La Striscia

Il Catanzaro non sfonda il bunker

A meno otto dal Cosenza e più tredici sulla sesta

Undicesimo pareggio del Catanzaro, il sesto in casa, non consente ai giallorossi di Nicola Provenza di riavvicinare la capolista Cosenza.
Gli spettatori presenti al Ceravolo erano più o meno duemila, è inutile menarcela con il discorso presenze ma prima di parlare della disaffezione del pubblico che è evidente,  facessero un esame di coscienza quelli che stanno nelle stanze  societarie e si chiedessero se loro stannno facendo il possibile per garantirsi l’apporto del pubblico, sulla gestione della biglietteria e della comunicazione a questo punto è meglio stendere un velo pietoso.
Si è giocato anche oggi su un campo pesante e sotto una pioggia a tratti insistente, a proposito del campo vorremmo segnalare un’altra cosa; domenica scorsa era allagato, ma quando i giocatori sono scesi in campo, quel fango che abbiamo visto oggi e che ha penalizzato i ragazzi di Provenza, non l’avevamo visto  mentre le due sqadre si allenavano nel riscaldamento.
La domanda che nasce spontanea è la seguente: ma durante la settimana i tombini che consentono all’acqua di fuoruscire sono stati stappati?  Mah! Abbiamo i nostri dubbi, forse qualcuno ha pensato che il Catanzaro allenandosi a Giovino su quella specie di campo è gusto che giochi in quelle condizioni.
E veniamo ora a tutto il resto.
Una cinquantina i tifosi della Vibonese presenti, circa duemila quelli giallorossi.
Prima della partita il minuto di raccoglimento era accompagnato da scroscianti applausi per le due vittime dell’autostrada con gli Ultras che esponevano uno striscione in  memoria di Danilo e Nicola, successivamente dalla Curva Massimo Capraro veniva esposto un altro striscione dove si ringraziavano i rivali tifosi cosentino per la loro sensibiltà in occasione dell’ultima loro partita interna in merito alle vittime della frana dell’A3.
La partita si presentva subito difficile, gli uomini di Galfano entrano in campo con una determinazione da champion, lottavano su tutti i fronti, entravano decisi su ogni pallone commettendo diversi falli, eppure come spesso accade nel “tranquillo” Ceravolo, il primo ammonito al primo fallo era di marca giallorossa.
Il Catanzaro cercava la manovra ma fra le marcature triplicate dell’avversario e sul campo pesante, più passava il tempo e più perdeva di lucidità.
La Vibonese poche volte si affacciava dalle parti di Mancinelli e solo una volta con untiro dell’ex Ruscio si rendeva pericolosa.
Eppure nel primo tempo le occasioni per passare in vantaggio il Catanzaro le aveva avuto, la più clamorosa è capitata a Caputo, ma la solita zolla impediva al cannoriere napoletano  di calciare a rete a porta spalancata.
Nella prima parte di gioco molte volte Falomi riusciva a farsi sentire nel cuore della difesa avversaria, ma poche volte il Catanzaro riusciva a sfondare sulle fasce, malgrado un Cardascio visto più in palla rispetto alle precedenti esibizioni.
Nella ripresa Provenza provava con i cambi a dare una svolta alla partita, la Vibonese arretrava sempre di più il baricentro e il Catanzaro la prendeva d’assedio ma sempre nell’attimo decisivo c’era qualcuno in maglia rossoblu che riusciva a salvare la porta di Amabile.
Ci poteva essere un rigore su una trattenuta a Falomi, ma il Sig. Zonno non è stato così attento e fiscale come quando doveva distribuire cartellini a iosa per i giallorossi.
La giornata di oggi possiamo definirla ua sana “giornata di sport, effettivamente Ruscio e compagni lo hanno veramente onorato nello stesso identico modo dell’anno scorso, quando in svantaggio di 1-0 al Ceravolo riuscirono con un’impresa titanica a pareggiare dopo trenta secondi e non è la prima volta che accade, lo sport venne onorato anche a Vibo due anni prima, con uno splendido 3-2 che consentì alla squadra del Presidente Gurzillo di raggiungere la salvezza con ben tredici giornate ancora da giocare.
Comunque bisogna accettare serenamente questo pareggio interno, è vero che siamo a meno otto dalla capolista, ma se qualcuno, sia all’andata che al ritorno giocava con la stessa intensità, lottando su ogni pallone come contro il Catanzaro forse i punti potevano essere almeno quattro di meno.
Alla prossima, sperando che verso la fine di questo campionato il Catanzaro abbia già acquisito la certezza della sua posizione e che sia arbitro per delineare i play out e la retrocessione diretta.
Io me ne ricorderò, non so voi.
SF

 

Autore

Salvatore Ferragina

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