Il Rompicalcio

«Eravamo gli ultimi, siamo diventati i primi»

Scritto da Redazione
Cosentino e Cozza hanno restituito il Catanzaro alla sua gente. In attesa che anche la città torni a guardare al futuro

«Eravamo gli ultimi, siamo diventati i primi». Così parlò un “evangelico” Giuseppe Cosentino nell’immediato dopopartita di Vibonese-Catanzaro. Una frase breve, quasi lapidaria, che racchiude il senso di questa stagione, di questa favola. Un campionato di rincorsa, sempre con qualche partita in meno rispetto alle avversarie dirette, sempre con l’ansia di non vedere mai coronato il sogno del sorpasso. Il primo obiettivo è stato raggiunto. Ma non è un semplice primo posto. Il vero bersaglio centrato da Cosentino e dai suoi ragazzi è il cuore dei tifosi giallorossi. Il patron, Cozza e la squadra hanno riannodato i fili di una storia d’amore complicata. Quella tra il Catanzaro e la sua gente, sparsa in giro per l’Italia ma pronta a ritrovarsi per una partita di pallone. Quei fili assottigliati da 20 anni di delusioni e stracciati senza pietà dall’ultima stagione di un FC ingoiato dal teatrino della politica locale e da personaggi in cerca d’autore.

MIRACOLO PROPRIETÀ – Il Catanzaro, ultimo tra gli ultimi, ha ritrovato quasi per miracolo una proprietà vera. Una guida forte e appassionata che ha riportato la squadra davanti a tutti e i tifosi allo stadio. E che costringe la politica a mettersi in fila per ottenere un prezioso posto a sinistra, destra, due file sopra o tre sotto il seggiolino presidenziale. Cosentino ha restituito il Catanzaro alla sua gente. Lo ha fatto, insieme a Cozza, con i risultati sul campo e con le parole dopo il derby di domenica, dedicando la vittoria proprio ai tifosi giallorossi che hanno pacificamente invaso Vibo Valentia con carovane festose ormai da tempo dimenticate.

DA BANGALORE AL “CERAVOLO” – Serviva come al solito un “non-catanzarese” per riportare il Catanzaro in alto. Un’altra sconfitta per una città in ginocchio economicamente, sepolta per mesi dai rifiuti, ancora oggi commissariata dopo essere stata abbandonata dal sindaco più votato di sempre. da Federico Fubini, giornalista del Corriere della Sera, e descritta magistralmente, dati alla mano, come «la capitale dei call center». Come un posto che ha completamente dimenticato la sua vocazione e il suo territorio, cercando una scorciatoia contro la disoccupazione «perché qui la manodopera è così a buon mercato». Una città pronta a dividersi tra guelfi e ghibellini per le imminenti elezioni comunali, chiamata a scegliere tra Sergio Abramo, il vecchio sindaco già eletto 15 anni fa, e Salvatore Scalzo, il 28enne candidato sconfitto l’anno scorso da Traversa. Una città che non riesce a guardare al futuro e che ora cerca rifugio nel suo “figlio migliore”, la squadra di calcio. Quel Catanzaro che troppe volte in passato è stato simbolo di riscatto e orgoglio per i tanti emigrati dell’era pre-cuffietta. Mentre la politica non è ancora riuscita a mettere a disposizione di Cosentino un campo dove allenarsi e uno stadio che permetta delle riprese televisive decorose.

SCATTO O SPRINT? – Le prossime sette partite ci diranno se il Catanzaro di Cozza sarà stato uno scalatore provetto che resta attaccato alla scia dei battistrada, pronto a piazzare lo scatto decisivo quando la salita diventa più dura e il traguardo si avvicina. Oppure se sarà costretto a dimostrare le proprie doti di sprinter in un arrivo in volata con Perugia e Vigor Lamezia. Gli umbri sembrano sull’orlo di una crisi di nervi dopo aver comandato per mezzo campionato e aver dilapidato in questo girone di ritorno 9 punti di vantaggio sul Catanzaro (alla 24° giornata) e 11 sulla squadra di Costantino (alla 20° giornata). La sconfitta nello scontro diretto del “Ceravolo” ha incrinato la fiducia. La Vigor, invece, libera dalle responsabilità di dover vincere a tutti i costi, ha agganciato il Perugia e potrà giocarsi tutto nel doppio scontro diretto: al “Ceravolo” nella terzultima giornata, contro il Perugia in casa la settimana dopo.

OBIETTIVO 6 MAGGIO – Comunque vada a finire per il Catanzaro sarà stata una grande stagione, iniziata in grave ritardo dopo il rischio-fallimento e via via trasformatasi in una entusiasmante cavalcata verso la vetta. Nel girone di ritorno i giallorossi hanno inanellato 13 risultati utili consecutivi, 10 vittorie e 3 pareggi, facendosi rimontare il  doppio vantaggio dal Chieti al 90’ e fallendo un calcio di rigore decisivo contro L’Aquila. È questo il vero Catanzaro, dopo una sessione invernale di mercato che ha colmato i buchi di un organico costruito per cause di forza maggiore in tutta fretta. Chiudere il campionato il 6 maggio sarebbe il coronamento di un sogno e consentirebbe alla società e al tecnico di programmare con calma la prossima stagione, lavorando anche sulla questione infrastrutture e sul vivaio.

E chissà che anche la città, sulla scia del Catanzaro, non riesca a ritrovare quella voglia di un futuro migliore. Di uno scatto in salita che la riporti lontano dagli ultimi posti in tutte le classifiche. In questo caso, e solo in questo caso, ci accontenteremmo della zona play-off.

Ivan Pugliese
ivan@uscatanzaro.net

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