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Gelbison, allontanare lo spettro dei playout

Scritto da Emanuele Mongiardo

Un girone fa, la Gelbison si apprestava a scendere a Catanzaro in piena zona playoff. La squadra di De Sanzo, arrivato ad Agropoli ad inizio campionato dopo l’esonero di Esposito, si era calata bene nella nuova realtà della Serie C ed aveva dato filo da torcere a tutte le avversarie. Qualche settimana dopo la sconfitta del “Ceravolo”, i rossoblu avrebbero disputato una delle migliori prestazioni sul campo del Crotone. Una squadra gagliarda, capace di pressare alto gli squali e di creare diverse palle gol. La Gelbison era passata in vantaggio con una gran conclusione di Fornito dai venticinque metri. Poi, dopo il pareggio di Chiricò, era arrivata un’espulsione che aveva lasciato i campani in dieci uomini; nonostante l’inferiorità numerica, De Sena e compagni avevano saputo portare a casa un pareggio preziosissimo, che lasciava presagire un girone di ritorno tranquillo.

Ad aspettare i cilentani, però, c’era una lunga serie di pareggi e sconfitte, tra cui un brutto 1-5 rimediato in casa dal Monopoli. Così, a metà febbraio, anche per De Sanzo è arrivato l’esonero. Al suo posto è tornato Esposito, l’allenatore della storica promozione dalla D alla C. Nella giornata del suo secondo insediamento, il nuovo tecnico aveva saputo riportare i suoi alla vittoria: uno 0-1 in casa del Monterosi, con un gol a inizio gara dell’ex Catanzaro Uliano. Da lì in poi, però, la Gelbison non ha più vinto e sono arrivati due pareggi (1-1 sia col Giugliano in casa che con la Fidelis Andria in trasferta) e due sconfitte: 1-2 in casa dal Pescara di Zeman e, soprattutto, 1-0 nello scontro diretto con la Turris. Grazie al gol all’’85 di Leonetti, i corallini, prima squadra della zona playout, si sono portati a un solo punto dai campani: la prospettiva degli spareggi per la salvezza, per la squadra di Esposito, si fa sempre più concreta.

Come gioca la Gelbison

Da De Sanzo a Esposito, a livello tattico, non sembra essere cambiato molto. Forse col materiale a disposizione è difficile pretendere di più. Vista la spirale negativa di risultati, probabilmente Esposito dovrà fare anche da psicologo per evitare che la situazione degeneri. In questo senso, una buona prestazione col Catanzaro, al di là del risultato, sarebbe di sicuro un toccasana per la stagione dei cilentani.

Vivarini probabilmente si troverà davanti un’altra squadra schierata col 3-5-2 ed un blocco difensivo basso. I rossoblu proveranno ad occludere tutti gli spazi al centro per lasciare solo le corsie laterali ai giallorossi. In assoluto, la Gelbison non subisce molti gol: 31 in 32 giornate sono una cifra accettabile per una squadra di media-bassa classifica. Però, i 24 gol segnati sono un po’ pochi ed è anche così che si spiega l’esiguo numero di vittorie.

Una volta recuperata palla, la Gelbison proverà a ripartire in campo aperto. Tra i due quinti, il più pericoloso sembra essere Nunziante, giocatore di gamba e di esperienza, capace di garantire corse in profondità alla manovra di Esposito. Occhio al centrocampo, perché si tratta di una squadra con ottimi tiratori. Detto del già citato ex Uliano, il giocatore più pericoloso è senza dubbio l’ex Cosenza Giuseppe Fornito. Nativo di Trebisacce, Fornito è uno dei centrocampisti migliori di questa stagione, una mezzala estrosa, con gran visione di gioco, gran controllo di palla nello stretto e un sinistro chirurgico dalla distanza. Attenzione anche ai calci piazzati, dove l’avversario più pericoloso sarà il centrale Cargnelutti.

Al di là di ogni considerazione sui singoli, la manovra della Gelbison poggia quasi completamente sulla sua coppia di attaccanti. Tumminello, arrivato dal Crotone a gennaio, e De Sena, capocannoniere della squadra con 8 gol, sono due punte tradizionali, di grande fisico, che si spendono per far salire la squadra oltre a concentrarsi sulla porta. Tenerli lontano dall’area sarà fondamentale per spegnere ogni velleità della Gelbison.

Manca un ultimo passo alla gloria, ma si sa che in questo periodo della stagione le squadre in lotta per la salvezza sono le più agguerrite. Vivarini e i suoi, però devono solamente seguire il solito spartito.

Autore

Emanuele Mongiardo

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