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Andrea Ghion, un regista con un passato sulla trequarti

Scritto da Emanuele Mongiardo

Dopo un’estate passata a interrogarsi su chi sarebbe stato il nuovo regista del Catanzaro, finalmente i giallorossi hanno ufficializzato Andrea Ghion. Classe 2000 di proprietà del Sassuolo, arriva in Calabria dopo un lungo corteggiamento da parte del Pescara: «Con noi aveva qualcosa in più di una semplice parola data, ma il calcio oggi è così – ha affermato contrito il presidente biancazzurro Sebastiani – La sera del 14 ha parlato con Colombo dicendo di aver scelto il Pescara, poi il giorno dopo ha detto sì al Catanzaro».

Ghion difatti è alla terza stagione tra i professionisti. Ha accumulato una manciata di minuti in Serie A col Sassuolo di De Zerbi, in quella stranissima estate del 2020 in cui si disputavano partite a ridosso della mezzanotte. La stagione successiva è andato in prestito al Carpi, girone B di Serie C, mentre lo scorso anno lo ha passato a Perugia in Serie B, dove però ha racimolato appena 501 minuti in campo, un po’ come il suo ex compagno Sounas prima di trasferirsi dal “Curi” al “Ceravolo”. Ghion, quindi, torna in Serie C per consolidare ulteriormente la propria fama e diventare, in maniera stabile, un giocatore da cadetteria. La speranza è di percorrere questo step di pari passo col Catanzaro. Se si parla di tecnica, Ghion è già da adesso un centrocampista da Serie B, dotato di ottimi piedi e visione di gioco. In questa stagione, allora, dovrà aggiungere al proprio repertorio tutte quelle peculiarità che gli mancano per salire di categoria.

Il tocco da trequartista ma il presente e il futuro a centrocampo
«Da piccolino giocavo da trequartista e mi piaceva molto perché mi sentivo più libero di fare la giocata, segnavo di più. Col passare degli anni sono passato davanti la difesa e mi piace perché tocco tanti palloni, mi piace fare l’assist». Così descrive la sua carriera il ragazzo di Mantova. Fino ad adesso, tra i professionisti, Ghion ha occupato tutte le posizioni del centrocampo: mezzala, mediano in un centrocampo a due, vertice basso di un centrocampo a tre.

Sulla carta, e per come è stato introdotto nel simpatico video di presentazione, Ghion arriva a Catanzaro per giocare da vertice basso del 3-5-2 e quindi per contendere il posto a Cinelli. Come al solito, va fatto un disclaimer sul fatto che il centrocampo del Catanzaro non rimanga in maniera rigida a tre, ma spesso passi a due con Sounas sulla destra che si alza: questo per non escludere del tutto la possibilità di vedere entrambi i registi insieme, magari con Ghion da mezzala sinistra. Tuttavia, è lecito pensare che Ghion e Cinelli si contenderanno il posto da metodista, ognuno con le proprie peculiarità. Cinelli rispetto al mantovano offre maggior presenza fisica e una miglior capacità di intervenire sulle linee di passaggio in fase difensiva. Ghion, però, dovrebbe garantire una maggior qualità in fase di uscita palla.

La miglior qualità dell’ex Carpi, infatti, è la sua capacità di eludere la pressione – fondamentale in cui emerge il suo passato da trequartista, soprattutto nel modo in cui copre la palla. Di spalle, Ghion usa il baricentro basso per basculare intorno al pallone e mandare fuori strada chi lo pressa. Fronte alla porta, invece, legge bene la direzione della corsa degli avversari per prenderli controtempo. Nel migliore dei casi, rigira l’aggressività contro i rivali portando in avanti il pallone e connettendosi con la fase di rifinitura. Se invece non c’è spazio per avanzare, è abile in quei dribbling difensivi che sconsigliano all’avversario di pressare, conservano il pallone e permettono di ordinare la squadra, come piace a Vivarini. Per la sua capacità di mantenere la palla nello stretto, Ghion ricorda un po’ Antonio Junior Vacca, un centrocampista con i virtuosismi della mezzapunta, a cui era impossibile rubare la sfera – e chissà che De Zerbi, ai tempi del Sassuolo, non gli abbia consigliato di muoversi in maniera simile all’ex regista del suo Foggia.

Ma perché se Ghion è così abile con i piedi non ha continuato ad agire da trequartista? Innanzitutto, come ha raccontato lui, giocare più basso gli permette di toccare più palloni. Dopodiché, partire da regista significa giocare soprattutto fronte alla porta, mentre da trequartista spesso si è costretti a scomode ricezioni di spalle. Se vede il gioco frontale, Ghion è in grado non solo di condizionare il possesso sul corto, ma anche di incidere sul lungo, sia con filtranti rasoterra che pescano i compagni tra le linee, sia alzando il pallone per i lanci in profondità. Insomma, il range di passaggi del Catanzaro, con lui in campo, dovrebbe essere più verticale.

Adesso la mediana giallorossa è davvero completa per caratteristiche. Con Pontisso e Ghion il livello tecnico si è decisamente alzato, ma, come è facile intuire, Vivarini dovrà innanzitutto trovare equilibrio per non soffrire sui palloni alti e in transizione. C’è curiosità di capire cosa potrà fare un allenatore dalla proposta offensiva così ben definita con un centrocampo del genere.

Autore

Emanuele Mongiardo

2 Commenti

  • Bravo Emanuele Mongiardo. Un piacere leggere le tue disamine tattiche.
    Ghion è un fuoriclasse per la categoria, il dubbio è la personalità.
    Giocare a Catanzaro è diverso che giocare a Sassuolo o a Carpi davanti alla zita e ai cuginetti.
    Speriamo bene.

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