Il Consiglio Regionale approva l’assestamento. Ma ci sarà una manovra bis

Trenta milioni ciascuno per forestazione e trasporti, 28 alle spese di funzionamento dell’assemblea regionale. Nuova seduta prevista a luglio. No alla chiusura del Tar di Reggio Calabria

La seduta del consiglio regionaleLa riunione extra serviva per approvare l’assestamento di bilancio, e assestamento è stato. Ma c’è una novità di rilievo: la prossima seduta del parlamentino regionale – in programma per luglio – potrebbe ospitare una sorta di “assestamento bis”. Una manovra aggiuntiva di circa 50 milioni che sarebbe giustificata dall’eventuale, ma non certo, sblocco di nuovi fondi relativi al comparto sanitario, che renderebbero necessaria una rimodulazione della Finanziaria varata oggi.

Nel frattempo, il Consiglio – nella prima seduta eccezionale dopo lo scioglimento sancito dalle dimissioni dell’ex governatore Scopelliti – ha dato semaforo verde alla “prima” manovra di “aggiustamento” per il 2014, che in tutto dovrebbe movimentare risorse pari a 132 milioni di euro. Tra questi, circa 30 milioni saranno destinati alla forestazione; altri 30 al settore trasporti; 28 alle spese di funzionamento del Consiglio; 13,5 al settore agricolo; 5,5 alle spese per il personale della Regione; 6 al cofinanziamento del Fse 2007-2013; più altre risorse che saranno suddivise tra i comparti ambiente, turismo e protezione civile. Tra i fondi recuperati, spiccano anche i 27,5 milioni che derivano dall’estinzione dei contratti swap sottoscritti dalla Regione.
Nel corso della discussione è stato dato l’ok all’emendamento che aumenta di 40mila euro le risorse per la collaborazione tra Regione e Lega contro i tumori della Calabria. La dotazione complessiva sarà quindi di 140mila euro.
La querelle è comunque scoppiata sul finanziamento delle primarie per l’elezione dei candidati alla presidenza della Regione, così come previsto da una legge regionale attivata la scorsa settimana da un decreto della giunta. Il Pd – con un emendamento firmato da Principe, Scalzo e Naccari Carlizzi – aveva proposto uno stanziamento di 600mila euro, che però ha trovato il secco no della maggioranza. Irremovibile l’assessore Nazzareno Salerno: «Secondo i nostri studi le primarie costano 2,5 milioni di euro.

Potremmo anche fare a meno di spendere questi soldi in un momento delicato come questo per la regione». Obiezioni respinte da Naccari, che ha ricordato come quella per le consultazioni sia una «spesa giuridicamente vincolante, in quanto c’è una legge che le istituisce». L’Aula ha poi deciso di destinare alle primarie un finanziamento complessivo di 100mila euro, che saranno detratti dal fondo della Calabria film commission.
Dopo un accordo a dir poco sofferto, e sollecitato dal capogruppo di Forza Italia Ennio Morrone, gli altri emendamenti della maggioranza sono stati ritirati in vista del prossimo assestamento. Con un’eccezione che ha rischiato di accendere uno scontro tutto interno alla maggioranza: il consigliere Gesuele Vilasi (Fi) si è infatti inizialmente rifiutato di ritirare il provvedimento che prevedeva un incremento di 7 milioni di euro al fondo destinato agli indennizzi per i portatori di malattie ematiche, «che non percepiscono un euro da gennaio». Nervi tesi, ma alla fine Vilasi ha fatto un passo indietro, dietro l’impegno della giunta a stanziare i fondi richiesti nella prossima manovra di assestamento. Il consigliere forzista ha però voluto dire comunque la sua: «Non è ammissibile una manovra che non tiene conto delle esigenze di chi ha davvero bisogno».
Bocciato anche lo stanziamento di 1,6 milioni che avrebbero dovuto garantire la prosecuzione del Programma stage per tutto il 2014.

 

«PATTO DA RIVEDERE»
Ma quei 132 milioni “liberati” potrebbero anche essere perduti. Una possibilità paventata dall’assessore al Bilancio, Giacomo Mancini jr, che ha ribadito la necessità di rivedere il Patto di stabilità, «altrimenti le imprese, i Comuni, gli enti territoriali, di queste risorse non vedranno un becco di euro». Sulla scorta di questa premessa, Mancini non ha escluso che la Regione possa decidere di sforare il Patto stesso. «Il Consiglio – ha affermato – deve prendere una posizione univoca e spedire un messaggio a Roma: “Le cose devono cambiare”». Senza un cambio delle norme di riferimento, «non saremo in grado di erogare le risorse per erogare i servizi primari in Calabria», ha aggiunto l’assessore regionale, che ha anche chiesto un’azione unitaria in questa direzione di tutte le forze politiche calabresi. Oltre alla Calabria, altre 5 Regioni, ha ricordato Mancini, sarebbero disponibili a derogare le prescrizioni del Patto di stabilità.
Proposta respinta al mittente da Mario Maiolo (Pd), secondo cui «ancora una volta è stata mancata un’occasione per affrontare i problemi reali della regione». La legislatura appena conclusa – ha rincarato la dose l’ex governatore Agazio Loiero – «finisce in maniera disastrosa, com’è sotto gli occhi di tutti. Il successore di Scopelliti si troverà di fronte una situazione drammatica».

Anche Damiano Guagliardi (Federazione della sinistra) riserva parole dure all’ex governatore: «Scopelliti ha messo in crisi l’intera economica calabrese solo per lo sfizio di dimettersi».
Ma c’è anche chi prova in qualche modo a giustificare le carenze della giunta di centrodestra, come Rosario Mirabelli (Ncd): «In una regione già povera perché priva di un sistema produttivo, le entrate continuano a diminuire anno dopo anno. Un crollo che si è verificato proprio a partire dal 2010». Di tutt’altro segno la disamina di Piero Giamborino che, rimarca l’assenza in aula del presidente facente funzioni Antonella Stasi per sottolineare come «ancora una volta la giunta dimostra di non voler dare un aiuto concreto alla Calabria».
Voto «nettamente contrario» anche per Aurelio Chizzoniti, che parla senza mezzi termini di bilancio «alterato», a causa della mancata previsione delle somme relative al passaggio – sancito da una legge regionale – dei lavoratori di Calabria it in Fincalabra. C’è di più: il presidente della Commissione di vigilanza non esita a definire la manovra come «alleggerita» a causa del «rifiuto del dipartimento Attività produttive di riscuotere 33 milioni di euro nei confronti di quegli imprenditori che non hanno mantenuto fede agli impegni relativi agli incentivi occupazionali». Tra loro c’è anche il presidente di Fincalabra, Umberto De Rose, «che deve restituire 6 milioni di euro». Chizzoniti ha chiesto inoltre l’intervento della magistratura: «Mi auguro che la Procura di Catanzaro si svegli e proceda al più presto».

 

NESSUNO TOCCHI IL TAR
Il Consiglio regionale si è poi schierato contro la chiusura del Tar di Reggio Calabria. Il decreto legge 90 prevede infatti la soppressione, a partire dal 1° ottobre, delle Sezioni staccate dei Tribunali amministrativi regionali. L’Aula ha così approvato un ordine del giorno con il quale la giunta regionale viene incaricata di mediare con governo e Parlamento per salvaguardare l’attuale «assetto della giustizia amministrativa vigente sul territorio regionale» e quindi la sede reggina, istituita nel 1975.

corrieredellacalabria

Pietro Bellantoni

 

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