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Dalla Francia al Ceravolo: Canal+ per raccontare Kamara

Kamara, il ritorno a Catanzaro
Scritto da Emanuele Panza

I corrispondenti italiani dell’emittente francese stamattina presenti al Ceravolo. Nel frattempo continuano i lavori a pieno regime.

Nel bel mezzo dei lavori che coinvolgono il rifacimento del manto erboso e non solo, arriva a Catanzaro direttamente dalla Francia la troupe di Canal+, una delle più famose emittenti televisive francesi a pagamento che ha deciso di raccontare attraverso un documentario la storia di Diomansy Kamara, icona della storia giallorossa e opinionista per Canal+ dal 2016.

Subito dopo l’ispezione del Ceravolo avvenuta in mattinata con i lavori in corso e le varie registrazioni che saranno presenti all’interno del documentario, abbiamo avuto il piacere di intervistare Valentin Pauluzzi, giornalista sportivo francese e corrispondente in Italia per l’Equipe, Canal+ ed Europe 1, figura internazionale nel giornalismo sportivo che dirige l’intero lavoro dedicato all’attaccante franco-senegalese.

<<Benvenuti a Catanzaro, com’è stata l’accoglienza in città?>>

<<Non è la prima volta, siamo già stati a Catanzaro ben 5 anni fa per raccontare la bella storia di Claudio Ranieri quando ai tempi allenava il Nantes in Francia ed eravamo venuti qui per parlare con i suoi ex compagni Sabadini e Banelli, e proprio Sabadini ci portò in giro per la città. Stavolta l’accoglienza è stata ancora più bella, abbiamo trovato una tavolata e abbiamo mangiato il morzello, e questo è tipico della gente del meridione. Io giro l’Italia per lavoro e non c’è paragone, una volta che hai superato Roma è bellissima la cura che c’è per i rapporti umani e l’accoglienza.>>

<<Com’è nata l’idea di fare un documentario su Kamara proprio a Catanzaro?>>

<<Kamara è ormai opinionista di Canal+ da diversi anni, e vista l’assenza di calcio estivo l’emittente ha deciso di fare un focus sulla sua carriera da mandare in onda, quindi non potevamo non passare da Catanzaro.>>

<<Oggi siete stati al Ceravolo durante i lavori in corso, che impressione ti ha fatto? Sei favorevole ad uno stadio storico in un contesto cittadino come quello del Catanzaro oppure preferisci uno stadio più moderno e più decentrato?

<<Su questo ti tiro fuori una storia sul Venezia, dove le ultime proprietà straniere vogliono fare lo stadio sulla terraferma, ma non hanno capito che sarebbe una rovina perchè il bello di questa società è che la parte calcistica di questa squadra viene vissuta all’interno della città. Per Catanzaro il discorso che faccio è simile, è una città che si sviluppa sulla collina ed è “racchiusa”, anche se mi rendo conto che questo possa essere un freno a livello commerciale e di marketing. Io abito a Milano e c’è la discussione su San Siro da diverso tempo, ed io stesso da giornalista la vivo in prima persona e il disagio che hanno creato Milan e Inter nell’organizzazione degli accrediti per i giornalisti è stato indegno. Penso che purtroppo questi stadi spariranno nel tempo, ma sono comprensibili entrambi i pensieri. Oggi il calcio moderno ti richiede un brand pronto da vendere anche all’estero, che sia Serie A, B o C, e in Italia ancora non è radicato.>>

<<Il calcio francese ha subito un’evoluzione importante negli ultimi tempi soprattutto con i ragazzi di seconda generazione raggiungendo due finali mondiali consecutive e rilanciando i proprio club a livello europeo con PSG, Lille e Marsiglia. Pensi che l’Italia debba fare lo stesso e che squadre come il Catanzaro possano essere promotori della crescita di questi giovani?

<<In Francia ci sono talmente tanti talenti che non tutti riescono a raggiungere il livello altissimo, non a caso conosco tantissimi francesi che hanno fatto carriera in Serie B o Serie C perchè sono arrivati a 18 anni e si sono trovati bene, un esempio può essere proprio Kamara che ha scritto un pezzo di storia catanzarese. Per l’evoluzione del calcio italiano penso che si debba sfruttare il potenziale del patrimonio calcistico, e forse in Italia siamo arrivati a un limite, soprattutto perchè non c’è più quella “pre-formazione” che avveniva in strada o all’oratorio, e anche per un motivo di leggi in merito allo Ius Soli che rendono tutto più difficile, è assurdo pensare che un ragazzo nato a Caserta da genitori nigeriani, che frequenta la scuola italiana e che parla anche il dialetto locale non sia a tutti gli effetti italiano fino ai 18 anni. Tralasciando il calcio, se riuscissero a integrare queste risorse potrebbero fare lo step successivo all’intero sport italiano piuttosto che cercare disperatamente il bomber italo-argentino di turno.>>

Sulla scia del grande successo che ha visto le Aquile riconquistare la Serie B dopo 19 anni dall’ultima promozione, l’interesse internazionale di Canal+ non può che dare un’ulteriore spinta alla crescita della piazza che inevitabilmente deve aprirsi sempre di più al mondo del calcio e non solo. Nel frattempo, continuano a pieno regime i lavori di rifacimento del Nicola Ceravolo.

 

 

Autore

Emanuele Panza

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