Dona Flor in scena al Politeama

Il 6 gennaio (ore 18) e il 7 gennaio (ore 20.45)

“Al braccio del marito, felice mortale, Dona Flor sorride affabile: ah, quella mania di Vadinho di accompagnarla per strada toccandole il seno, svolazzandole intorno come se fosse la brezza del mattino. Di un mattino lavato di domenica, in cui passeggia Dona Flor, lieta della sua vita, soddisfatta dei suoi due amori.” Così Jorge Amado descriveva la protagonista del suo romanzo nel 1966, poi diventato film nel 1977 (con Sonia Braga, regia di Bruno Barreto) e che ora, per la prima volta, diventa uno spettacolo teatrale, in programma al Politeama di Catanzaro il 6 gennaio (ore 18) e il 7 gennaio (ore 20.45). Dona Flor (interpretata da Caterina Murino) ottima maestra di cucina, creatura riservata e pudica, sposa Vadinho , uomo passionale, donnaiolo e giocatore d’azzardo, bugiardo e inaffidabile. Alla sua morte, dopo un anno di vedovanza, Flor si risposa con Teodoro , un morigerato farmacista. Ma non si può dimenticare un uomo come Vadinho, la sua carica erotica e la sua sensualità la tengono incatenata al suo ricordo. E il desiderarlo con così tanta forza finisce per riportarlo in vita sotto forma di spiritello, ancora innamorato della moglie. Dona Flor ne avverte il profumo, la presenza: può toccarlo, addirittura vederlo, e parlargli. Non ci si può saziare con un solo uomo, ce ne vogliono due. Per un rapporto perfetto occorre mettere insieme il meglio di entrambi: onestà e tenerezze da una parte, brio ed erotismo dall’altra. Si stabilisce così un imprevedibile ménage à trois in cui Flor riesce a raggiungere quel senso di appagamento, quella pienezza sessual-sentimentale altrimenti irraggiungibile. La Murino (vestita da Dolce&Gabbana) è elegante nel muoversi e nel recitare, meno erotizzante della Sonia Braga cinematografica; Paolo Calabresi, noto al pubblico televisivo per la sua partecipazione a Le Iene, si cala alla perfezione nel ruolo del pignolo farmacista Teodoro, ossessionato dall’ordine e metodico perfino nella gestione dei rapporti sessuali con la moglie; Pietro Sermonti, infine, reso molto popolare dalla fiction televisiva Un medico in famiglia, veste benissimo i panni dell’irriverente donnaiolo. La scena è però dominata dalle “comari”, le pettegole amiche di Flor, ovvero Dona Norma, Dona Gisa e Dona Dinora, letteralmente stupende, anime espressive e coinvolgenti dello spettacolo. A loro tre è affidato il compito di “coro” narrante della vicenda e motore degli eventi: si impicciano senza vergogna della vita di Flora. Da loro ascolteremo consigli, dicerie, calunnie, macumbe. Convince anche la cinica Dona Rosilda, madre di Flor, che ha il compito di dire scomode e divertenti verità sul matrimonio e le sue convenzioni, provocatrice sfacciata, archetipo della scalatrice sociale, ambiziosa per sé e per la figlia. La regista Emanuela Giordano, è riuscita nel non facile compito di sintetizzare un romanzo fiume, ritratto dei profumi e dei sapori del Brasile, sensuale metafora dei desideri più segreti dell’essere umano,mantenendone spirito e trama, con uno sguardo molto al femminile, puntando su umorismo e poetica visionaria. Tre pannelli su cui vengono proiettati i vari sfondi richiesti dalla narrazione costituiscono una scenografia singolare, mentre la Bubbez Orchestra accompagna gli attori con belle melodie sudamericane. I costumi sono di Sabrina Chioccio e le coreografie di Juan Diego Puerta Lopez. “Il capolavoro di Amado sprigiona incandescente ilarità e poesia visionaria”, ha dichiarato a proposito dello spettacolo la Giordano, “non è traducibile per intero sulla scena, tanti sono i personaggi che si affollano nelle case, per i vicoli del Pelorinho, quartiere popolare di Bahia, dove la vita si consuma tra la gente. La nostra trasposizione teatrale, fedele, crediamo, allo spirito dell’autore – ha proseguito – immagina un luogo che abbiamo nella memoria. Morti, matrimoni, amori e tradimenti riguardano tutti, con una morbosa, affettuosa, indecente partecipazione di cui ora sentiamo, forse, la mancanza.” Caterina Murino, 32 anni, nasce a Cagliari, approda a Hollywood e vive in Francia. Nel suo curriculum gli studi di Passaparola (era una “letterina”), alcune fiction e poi il grande salto nel 2003: lavora con Jean Reno (L’enquete corse) e Patrice Leconte (Les Bronzés 3) e nel 2006 arriva il ruolo che le regala la fama, quello di Bond Girl nel film Casino Royale, accanto a Daniel Craig. Nel 2007 gira Garden of Eden con Mena Suvari e nel 2008 è protagonista del Seme della discordia di Pappi Corsicato.

Autore

Salvatore Ferragina

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