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Catanzaro: alla ricerca di un futuro migliore (iniziando da gennaio)

L’editoriale di Francesco Ceniti

COM’E’ noto ottimismo e pessimismo non costano nulla: ognuno può dispensarne overdosi senza correre rischi immediati. In questi ultimi mesi il Catanzaro ha di sicuro favorito il proliferarsi dei secondi, ma da un paio di settimane la tendenza si sta invertendo. Il possibile cambio societario, una classifica meno preoccupante, il ritorno allo stadio degli ultrà e il prossimo Natale hanno ridato fiato ai tifosi giallorossi. Non vorremmo fare l’avvocato del diavolo, ma alcune cose è meglio puntualizzarle adesso.
Partiamo dalla NUOVA SOCIETA’: Domenico Cavallaro ostenta ottimismo e prevede la cessione dell’Us 1929 in tempi brevi. Noi vogliamo credergli (almeno in questa fase), ma la cosa non ci basta. Da Merlo ad Albano, da Albano a Soluri, da Soluri a Mancuso. Gli ultimi tre avvicendamenti sono stati abbastanza simili: la vecchia dirigenza contestata e vilipesa, mentre la nuova era accolta come la panacea. La storia, insegnano a scuola, è maestra di vita, quindi bisognerebbe andarci con cautela con le osanna. Insomma, quando sarà annunciato (e soprattutto certificato da un notaio) il nuovo presidente, non ci accontenteremo dei proclami di circostanza (sono come l’ottimismo e il pessimismo: non costano nulla), ma pretenderemo fatti concreti. Il rilancio del Catanzaro (“rubando” lo slogan degli ultrà) può e deve avvenire subito. I “famosi” anni di transizione sono baggianate: quando una società ha programmi ambiziosi li mette immediatamente in pratica e non aspetta certo un anno (vedi i Gaucci che hanno centrato le promozioni fortemente cercate con il Catania e con la Sambenedettese). Quindi, fosse anche Moratti il nuovo presidente del Catanzaro, deve illustrare i piani del rilancio, garantire un organigramma importante e, soprattutto, investire. Con oculatezza, ma investire (fin dal prossimo gennaio). Solo così il tifoso giallorosso sarà invogliato a sostenere la squadra e a riempire il Ceravolo come ai bei tempi.
Punto secondo: le DUE VITTORIE consecutive. Abbiamo scritto più volte come questa squadra sia incompleta, ma non per questo scarsa (almeno nel panorama attuale della C2). Se si leggono con attenzione i numeri del campionato, si scopre che la Nocerina ha subìto un gol in meno del Catanzaro, ma ha realizzato sei reti in più. Bene, quella “sestina” vale ai molossi ben 13 punti di differenza e il secondo posto in classifica. Capite bene che sarebbe bastato avere una signora punta per ritrovarci in un’altra situazione. Se non fosse sufficiente quest’argomentazione, c’è ne sono altre: Ciardiello e soci sono la seconda miglior difesa del girone, hanno perso solo quattro gare (una in più della “corazzata Bitetto”) e nelle ultime sette partite viaggiano a una media play off (12 punti). Detto questo ci sembra abbastanza evidente che non possono bastare due vittorie striminzite (e con avversari modesti) per scacciare la crisi. Occorrono conferme (a iniziare dalla trasferta di Tivoli) e continuità di risultati, ma soprattutto tre innesti importanti a gennaio (una prima punta, un centrocampista e un esterno di sinistra). Non solo, è importante trattenere giocatori come Alfieri, Ascoli e Ferrigno, mentre sarebbe il caso di dare più spazio ai due Machado (decisamente migliori di Ambrosino e Bertuccelli). Senza queste certezze l’obiettivo finale non potrà essere che una salvezza tranquilla.
Terzo punto: il RITORNO DEGLI ULTRA’ allo stadio. Senza dubbio una buona notizia: abbiamo più volte auspicato questo fatto e siamo convinti che il loro apporto sia indispensabile. Ci piace, poi, sottolineare il dinamismo degli ultimi giorni: il corteo effettuato dopo la gara con l’Olbia può servire per “svegliare” la città dal torpore. Restiamo convinti, però, che alcuni risultati (tanto per intenderci il cambio ai vertici societari) si potessero ottenere anche senza ricorrere alla desolante immagine della Capraro deserta. Ovviamente ognuno ha le proprie idee su come portare acqua al mulino chiamato Catanzaro. In ogni caso domenica a Tivoli ci sarà l’ennesima dimostrazione dell’attaccamento ai colori giallorossi da parte dei tifosi: non è poi così utopistico, infatti, pensare che saranno almeno 500 le persone pronte a sostenere Moscelli e compagni.
Qual era l’ultimo argomento? Certo, il Natale: ci sarebbe da aprire un lungo discorso, ma questa è un’altra storia.

Autore

Francesco Ceniti

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