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Cosa ci ha fatto capire Udinese-Catanzaro

Scritto da Emanuele Panza

Possesso, coraggio, esordi e aspettative: l’analisi completa della trasferta di Udine

La trasferta di prestigio nella casa dell’Udinese ci lascia diversi spunti da analizzare in vista della prossima stagione di Serie B ormai alle porte.

Partendo dal passivo finale, sicuramente troppo severo per i valori dimostrati in campo, passando per il 57% del possesso palla giallorosso al termine del primo tempo in casa della dodicesima forza assoluta italiana, per arrivare all’analisi delle grandi individualità e dei pezzi mancanti di un puzzle difensivo ancora incompleto.

Il gioco

E’ sempre lui il vero top player del Catanzaro: il gioco.

Il primo tempo dei giallorossi è orgoglio allo stato puro, rappresentazione perfetta del calcio di Vivarini. I ragazzi scendono in campo con la solita mentalità di sempre, testa alta e si parte dalle retrovie senza paura dei bianconeri da 28 anni stabilmente in Serie A. Il tutto parte da Fulignati, che fa brillare gli occhi di un Trevisani al commento che lo definisce letteralmente “da playstation“. Il portierone toscano tocca un quantitativo di palloni enorme e lo fa sempre con precisione, Ghion e Pontisso giocano finalmente vicini e scambiano bene in mezzo al campo staccandosi con i tempi giusti per ricevere il pallone e dettando i tempi a dovere, Vandeputte manda più di una volta in tilt le capacità difensive di Ebosele, il titolare della fascia destra friulana. I giallorossi fanno questo gioco sin da subito, e lo fanno talmente bene da far ingolosire tutti gli spettatori di Italia 1 nei quali rimbalza incontrollato il pensiero folle che il Catanzaro, neopromosso in Serie B dopo quasi 20 anni, stia palleggiando in faccia all’Udinese. Ottima la reazione alla rete di Lovric innescata da un super Thauvin, a dimostrazione di una squadra che ha carattere e fiducia nei propri mezzi, i giallorossi trovano subito il pareggio e lo fanno con la solita azione corale chiusa dal belga con un destro tagliente che buca Silvestri.

Al netto di un secondo tempo poco brillante che condanna i ragazzi alla sconfitta, i giallorossi hanno ormai avviato un progetto tecnico due stagioni fa ed è giusto dare continuità al tecnico che ha letteralmente cambiato il volto della squadra. La traccia è estremamente chiara, e sarà la stessa anche in Serie B: il Catanzaro non ha intenzione di snaturarsi, propone la sua idea di calcio a priori dalla forza dell’avversario attaccando con coraggio e assumendosi gli inevitabili rischi che questa filosofia porta con sè.

La difesa

A proposito di rischi, la gara di Udine accende un piccolo campanello d’allarme sull’organizzazione difensiva della squadra.

Perso Martinelli, presi Veroli e Krastev, il Catanzaro sembra avere le idee chiare su quello che sarà il futuro della difesa giallorossa che si ritrova ad affrontare una piccola rivoluzione rispetto alle ultime stagioni che hanno visto terzetti difensivi di grande esperienza sia in termini di età che di prestazioni sul campo. Se Martinelli rappresentava una fondamentale fonte di gioco in quanto regista difensivo, nè Krastev nè Veroli sembrano poter sostituire l’ex capitano in termini di capacità d’impostazione della manovra, eppure Vivarini in conferenza stampa è stato chiaro: i ragazzi avranno spazio e fiducia, e la conferma arriva proponendo Veroli dal primo minuto. L’esordio del ragazzo cresciuto nella primavera del Cagliari non è certo facile, e inevitabilmente è un alternarsi di chiaroscuri che culminano con l’incertezza che porta Beto al gol del raddoppio bianconero. Il migliore del trio difensivo è Scognamillo, mentre Brighenti è ovunque per più di metà gara ma paga lo sforzo perdendo lucidità sull’intervento che causa il rigore che chiude il match.

Indipendentemente dalle sbavature, Brighenti e Scognamillo restano le due colonne su cui continuerà a fondarsi la difesa giallorossa, ma resta ancora da sciogliere il dubbio sull’ultimo pezzo del puzzle difensivo. Nelle gerarchie Krastev sembra essere avanti rispetto a Veroli, ma entrambi hanno bisogno di tempo per crescere ed è qui che si delineano le due possibili scelte: puntare sui due Under per completare la difesa, accettando i potenziali errori che fanno parte del fisiologico processo di crescita di un calciatore ma raccogliendone i frutti a lungo termine, oppure fare un altro sforzo economico per acquistare un difensore Over già pronto per la categoria.

La scelta verrà senza dubbio definita nei prossimi giorni in base ai movimenti della società sul mercato, ma ciò che filtra dalle ultime due uscite è che il Catanzaro ha probabilmente bisogno di maggiore fisicità in campo, facendo anche un pensiero ad un possibile sostituto che incarni caratteristiche di gioco simili a Martinelli.

I cambi

Protagonisti della scorsa stagione, leggermente in ritardo a Udine.

Pressing alto e ritmi alti sotto il sole di Agosto il Catanzaro li paga a caro prezzo dal 50′ in poi. I cambi, gestiti alla perfezione nell’ultima stagione e che spesso hanno portato punti pesanti, stavolta arrivano con almeno 5′ di ritardo. Dal raddoppio di Beto in poi, i giallorossi sono visibilmente stanchi, Ghion e Pontisso perdono lucidità nella manovra, Sounas e Brignola vengono sovrastati fisicamente da un’Udinese molto più aggressiva del primo tempo e Biasci finisce per girare a vuoto nel tentativo di rincorrere i lanci lunghi di Fulignati.

Considerato l’impatto positivo dei subentrati, su tutti D’Andrea e Oliveri, resta un retrogusto amarostico nella gestione dei tempi delle sostituzioni e concede uno spunto per analizzare l’importanza della panchina nella prossima stagione. Il Catanzaro, nonostante sia ancora da completare, possiede già delle pedine importanti: D’Andrea sembra essere il più pronto di tutti, nei due spezzoni di Vibo e Udine ha dimostrato dei colpi di gran classe e l’esperienza maturata tra Nazionale Under 18/19 e Serie A a Sassuolo non può che far da slancio per la prossima stagione in cui ha tutte le carte in regole per essere un crack. In un campionato logorante come la Serie B, starà al tecnico dimostrare ancora una volta le sue capacità di gestione corale per far sentire tutti importanti e soprattutto inserirli al posto giusto nel momento giusto.

Le due individualità

Fulignati

Il portierone toscano “da playstation” è uno dei nostri maggiori punti di forza e lo dimostra anche contro l’Udinese. Forte nel palleggio, ha visione, coraggio e precisione, gioca la palla in qualsiasi zona del campo e si stacca dalla sua area piccola per dare sempre un’opportunità in più di gioco ai compagni. Al netto dei rischi di questo modo di giocare, la sua interpretazione del ruolo si sposa perfettamente con il concetto di portiere moderno e soprattutto con la filosofia di gioco di Mister Vivarini. Fulignati non solo fa da primo regista della squadra, ma consente ai compagni di raggiungere più velocemente zone del campo pericolose attirando a sè la pressione avversaria e mandandola a vuoto, inoltre, rappresenta sempre un’opzione di palleggio in più quando bisogna rifugiarsi nella propria metà campo per rifiatare o semplicemente per nascondere il pallone.

Vandeputte

Il belga brilla più di tutti. E’ esplosivo, si propone con personalità sulla fascia sinistra vincendo spesso e volentieri lo scontro con Ebosele e fulmina Silvestri con un gran tiro sul primo palo firmando uno dei gol di maggior prestigio della storia recente giallorossa. La giocata di prima intenzione col tacco a liberare il contropiede è una delle giocate più bella del match e l’intera prestazione fa di lui il “Man of the match” indiscusso. La sua performance è un gran segnale in vista della prossima stagione, Vandeputte in queste condizioni può e deve essere la perla di una squadra che gioca per proporre ed offendere, i numeri delle sue ultime due stagioni (58 gol+assist in 2 anni) [1] sono fuori dalla logica ed è nel momento ideale della sua carriera per prendersi la squadra sulle spalle ed essere devastante.

A circa una settimana dall’esordio a Cremona, il Catanzaro se ne va dalla vetrina di Udine con una sconfitta a testa alta, pienamente consapevole dei propri punti di forza, ma soprattutto dei pezzi mancanti che possono completare al meglio quella che può essere una mina vagante della prossima stagione di Serie B.

[1] Dati Transfermarkt

 

Autore

Emanuele Panza

8 Commenti

  • Bravo Emanuele nella disamina confermo che a prima vista il reparto che desta qualche preoccupazione e’ la difesa che va sistemata mentre il centrocampo non deve consentire le ripartenze degli avversari che con lanci precisi ci hanno messo in grossa difficolta’ porgendo agli attaccanti facili conclusioni.
    Nel secondo gol di Beto oltre all’errore dei due nostri difensori bisogna sottolineare l’assenza di Brighenti che probabilmente e inconsciamente si era portato in avanti per sostenere l’azione che ha portato al tiro Sounas .
    E’ stato un errore determinante che andava evitato oltre al rigore . Sicuramente Viva sapra’ come intervenire e qualche nuovo innesto portera’ i dovuti miglioramenti
    E’ chiaro che per adattarsi alla nuova categoria ci vorra’ del tempo e una migliore condizione fisica ci portera’ a evitare qualche errore di troppo.

    • Concordo sulla difesa, partendo dal principio che in serie B occorre soprattutto una difesa forte. Poi magari Vivarini ci smentirà a suon di gol. Seconda cosa non sottovaluterei il contributo dei giovani, Ambrosino, D’Andrea, Oliverio, Krastov mi sembrano molto validi, spero che verranno impiegati spesso. Un pò più di cazzimma in campo, l’Udinese ogni volta che ripartavamo ci facevano puntualmente un fallo per bloccare l’azione, noi MAI.

  • Anche a me la squadra mi è piaciuta molto, però se leggo le partecipanti alla serie B temo che non sarà facile mantenere la categoria, sulla carta sono tutte forti

  • Ci ha fatto capire che avremmo dovuto completare la squadra visto che abbiamo avuto tutto il tempo ed il campionato inizia sabato e ci stiamo ancora chiedendo chi gioca in difesa.

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