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Chi è e come gioca Matias Antonini

Scritto da Emanuele Mongiardo

Alla fine, il tanto agognato rinforzo in difesa è diventato realtà. Il Catanzaro ha scelto di puntare su Matias Antonini, brasiliano classe ’98 da un paio d’anni tra i migliori centrali della Serie C. La decisione di investire su di lui sembra coerente con la politica di mercato del Catanzaro: si è scelto un profilo di buon livello ma con ancora dei margini di miglioramento, che in futuro possa portare benefici non solo ai compagni in campo ma anche alle casse societarie, qualora dovesse esplodere.

La Serie B negli ultimi anni ha regalato diverse storie di difensori provenienti dalla terza serie capaci di raggiungere i piani alti del calcio italiano: Federico Gatti alla Juventus è il caso più eclatante, ma anche Baschirotto al Lecce, l’ex giallorosso Ilario Monterisi al Frosinone o Alberto Dossena al Cagliari sono degli esempi virtuosi. Il fatto di arrivare dalla Serie C, quindi, non dovrebbe essere un problema.

Ciò non toglie, comunque, che esistano degli interrogativi a cui solo il tempo saprà dare delle risposte che, si spera, possano dare ragione all’operato di Magalini e della società.

Le caratteristiche di Antonini

Antonini si è affermato nella linea a tre di Eziolino Capuano, dove ha dimostrato grandissima affidabilità e concentrazione a difesa della propria porta. Se le qualità nel gioco aereo e in marcatura sono sembrate indiscutibili in Serie C, bisogna però fare la tara rispetto al nuovo sistema entro il quale dovrà ambientarsi il nuovo acquisto giallorosso.

Il Taranto, infatti, a parte alcuni spezzoni di partita, era solito chiudersi a difesa della propria porta. Con un baricentro basso, Antonini si era dimostrato un difensore incredibilmente solido. Il Catanzaro, però, affronta in maniera diversa la fase difensiva. Vivarini preferisce provare a pressare alto le squadre avversarie, creando duelli a tutto campo. Antonini, dunque, è chiamato ad immergersi in sistema difensivo del tutto differente, con un baricentro ben più alto, e in cui dovrà tentare l’anticipo sugli avversari.

Il modo di difendere del Catanzaro, orientato sull’uomo, rischia di allungare la squadra ed esporla alle iniziative avversarie, come accaduto ieri a Piacenza: da questo punto di vista, non può bastare il solo Antonini a risolvere le lacune difensive, perché i problemi strutturali in fase di non possesso rimangono al di là dei singoli.

Di certo, però, il brasiliano potrà dare maggior sicurezza nel gioco aereo. Si tratta di un centrale alto un metro e novantatré, nettamente più alto sia di Brighenti che di Scognamillo, con un ottimo senso della posizione in area. Considerata, però, la cautela con cui Vivarini cerca di inserire i nuovi acquisti, riuscirà a rubare il posto a uno dei due titolari nel breve periodo? Il Catanzaro è solito passare dalla difesa a quattro alla linea a tre in fase di possesso e Antonini potrebbe prendere il posto di entrambi visto che ha fatto sia il centrale che il terzo di difesa a destra – o braccetto, se preferite un termine tanto sgraziato.

 

Nelle ultime due stagioni, poi, Antonini si è dimostrato minaccioso anche in fase offensiva: quest’anno sono già 4 i gol segnati in 20 presenze. L’ex Taranto svetta sui calci d’angolo, dove dimostra grande tempismo. Il problema del Catanzaro, però, è che spesso i corner e i calci piazzati in area ci arrivano poco e male: Vandeputte è un grandissimo crossatore con palla in movimento, ma ha difficoltà da fermo. Sarebbe un peccato non migliorare la battuta dei calci piazzati con un saltatore come Antonini.

In conduzione con la palla aggiungerebbe maggior qualità rispetto ai difensori attuali, ma resta da capire come si adatterà a difendere con tanto campo alle spalle. Antonini ha venticinque anni, l’età giusta per tentare il salto di categoria, visto che i difensori, di solito, raggiungono il picco del rendimento intorno ai trent’anni. In ogni caso, non è intelligente pretendere che sia solo lui a risolvere i problemi difensivi del Catanzaro e si spera che Vivarini, il suo staff e i giocatori possano trovare una soluzione all’emergenza delle ultime giornate.

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Emanuele Mongiardo

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