Intervistiamo

Ecco cosa succede nella ‘Ndrangheta secondo la Dia. A Catanzaro la cosca è rom

Scritto da Redazione

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Nella sua relazione annuale, la Dia (direzione investigativa antimafia), offre un aggiornamento delle condizioni in cui opera la ndrangheta: alleanze, affari, centri nevralgici, guerre. Un vero e proprio stato dell’arte di una delle organizzazioni criminali più potenti al mondo.

In provincia di Catanzaro, si legge, “le aree di maggiore interesse permangono quelle del Lametino e del Soveratese, mentre nel capoluogo perdura l’equilibrio tra le consorterie criminali di più antico insediamento (Costanzo-Di Bona) ed i sodalizi rom molto attivi nel mercato degli stupefacenti“. Si conferma dunque  ancora una volta il “salto di qualità” della criminalità rom che è capace di giungere a patti e fare affari con storici clan della ndrangheta.

La zona del porto di Gioia Tauro per la Dia continua ad essere “punto di transito per l’introduzione sul territorio nazionale di cocaina proveniente dal Sud America“, e  vede un netto predominio dei clan Piromalli di Gioia Tauro e Pesce-Bellocco di Rosarno.

Nel mandamento ionico si fa riferimento agli arresti del  6 maggio 2013 quando furono stati arrestati “22 appartenenti ad una nuova articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata locale di Gallicianò, frazione aspromontana di Condofuri“. I Morabito di Africo per la Dia hanno invece “concentrato i loro interessi sul tratto di costa tra Reggio e Siderno, mentre gli Aquino di Marina di Gioiosa sul tratto fra Siderno e Catanzaro“. 

Per quanto riguarda la provincia reggina viene segnalato che il comprensorio di Sinopoli, Sant’Eufemia e Cosoleto rimane invece sotto l’influenza della famiglia Alvaro», mentre nella “città di Reggio Calabria (mandamento centro) permane la supremazia delle cosche De Stefano, Condello, Libri e Tegano”.

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