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Foggia, la risalita con Fabio Gallo

Scritto da Emanuele Mongiardo

Dopo la beffarda eliminazione ai playoff contro la Virtus Entella dello scorso anno, il Foggia ha ricostruito ed è ripartito da un allenatore esperto come Roberto Boscaglia. I satanelli, insieme all’Avellino e al Monopoli, dovevano essere l’alternativa al dominio della triade CatanzaroCrotonePescara. Un pessimo inizio di campionato, però, ha pregiudicato il loro torneo. Nelle prime sette giornate è arrivata solo una vittoria, contro la Virtus Francavilla e diverse brutte sconfitte, tra cui uno 0-4 casalingo contro il Pescara. Il 2-0 subito dalla Gelbison è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così la società ha deciso di dare il benservito a Boscaglia. Al suo posto, ha preso le redini della squadra Fabio Gallo, ex tecnico della Ternana tra le altre, che fino ad ottobre dello scorso anno ha allenato il Potenza.

Gallo ha messo da subito le cose in chiaro: dapprima ritrovare la solidità, poi, di conseguenza, sarebbero arrivati anche miglioramenti nel gioco. Così, alla prima con il Foggia, Gallo ha raccolto subito un prestigioso successo contro il Crotone. Una vittoria per 1-0 dove i pugliesi non hanno concesso nulla agli squali, con una prova attenta in fase difensiva. Da lì è iniziata un’ottima serie di risultati. In dieci partite di campionato con Gallo, il Foggia ha raccolto cinque vittorie, due sconfitte e tre pareggi. In più, in Coppa Italia sono arrivate vittorie importanti di nuovo contro il Crotone e, qualche giorno fa, proprio contro il Catanzaro. Al momento, i prossimi avversari dei giallorossi occupano il nono posto in classifica con ventidue punti. Data la situazione, la prospettiva di vincere la Coppa Italia diventa allettante, visto che i satanelli accederebbero direttamente alla fase nazionale dei playoff.

Quello in panchina, comunque, non è il primo cambio a stagione in corso per il presidente Canonico. A fine novembre, infatti, ha rassegnato le dimissioni anche il DS Matteo Lauriola. Al suo posto, è stato promosso dal settore giovanile il trentunenne Piergiuseppe Sapio.

Rispetto allo scorso anno, il Foggia ha perso i due cardini del suo attacco. È partito il capitano e leader, Alessio Curcio, ora tra i punti di forza del Catanzaro, ma anche il capocannoniere Alexis Ferrante, adesso centravanti del Cesena. Per sostituirli, la dirigenza ha creato una squadra di giocatori di ottima velocità, particolarmente adatti ad un calcio verticale e di transizioni, proprio ciò che sta cercando di esaltare Gallo dal suo arrivo in panchina: D’Ursi, Peralta, Schenetti, Filippo Costa, sono tutti uomini di grande gamba, capaci di ribaltare il campo in pochi secondi.

Come gioca il Foggia
Il filo conduttore del nuovo Foggia di Gallo è il 3-5-2 di partenza, ovviamente 5-3-2 in fase di non possesso. I pugliesi non si fanno problemi a lasciare la palla agli avversari, anche in casa. Si sistemano compatti, occludono il centro e provano a riconquistare palla per distendersi in ripartenza. Visto il tipo di disposizione, per attuare questo piano è fondamentale il rendimento degli esterni a tutta fascia, Filippo Costa e Garattoni. Costa ha un passato in Serie A con la Spal. Quinto di sinistra, è uno dei migliori laterali di tutto il campionato. Ha un gran passo ed un ottima tecnica quando si tratta di crossare.

A dare il La e ad accompagnare le transizioni, però, spesso ci pensano i centrocampisti. All’esperienza di Di Noia e Petermann quest’anno si è aggiunto il talento di Frigerio, classe 2001 del Milan dotato di piedi buoni. Tra i tre, Petermann è di sicuro colonna portante del centrocampo, forse il giocatore migliore di tutto il Foggia. Ha un ottimo sinistro dalla distanza, batte anche i calci piazzati, ed è dotato di grande visione di gioco sia sul corto che sul lungo. È lui a dettare i tempi della squadra e il Catanzaro dovrà riservargli un’attenzione particolare, soprattutto se accompagnerà gli attacchi per provare il tiro dal limite dell’area.

In avanti, invece, conosciamo bene la velocità di Eugenio D’Ursi. L’attaccante campano sa essere letale in spazi ampi e bisognerà fare di tutto per impedirgli di correre: se dovesse entrare dalla panchina, magari in un momento di stanca della gara, la sua corsa potrebbe essere un problema per Vivarini. Chi sembra certo di un posto da titolare è Peralta, che ha ereditato la maglia numero dieci da Curcio. Italoargentino, ha un’ottima tecnica, con cui protegge il pallone e cerca di combinare con i compagni. Al suo fianco, si giocano il posto i due centravanti Ogunseye e Vuthaj. La più grande criticità del Foggia è forse proprio la scarsa vena realizzativa delle punte. Vuthaj, in particolare, è spesso oggetto di critiche, ma fornisce un apporto cruciale con il suo gioco spalle alla porta e i suoi movimenti.

Il Foggia è uno degli avversari più insidiosi per il Catanzaro, tanto più dopo il 2-6 dello scorso anno. I rossoneri sanno vivere di entusiasmo, ma hanno anche momenti in cui escono totalmente dalla partita: nel derby casalingo col Cerignola vincevano 2-0 e si sono fatti rimontare fino al 2-3 finale; domenica scorsa avevano agguantato il pareggio al 92’ contro il Giugliano, salvo poi concedere il gol vittoria ai campani un minuto più tardi. Insomma, la partita è complessa ma potrebbero esserci gli istanti giusti in cui colpire. Al Catanzaro il compito di fiutarli e metterli a frutto.

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Emanuele Mongiardo

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