Cinquantatré anni! Un’eternità, se provi a misurarla con il tempo lento dei campi da gioco, ma per chi vive di calcio può svanire in un battito di ciglia, come un riflesso che riaffiora improvviso dal passato. Era il 1972, e al “Militare” arrivava un certo Aquilino Bonfanti, esterno d’attacco che indossò la maglia giallorossa per una sola stagione: 28 presenze, quattro reti e una leggerezza che sapeva di talento puro. Il Catanzaro chiuse ottavo in Serie B, e Bonfanti — pur senza lasciare un’impronta profonda nella storia — continua a vivere nella memoria di chi c’era, come un nome sussurrato con affetto nelle sere d’estate.
Oggi, mezzo secolo dopo, il destino si diverte a ripetere i nomi. Spunta prepotente un altro Bonfanti tra le chiacchiere di mercato. Si chiama Nicholas, classe 2002, attaccante esplosivo cresciuto nelle giovanili di Inter, poi a Modena e una parentesi “importante” a Pisa sotto la guida di Alberto Aquilani. I nerazzurri sono proprietari del suo cartellino e a gennaio l’hanno prestato al Bari, ma ora l’attaccante ha fatto ritorno sotto la Torre e quasi certamente verrà ceduto temporaneamente in Serie B. Il suo nome è stato accostato al Catanzaro in questa sessione estiva: un sondaggio, un interesse, forse solo una traccia. Ma già abbastanza per accendere la fantasia di una tifoseria che vive di passioni antiche.
Nonno Aquilino?
È forte la tentazione di ricamarci sopra un racconto poetico: un legame generazionale, “il nipote di Aquilino torna dove tutto cominciò”, come in una favola moderna. Ma la realtà, puntuale, ha spazzato via le illusioni: “Non sono parente di Aquilino, mio nonno non è mai stato un calciatore” , ha chiarito Nicholas. Invece, suo padre Arnaldo è stato difensore, con anche qualche presenza in Serie A nell’Atalanta, ma nessun legame con l’ala che danzava sulla fascia negli anni Settanta.
Eppure — lo sappiamo bene — il calcio è fatto proprio di questo: suggestioni, fantasie che sfidano la logica e restano vive. Basta un cognome, un ricordo che riaffiora, una maglia che non ha mai cambiato colori, perché tornino a galla fotografie ingiallite, cronache sussurrate, racconti di anziani tifosi che quelle stagioni le hanno vissute davvero, e che ancora oggi si emozionano con il cuore in mano.
E allora eccoci qui, a sognare: forse, chissà, il 2025 potrebbe davvero vedere un Bonfanti calciare in rete, con la maglia giallorossa, sotto la Curva Capraro.
Non importa se poi non c’è un legame di sangue, perché l’amore per il calcio è anche questo: fili invisibili che uniscono epoche diverse, storie che si intrecciano senza bisogno di un albero genealogico.
Forse non accadrà nulla. Forse sarà solo un nome appuntato su un taccuino di mercato, presto cancellato da altre trattative. Ma intanto, in quest’estate sospesa tra speranze e trattative, un Bonfanti — anche senza legami ancestrali giallorossi — ha già acceso una piccola scintilla. E se parliamo di fascino del calcio, forse è proprio questo il suo segreto più autentico.
Redazione 24
Foto collage da web
A proposito di attaccanti che ricordano il passato io prenderei GIACOMO CORONA , figlio di Re Giorgio.
Il “principino” Giacomo verrebbe accolto col tappeto rosso a Catanzaro e avvolto dal calore dei tifosi
21 anni, alto 1,95 mt ma agile e potente come il padre ….lo scorso anno 11 reti in Serie C al Pontedera , Re Giorgio alla sua età la serie C ancora non la giocava … e credo non costi neanche così tanto…..Polito&co pensateci
Nicholas Bonfanti sarebbe un gran colpo.Da prendere.
Non male l’idea, anche se sinceramente non so come gioca, ma 11 reti sono di buon auspicio.
Bonfanti Nicholas, già al Modena, l’ho visto in azione con i miei occhi in quanto abbonato al Braglia. Tende ad infortunarsi, ma se sta bene con continuità sa essere molto pericoloso sui palloni ben serviti in profondità. Negli ultimi tempi in maglia canarina è stato visto dedicarsi più alla vita mondana che al campo. Gli infortuni hanno probabilmente inciso più del dovuto.
Per una volta d’accordo con CatanzaRoma65, Corona Giacomo costerebbe un botto ma qui farebbe le cose che ha fatto il padre… E’ già un signor giocatore. Eviterei invece ribollite come Di Chiara assolutamente impalpabile. Il fatto che sia un sinistro non mi pare il caso di portarci a casa a prezzi stratosferici un giocatore finito anzi mai esistito… Bonfanti è un ottimo elemento, ma far restare Biasci visto che non ci sono offerte valide sarebbe il miglior acquisto , anche lui come Buso, come Quagliata sono sinistri. Anche il terzino della primavera Paura è sinistro ed è molto promettente e merita di essere considerato come Tassoni, Pierluigi e Panuccio. Non facciamo la cazzata di perderli come abbiamo fatto con Schimmenti che va riportato in patria, tra l’altro è conterraneo di Corona. Il portierino Borrelli va prestato ad una società di C del Nord. Piras va rivisto a Crotone non lo hanno considerato