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Fidelis Andria: al Ceravolo tanti ex per scalare la classifica

Scritto da Emanuele Mongiardo

Dopo il ripescaggio, i pugliesi provano a salvarsi con tanti giocatori dal passato in Serie B e Serie C

Catanzaro – Fidelis Andria sarà uno scontro di valore non solo per il morale delle aquile, ma anche per le piccole storie di ex al suo interno. Ad esempio ad Andria è esploso Cianci a vent’anni. L’ex punta del Bari portava con sé belle aspettative, ma non ha iniziato al meglio. Chissà che rivedere colori familiari non possa fargli bene a livello emotivo, in modo da sbloccarsi e garantire il rendimento richiesto a un attaccante con le sue ottime qualità fisiche. Dall’altro lato, invece, potrebbe andare in cerca di rivincita Matteo Di Piazza, mai in grado di conquistare il Ceravolo. A centrocampo si rivedrà quel motorino di Casoli, mentre dovrebbe partire dalla panchina Giacomo Tulli,che sarebbe stato bello rivedere in giallorosso dopo i pochi mesi in cui aveva ben impressionato. Senza dimenticare Sergio Sabatino in difesa, nome della gestione Cosentino utile soprattutto nell’anno di Oscar Brevi.

L’Andria di norma si dispone con un 3-5-2. Il tecnico Panarelli preferisce assestare la squadra su un’altezza medio-bassa, per difendere in campo piccolo e attaccare in campo grande. Come quasi tutte le squadre del girone C, i pugliesi fanno densità al centro senza esporsi troppo in aggressioni sui portatori di palla. La guida della difesa è Raffaele Alcibiade, ex primavera della Juventus, mentre il nome da segnare sui taccuini è Vito Lacassia: scuola Spezia, classe 2002, ha avuto un buon inizio di stagione da centrale di sinistra, con un notevole senso dell’anticipo.

Tra gli esterni, quello che si assume più responsabilità con la palla è Benvenga, laterale destro il cui numero sette ne testimonia le qualità offensive. Non si ancora visto, invece, Giuseppe Zampano, vecchia promessa della primavera della Sampdoria con cento presenze in Serie B. La guida del centrocampo è un altro nome con un passato in cadetteria come Di Noia, mentre Casoli garantisce, come sappiamo, duttilità e corsa. In attacco, con Tulli pronto a entrare dalla panchina, la coppia titolare dovrebbe essere composta da Di Piazza e Bubas. Troppo spesso l’ex punta del Catania, al Ceravolo, si è ritrovata a dover giocare di spalle, fondamentale che non gli compete. Bubas, invece, ad Andria si occupa del lavoro sporco per lasciare il gioco frontale al compagno di reparto.

Insomma, la Fidelis Andria è ricca di nomi noti, alcuni dei quali con un passato di livello. Il gap tra le squadre, però, ammette poco margine di errore, nonostante sia solo la settima giornata.

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Emanuele Mongiardo

6 Commenti

  • Avrei fatto carte false per tenere Tulli a Catanzaro e domani probabilmente avremo gli exploit di tutti gli ex, Casoli compreso. A proposito avete visto il gol di Nicoletti nel Foggia, un capolavoro, quando giocava da noi i gol se li mangiava tutti, anche da solo davanti il portiere, per non dire della precisione nei passaggi. Si vede che l’aria di Catanzaro ai calciatori fa male !!!

    • La verità è che a Catanzaro nessun tifoso capisce di calcio, e purtroppo la società si fa influenzare da questi “intenditori di pallone”. critichiamo calciatori solo per un passaggio sbagliato, mandiamo via allenatori per 3 pareggi di fila.. nessuno ha notato che l’anno scorso con i distinti chiusi, abbiamo fatto la migliore stagione degli ultimi 10 anni. meditate gente
      presidente avanti con Calabro, i campionati si vincono con le migliori difese, e quest’anno su azione abbiamo preso solo due goal. basta affinare un pò la mira sotto la porta e non ci fermerà nessuno..
      FORZA MAGICO

  • Purtroppo le assenze di Corapi (faro del centrocampo a dettare i tempi di gioco) Evacuo (esperienza da vendere e temperamento da guerriero e trascinatore) e Di Massimo (la giocata tecnica e imprevedibile) si sono fatte sentire. Speriamo si riesca a trovare la quadra (da subito) perché li davanti stanno prendendo il largo. Forza Catanzaro sempre e comunque

    • Concordo, giocatori come (e/o con le caratteristiche) di Corapi e Di Massimo non bisognava perderli. Di Massimo era il vero uomo di “squilibrio” perché con le sue iniziative, anche azzardate , riusciva spesso a scardinare e mettere confusione nelle difese avversarie.

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