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Velocità, balistica, fantasia: ecco Dario Barraco

Scritto da Redazione
Dal Guidonia alla B col Latina: la storia del talentuoso ragazzo romano, un po’ ala un po’ trequartista

Dario Barraco arriva a Catanzaro con un po’ di ritardo, restando in giallorosso dopo la non felicissima parentesi leccese. Due anni di contratto per lui che, di fatto, prende il posto della meteora Madonia che ha salutato Catanzaro dopo cinque mesi da dimenticare. Il pezzo finale della parabola dei due calciatori non è troppo diversa. I due si ritrovano insieme nel Trapani di Boscaglia, stagione 2010-11, in Seconda Divisione. Barraco gioca a destra, Madonia a sinistra di un 4-4-1-1, cugino stretto del 4-2-3-1 di Moriero. All’ultima di campionato riescono nell’impresa di farsi battere dal Catanzaro degli spartani, grazie a un gol di Capicotto.

Ma sono già concentrati sui play-off, durante i quali battono prima il Neapolis, poi l’Avellino in finale. Barraco segna su rigore dopo 6 minuti nella gara di ritorno in casa, dopo che il Trapani era stato sconfitto 2-1 al “Partenio”. Finisce 3-1 ai supplementari: i siciliani volano in Prima Divisione. Il campionato lo aveva stravinto il Latina che si ritrova la squadra di Boscaglia anche l’anno successivo. Madonia e Barraco continuano a fare sfracelli, uno a destra uno a sinistra, in uno scacchiere perfetto. Il Trapani vola, ma si ferma nelle ultime 5 partite. Una sola vittoria, due pareggi, due sconfitte. Lo Spezia vola in B, i siciliani vanno ai play-off. La Cremonese viene battuta da due gol di Pirrone, ma in finale c’è il Lanciano. Il Trapani passa due volte in vantaggio: all’andata finisce 1-1, al ritorno il gol dopo pochi secondi dall’inizio di Gambino illude. Finisce 1-3.

Si chiude il ciclo in Sicilia di Barraco che approda proprio al Latina, dove diventa compagno di squadra di Bindi. Madonia trascina il Trapani in B, Barraco è il grande protagonista della cavalcata dei laziali verso i cadetti. Dario segna 10 gol in una stagione: è il massimo in carriera. Il suo numero di maglia è il 7. Una sua magia stende alla seconda giornata al “Francioni” il Catanzaro di Cozza: un tiro al volo dai 22 metri. Il Latina chiude terzo, ritrova Sanderra al posto di Pecchia e accede ai play-off. Dario regala la finale ai pontini con un gol a 15 minuti dalla fine nel ritorno contro la Nocerina: un tiro da 30 metri che beffa il portiere campano. In finale, poi, il trionfo sul Pisa 3-1 ai supplementari, per una promozione che ha il sapore della storia.

L’eurogol di Barraco contro il Catanzaro con la maglia del Latina

 

Nella stagione successiva, Barraco in B non trova molto spazio. Auteri viene cacciato subito e il modulo di Breda non lo aiuta. Finisce presto nel dimenticatoio, proprio come Madonia a Trapani. È il Lecce a prenderlo a gennaio, mentre il Catanzaro va su Madonia. Arriva non proprio in forma e deve inserirsi in una squadra che vola verso la rimonta. Gioca comunque 10 partite, le ultime cinque da titolare, segnando una tripletta al Prato. Nei play-off gioca due spezzoni, in finale a Frosinone va addirittura in tribuna, suggellando una stagione da dimenticare e la sua rottura con Lecce.

Lo aspetta il Catanzaro, che potrà utilizzare fantasia e qualità dell’attaccante in tutte e tre le posizioni dietro alla prima punta. Dario ha arretrato col passare degli anni la sua posizione, adeguandosi alle esigenze del nuovo calcio. Da classica seconda punta di movimento, si è ritrovato a fare il trequartista, ma soprattutto l’ala destra (ma può giocare anche a sinistra) con spiccate caratteristiche offensive. Dotato di doti balistiche eccellenti, ha segnato tanti gol incredibili in carriera.

Una carriera iniziata sui polverosi campi della periferia romana. A Cinecittà da bambino, poi a Tor Tre Teste. La capitale nel sangue, anche quando arriva la chiamata delle Giovanili del Como. Dario ci pensa, va, ma torna subito a casa. Con la Berretti del Guidonia arriva a giocare la finale nazionale contro la Juventus. Romanista sfegatato, inizia la sua carriera tra i “grandi” proprio col Guidonia in serie D, poi finisce per uno scherzo del destino a casa Di Canio, nella Cisco. Lo frenano i problemi fisici, la pubalgia. Ma il talento c’è per questo ragazzo piccolino ma velocissimo e senza peli sulla lingua. Celano, ancora Cisco e Alghero gli consentono di farsi le ossa, poi il Trapani e il salto di qualità. Sicuramente non raggiungerà più i livelli del suo idolo Roberto Baggio, ma è in grado di farci divertire. E se restasse anche il gemello romano Andrea Russotto

Ivan Pugliese

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