CRONACA- Elevato il rischio povertà nel comune di Catanzaro

‘Non mi lasciano affatto sorpresa ne sconcertata i dati diffusi dall’Osservatorio Codici sulla percentuale del 41% di famiglie povere o a rischio nella sola Catanzaro. Per me assistente sociale il cui pane quotidiano e’ il confronto continuo e impotente con il disagio e la poverta’, dico che c’era da aspettarselo in una citta’, e aggiungo in una regione, dove le politiche sociali non hanno mai rappresentato una priorita”. A sostenerlo e’ l’assistente sociale Amalia Talarico, in merito ad uno studio secondo il quale il 41% delle famiglie catanzaresi e’ povera o a rischio poverta’.
‘La politica comunale degli assessorati ai Servizi sociali in tutti questi anni – ha aggiunto – e’ stata la politica del ‘si vive alla giornata’, con interventi spesso caratterizzati da una prassi della contingenza cioe’ la risoluzione o per meglio dire il tamponamento del bisogno immediato rispetto alla definizione delle priorita’ e quindi del programma. Quante volte gli interventi sociali sono stati piu’ funzionali ad altre logiche piuttosto che utili a rispondere alle difficolta’ ed ai bisogni della collettivita’. E non sono gli assessori che possono cambiare il volto ai servizi sociali se, contemporaneamente, non lavoriamo nella modifica di una certa becera ‘cultura’ che ha sempre considerato i servizi sociali orientati sul singolo in un ottica caritatevole e non piuttosto come un sistema altamente organizzato, professionalmente competente, capace di porre attenzione al fondamentale ed imprescindibile approfondimento continuo dei bisogni della popolazione nelle diverse articolazioni che tenda a promuovere un sistema di benessere sociale collettivamente inteso’.
‘Non me ne voglia l’assessore Ventura, di cui personalmente ho molta stima – ha concluso Amalia Talarico – ma sono curiosa di sapere quale criterio guida ha seguito e quale lettura della realta’ ha adottato per emanare il bando di gara per l’affidamento del servizio ‘Progetto educazionale ai diritti’.
Non che non ci sia la necessita’ dell’educazione ai diritti, ma dietro ogni diritto c’e’ la necessita’ di un soddisfacimento di un bisogno, quindi forse e’ necessario prima capire e far emergere i bisogni per poi educare ai diritti’.

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Redazione

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