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Crotone, alla ricerca di una nuova identità con Zauli

Scritto da Emanuele Mongiardo

Nonostante il divario in classifica, lo scontro diretto di lunedì tra Crotone e Catanzaro ha il sapore della beffa per molti tifosi giallorossi. Senza la possibilità di colorare il settore ospiti, resta solo la prospettiva delle telecamere per i residenti del capoluogo e della provincia, per qualcuno comodamente dal proprio divano, per qualcun altro dalle pizzerie, per qualcun altro ancora dal maxischermo della “Capraro”. Doversi rassegnare alla tv è di certo amaro. Però, quella diretta in chiaro su Rai Sport, con la Serie B a pochi passi, non può non essere un richiamo a un passato felice, a quel Crotone-Catanzaro trasmesso in via del tutta straordinaria su Video Calabria durante la gloriosa stagione dei ragazzi di Braglia, quando non esistevano ancora piattaforme per la Serie C (guarda caso, anche allora era marzo, il 14 per la precisione).

Negli ultimi anni, il Catanzaro è stato un po’ timido quando è stato il momento di mettersi in mostra sulle reti nazionali. Stavolta, quindi, è l’occasione per affermare il proprio dominio e il proprio straordinario gioco davanti agli occhi di tutti e contro un avversario di altissimo livello. Il Crotone dista quattordici punti, ma la squadra di Zauli, giocatore per giocatore, rimane comunque un’armata in Serie C: il grande cammino del Catanzaro non deve farcelo dimenticare.

Zauli è arrivato da tre giornate in Calabria. È chiamato a sostituire Lerda, esonerato probabilmente perché la squadra non riusciva ad esprimere tutto il proprio potenziale offensivo. Il Crotone, col tecnico piemontese, giocava soprattutto in ampiezza, cercando di portare il prima possibile il pallone tra i piedi di Cosimo Chiricò, incaricato poi di ogni onere dalla trequarti in su. Il talento dell’ala brindisina, unito all’atletismo fuori categoria dei rossoblu, aveva permesso di accumulare un buon bottino in classifica. Tante volte le azioni del Crotone si risolvevano con un cross a rientrare dalla trequarti di Chiricò verso il secondo palo, dove arrivavano gli imponenti Gomez, Vitale, Cuomo o Mogos, sempre pronti a sovrastare fisicamente i difensori avversari. La manovra, però, era tutt’altro che scorrevole, ecco perché Lerda è stato spesso criticato dai tifosi.

Come gioca il Crotone

Il compito di Zauli, quindi, oltre ad accumulare punti, è quello di dare una struttura di gioco più brillante agli squali, che permetta di valorizzare meglio il talento a disposizione. Il Zidane della Serie B, come veniva chiamato il nuovo tecnico pitagorico, sopraffino trequartista di Vicenza e Palermo, ci sta provando a creare un impianto diverso, con qualche passaggio intermedio in più prima di arrivare a Chiricò.

In questo senso, nelle ultime giornate si sono visti segnali incoraggianti da parte di Andrea D’Errico, acquisto di grido del mercato di gennaio e sicario del Catanzaro nello scontro diretto col Bari dello scorso anno. D’Errico di solito entra a gara in corso, ma visto il buon momento di forma, coronato dal gol al Picerno, non sorprenderebbe vederlo titolare.

Per il resto, nelle ultime giornate, rispetto alla gestione Lerda, il Crotone è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Carraro e Petriccione, rimanendo più vicini ai difensori rispetto al precedente 4-3-3, rendono più pulita l’uscita della palla. Il problema è che non è facile implementare un tipo di gioco più strutturato a stagione in corso, di solito le squadre decidono di fare il contrario, passando da allenatori attenti alla fase di possesso a tecnici più preoccupati di difendere e semplificare le cose con la palla. Così, in fase di sviluppo ancora non c’è la fluidità che si auspicavano i tifosi e troppo spesso, ancora, ci si aggrappa al solo Chiricò.

Inutile girarci intorno, l’ex Padova è il pericolo numero uno e una delle preoccupazioni principali di Vivarini sarà quella di limitarlo. Durante la partita d’andata, un eccezionale Scognamillo, coadiuvato da Tentardini, riuscì a contenerlo – e Chiricò fu comunque in grado di disegnare due o tre traversoni a rientrare veramente insidiosi per Fulignati. Stavolta, però, accanto a Scognamillo ci sarà Vandeputte, decisamente più offensivo di Tentardini: se il belga riuscirà a giocare una partita di costante proiezione offensiva, vorrà dire che Chiricò passerà molto tempo lontano dal pallone, quindi il Catanzaro sarà riuscito a limitarlo.

Per il resto, sarà fondamentale la lucidità con la palla, per attaccare con ordine e per evitare di perdere il possesso in situazioni pericolose, che possano esporre a transizioni.

Anche se non sembra uno scontro diretto per il primo posto, una partita contro un avversario di tale portata non è mai banale. Se si vuole mettere il proprio definitivo timbro sul campionato e mandare un messaggio a chi dubita del valore del girone C, non c’è occasione migliore.

Autore

Emanuele Mongiardo

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