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Catanzaro-Palermo 0-0: l’analisi tecnico-tattica

Scritto da Paolo Carnuccio

La gara contro il Palermo è stata forse la più brutta prestazione casalinga del Catanzaro.

La formazione di mister Vivarini ha giocato decisamente male sotto tutti i punti di vista portando a casa un pareggio che mantiene inalterati i problemi da risolvere.

Il Catanzaro si schiera con il 3-5-2: Branduani in porta, linea di tre con Fazio nel mezzo, Martinelli e Scognamillo ai lati; centrocampo di cinque con Bayeye a destra e Porcino a sinistra al posto dell’indisponibile Vandeputte, mentre nel mezzo giocano Welbeck con Verna ed il nuovo arrivato Sounas ai fianchi; in attacco la coppia Cianci-Vasquez.

Il Palermo adotta un sistema 4-2-3-1, in cui in difesa spicca la potenza di Lancini (uno dei migliori difensori centrali di tutta la categoria), mentre a centrocampo i due play sono De Rose e Dall’Oglio, in attacco l’unica punta avanzata è Soleri.

La partita inizia subito male per gli uomini di Vivarini perché il Palermo prende campo, pressa forte la palla e si posiziona stabilmente nella metà campo giallorossa.

In fase di non possesso l’organizzazione di mister Baldini è chiara: creare superiorità numerica tra le linee e soffocare il palleggio del Catanzaro.

L’assenza di un uomo d’ordine che possa lavorare la palla con qualità impedisce al Catanzaro una manovra fluida.

Si notano alcuni errori dovuti alla forte pressione da parte del Palermo, la squadra di Vivarini non riesce ad uscire dalla propria metà campo.

A parte una buona occasione di Welbeck, il Catanzaro non risulterà mai pericoloso, non tirerà mai verso la porta dell’inoperoso portiere siciliano.

De Rose e Dall’Oglio gestiscono ritmo ed intensità su ogni pallone, l’interdizione della formazione giallorossa è sterile e poco efficace.

Il primo tempo scivola via con qualche preoccupazione per la porta di Branduani, mentre Cianci e Vasquez sono poco serviti e non lavorano mai sotto la linea della palla per aiutare i compagni di centrocampo.

Il secondo tempo si apre con lo stesso copione con cui si era concluso il primo.

È sempre la formazione ospite a prendere campo e dominare il gioco, sui lati Porcino e Bayeye provano qualche timida sortita ma senza risultati.

Vivarini si accorge che le cose possono mettersi male e cambia assetto.

Entrano Bombagi e Carlini, escono Porcino e Sounas, si passa ad un 4-4-2 con esterni proprio i nuovi due entrati.

Porcino esce per scelta tecnica, mentre Sounas ancora non regge tutto il ritmo di gioco.

La mossa scompagina il Palermo, il Catanzaro allarga il gioco sui lati, Carlini prende l’iniziativa e non si nota più alcuna inferiorità in mezzo al campo.

Si assiste a dieci minuti in cui il Catanzaro sembra riprendere in mano le redini del gioco affacciandosi timidamente nella metà campo avversaria.

Ma è solo un fuoco di paglia perché immediatamente arriva la contromossa del sempre lucido mister Baldini del Palermo: dentro Floriano e Odjer, fuori un ottimo Dall’Oglio e Felici, in un attimo letteralmente ridisegnata la corsia di sinistra.

La partita si rimette nei binari dei rosanero che la conducono fino alla fine avendo anche qualche timida palla gol per portare a casa l’intero bottino.

Vivarini fa entrare il nuovo arrivato Biasci per lo spento Vasquez e Baldini alterna Soleri con Brunori (che spreca una buona palla gol) e la partita finisce in pareggio tra i fischi dello sparuto pubblico infreddolito per la serata glaciale.

La chiave tattica

L’assetto aggressivo del Palermo in fase di non possesso palla, la superiorità numerica nella zona centrale del campo sempre da parte dei rosanero, e la scarsa gestione del possesso da parte del Catanzaro. Baldini capisce che deve pressare alto ed interdire le fonti di gioco del Catanzaro.

La squadra giallorossa non lavora mai sui lati, tende ad accentrare nei piedi dei tre centrocampisti la manovra senza avere qualità per servire le punte che appaiono isolate e senza alcuna possibilità di essere pericolose. Quando Vivarini cambia, Baldini risponde e la maggiore organizzazione dei siciliani prevale.

 Cosa ha funzionato

Nulla, la difesa ha commesso errori perché in evidente carenza di precise soluzioni di palleggio, il centrocampo è stato praticamente quasi sempre sotto pressione, sulle corsie esterne si è fatto poco o nulla senza la giusta convinzione, in attacco, le due punte non sono mai pervenute.

 Cosa non ha funzionato

Intanto, e non è poco, la situazione di organico. Il Catanzaro è stato costretto a giocare con almeno tre calciatori dati in lista di trasferimento (Porcino-Cinelli-Carlini), e con i nuovi acquisti sostanzialmente inefficaci.

Sounas senza i novanta minuti sulle gambe; Iemmello ancora (e non si sa per quanto tempo) fuori condizione; Maldonado indisponibile; Bjarkason non utilizzato; Biasci inserito nell’ultimo scorcio di partita.

A fronte di questa situazione c’è poco da recriminare, la squadra non ha un’identità, non ha un assetto stabile, non può giocare bene. Le scelte della società sono state quelle di rivoluzionare la squadra quasi in tutti i reparti inserendo calciatori che però hanno bisogno (ovviamente) di tempo per prendere condizione, tattica e stimolo mentale.

A parte la difesa, il centrocampo e l’attacco sono stati praticamente stravolti, i nuovi calciatori non sono ancora pronti mentre gli attuali devono galleggiare nelle loro prestazioni prima di approdare alle nuove destinazioni.

Vivarini è stato ingaggiato con un percorso di lungo periodo e nella partita contro il Palermo ha potuto fare ben poco. Quando la squadra avrà completato l’inserimento di tutti i calciatori nuovi arrivati allora si potrà valutare se quello che stasera non ha funzionato contro il Palermo potrà essere addebitato a fattori di natura tecnica.

Per il momento registriamo la pessima figura di una squadra che allo stato non ha nessuna minima parvenza di identità e che purtroppo ha ancora bisogno di tempo (speriamo non molto) per ritrovarla.

Autore

Paolo Carnuccio

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