Forza Vecchio Cuore Emigrante!

Un lungo e struggente racconto di Antonio Casuscelli, cuore giallorosso in Svizzera.
Un Amore visto una sola volta che non conosce l’usura del tempo e della distanza.

Iniziai ad interessarmi al
Catanzaro al termine della stagione 1970 – 71. Mio zio che era venuto a
lavorare in Svizzera per un breve periodo, mi raccontava delle imprese del
Catanzaro in coppa Italia dove aveva sfiorato la vittoria contro la Fiorentina.
Mi raccontava delle partite alle quali lui aveva assistito al
“Militare”. In particolar modo mi è rimasta in mente una partita di
coppa italia contro il Cagliari. Gigi Riva fu oggetto di lancio di scarpe e di
ombrelli. Per me, cresciuto nell’austera Svizzera, questi atteggiamenti dei
tifosi erano divertenti e folcloristici. Nel giugno del 1971 si giocava
Catanzaro – Brescia. Mi ricordo alcuni particolari di quella partita. Nel
Brescia giocava De Paoli, giocatore molto forte e che bisognava marcare da
vicino. Il Catanzaro doveva vincere quella partita per andare in Serie A o per
lo meno per accedere agli spareggi. Vinse il Catanzaro con reti di Busatta e
Mammi. Ora si dovevano affrontare gli spareggi contro Atalanta ed il Bari. Il
primo spareggio contro l’Atalanta ando’ male. Si gioco’ sul campo
“neutro” di Bologna e per l’Atalanta segno’ Maggioni a pochi minuti
dal termine. Con trepidazione aspettavo lo svolgimento della seconda partita
che si giocava a Napoli. All’epoca in Svizzera non si captava la RAI-TV per cui
le notizie dall’Italia arrivavano per radio o tramite i giornali. Non avevamo
inoltre il telefono che costava caro e che avremmo istallato soltanto agli
inizi degli anni 80. Per un motivo o l’altro, ora non ricordo, non seppi il
risultato dalla radio. Dovetti pertanto aspettare l’uscita dei giornali che
arrivavano nel pomeriggio del giorno seguente. Con il cuore in gola, mi recai
all’edicola. I giornali italiani in Svizzera sono raccolti in tre parti per cui
non vidi subito il risultato. Sfogliai la Gazzetta e finalmente venni a
conoscenza del risultato. Il Catanzaro aveva vinto e per la prima volta andava
in Serie A!! Mi misi a saltellare per strada fra lo stupore della gente. Avevo
allora 13 anni.
Nel mese di luglio di quell’anno, ci recammo  al paese
natale per trascorrere le ferie estive. Pregai mio padre di portarmi a
Catanzaro, città dove non ero mai stato.Partimmo di buon’ora, mi pare alle sei
del mattino, col postale da Rombiolo. La fermata era presso la
“fontana” del paese e mi ricordo ancora adesso l’aria fresca del
mattino ed una splendida giornata. Arrivammo nel capoluogo verso le otto ed
andammo in un bar a fare colazione. Mi ricordo che era un bellissimo bar con un
lungo bancone ed ampie vetrate. C’era un signore sui quarant’anni che beveva un
bicchiere di latte fresco. Trovavo strano vedere un adulto che beveva un
bicchiere di latte. Facemmo una breve visita alla città e vedemmo la grande A
posta in viale Matteotti? Mio padre mi fece un po di foto e non avrei mai
immaginato che un giorno queste foto sarebbero diventate storiche. Una di
queste foto è sul sito. Ci incamminammo verso lo stadio. C’erano dei lavori in
corso per ampliare la capienza. Volevo entrare a vedere lo stadio ma un operaio
ci chiese 100 lire. A me questa richiesta non sembrava giusta e cosi rifiutai
accontentandomi di intravedere soltanto una parte di curva con la porta, credo
si trattasse dell’odierna curva Massimo Capraro. Dopo questa breve visita,
tornammo in città. Era l’ora di pranzo. Mio padre che in passato era stato spesso
a Catanzaro si ricordava che nel capoluogo aveva mangiato un’ottima “pasta
cchina”. Domandammo a 4 o 5 trattorie ed osterie se preparavano questa
famosa pasta, ma purtroppo la risposta fu negativa. Interpellammo per strada un
passante dove si mangiasse bene e questi ci indicò un’osteria del centro. Mi
ricordo che l’oste aveva i capelli rossi. Vidi gente mangiare trippa
lamentandosi perché era molto piccante (morzeddu). Un altro signore si faceva
il segno della croce prima di pranzare. Per me queste scene rappresentavano
delle novità e mi facevan vivere un po di realtà catanzarese molto diversa da
quella svizzera. Io mi  accontentai di
un piatto di tagliatelle al ragu’ ma il mio appetito non era forte perché quel
giorno avevo un forte mal di gola. Nel primo pomeriggio ritornammo al paese e
quel giorno mi rimarrà per sempre impresso nella mia mente. Mio padre mi comprò
un adesivo rotondo, con sfondo giallo pallido, su cui c’era scritto “Si
va, si va , si va in Serie A”. Per lunghi anni quell’adesivo rimase
incollato sulla cartella della scuola. Quell’anno comprai pure una magia a
strisce giallorosse. Le striscie erano di un giallo pallidissimo tanto che
sembrava la maglia del L.R. Vicenza.
Nel 1972 mio zio mi regalò una bellissima
maglia giallorossa a strisce, molto simile a quella dello spareggio contro il
Bari. La mia felicità fu immensa ed indossavo sempre quella maglia quando
andavo a giocare con i compagni o agli allenamenti della squadra locale
giovanile dove militavo. Il secondo grande evento che io ricordi del Catanzaro
fu la vittoria contro la Juve nel 1972. Eravamo seduti con mio zio (juventino,
ma per questa partita era tifoso al 200 % del CZ) nel soggiorno e siccome era
l’ora della merenda, avevamo preparato soppressata, melanzane sott’olio e pecorino
del Poro per ascoltare ” Tutto il calcio minuto per minuto” in onda
sulla radio RAI alle 15.30. Quel giorno, come praticamente sempre, non si
riusciva a captare in modo chiaro la radio RAI. Attaccandoci con le orecchie
alla radio, riuscimmo a capire che il Catanzaro aveva segnato con Mammi! Ci
furono grida di gioia e grande festa per questa grandissima impresa. Ho visto
il gol della prima promozione in Serie A ed il gol contro la Juventus soltanto
dopo quasi trenta anni grazie ad un CD (siamo il Catanzaro) inviatomi gratis da
un catanzarese e grazie al vostro sito.
Un’altra fonte di informazioni negli
anni 70 era la rivista “ALE CATANZARO” alla quale fui abbonato per
diversi anni. La rivista era semplice ma procurava molte emozioni a noi che
eravamo all’estero. Nel 1975 conobbi la famiglia di Massimo Capraro. Mio padre
aveva conosciuto suo padre negli anni 50 a Catanzaro. La famiglia Capraro al
completo venne a farci visita e passammo una giornata “o pagghiaru”.
Massimo me lo ricordo magro e serio. Mio padre fece alcune foto di quella
giornata che conserviamo in un album al paese natale.  Non sapevo della passione di Massimo per il calcio. Infatti dopo
quella giornata passata insieme non lo vidi piu’. Fui molto rattristato quando
mio padre mi informò che Massimo era deceduto in un incidente stradale.
Nella
mia vita ho visto il Catanzaro dal vivo soltanto una volta. Era il campionato
1987 – 88, quello della promozione scippata. Si giocava sul campo neutro di
Como Cremonese – Catanzaro. Vinse la Cremonese su rigore per 1-0 ed a noi fu
negato un rigore. Mi ricordo di Palanca che con un colpo di testa sfiorò il
pareggio. Con malinconia ascoltavo sempre le radiocronache quando era collegato
il campo di Catanzaro. Sentivo l’urlo della gente ad un gol dei giallorossi ed
in quel momento avrei voluto essere presente ad esternare la mia gioia.
Purtroppo la lontananza e la mia giovane età non mi consentivano all’epoca di
recarmi in uno degli stadi del nord per seguire il Catanzaro. In questi ultimi
anni ho sempre seguito il Catanzaro tramite televideo o i giornali.
Mi è
rimasto impresso il risultato del televideo del 2001. CZ – Sora 1-0 a pochi
minuti dal termine. Ero talmente convinto di essere già in C1 che non guardai
piu’ il televideo quel giorno. Il giorno dopo, andando a comprare la Gazzetta
per leggere i commenti del Catanzaro ebbi l’amara sorpresa che il Sora aveva
capovolto la partita negli ultimi minuti. Mi caderro le braccia e passai una
giornata tristissima. Mi auguro di rivedere categorie piu’ consone alla nostra
squadra. Lo meritiamo perché abbiamo degli splendidi tifosi che seguono la
squadra ovunque affrontando grandissimi sacrifici. Posso dire che il Catanzaro
è stata la squadra dei calabresi nella quale si identificava tutta la Calabria.
Non credo che la Reggina possa vantarsi di questo. I tempi del grande Catanzaro
erano diversi. C’era ancora l’attaccamento alla maglia. Adesso, specialmente
dopo l’introduzione della legge Bosman, vediamo soltanto mercenari e una
commercializzazione del prodotto calcio che fa venire la nausea. Noi abbiamo
avuto giocatori che resteranno nella storia: Mammi, Palanca, Mauro e con cui
potevamo identificarci. Con chi si identifica un tifoso della Reggina oggi, con
Nakamura? Il sito www.uscatanzaro.net mi ha ravvicinato ancora di piu’ al Catanzaro. Non passa
giorno che non mi collego per leggere i messaggi e le notizie sul CZ.

Un abbraccio a tutti
FHORZA CATANZHARU!!!

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

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