diritti civili della persona, che si vede privata della libertà direttamente dalla Polizia) in Daspo a vita, significa portare l’abuso alla massima potenza. Ed allora, se l’Italia è lo stato in cui siedono in Parlamento pregiudicati, la domanda sorge spontanea: ma per entrare allo stadio servano requisiti maggiori che per sedere nel Parlamento? E infatti, stando all’art. 9 della Legge Amato, allo stadio possono entrare tutti coloro che sono stati condannati in via definitiva: anche terroristi, mafiosi, pedofili e stupratori. Ma non chi ha commesso reati connessi al tifo (anche se ha interamente scontato la pena), e neppure chi ha ricevuto una diffida (anche quando fosse stato assolto al processo che talvolta segue il Daspo).  Per questo riteniamo che la “Tessera del Tifoso” serva proprio ad applicare questo articolo. Anche perché il suo rilascio si fonda sull’autorizzazione preventiva della Questura. E i diritti fondamentali dove sono finiti? E la libertà individuale? Per queste ragioni la “Vecchia Guardia” Catanzaro, nel preannunciare tutta una serie di iniziative pubbliche finalizzate a contestare questa scellerata decisione del Governo, invita tutti i tifosi delle gloriose Aquile Giallorosse a prendere coscienza della problematica respingendo qualsiasi ipotesi di “tessera del tifoso” che altro non fa che contribuire, probabilmente in maniera determinante, ad “uccidere” quel poco di passione di cui ancora oggi, malgrado tutto, s’intravede traccia negli stadi italiani.

VECCHIA GUARDIA
     CURVA OVEST
                                                                                       CATANZARO

Autore

Salvatore Ferragina

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