Dalla Redazione

Il labile confine fra prevenzione e repressione

Scritto da Francesco Panza
Le assurde restrizioni per la gara di Catania e il rischio porte chiuse del 20 novembre contro il Foggia. Sono davvero queste le uniche soluzioni contro la violenza negli stadi? 
 
Catania-Catanzaro

Sgombriamo subito il campo da qualsiasi dubbio: quella contro il Catania è una gara a rischio che merita misure di sicurezza adeguate

Chi pensa che lo stadio sia una zona franca all’interno della quale non vigano le normali regole del vivere civile, farebbe bene a stare a casa.

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Qui però siamo andati oltre, al punto da piegare le norme al servizio della più becera repressione. Riassumiamo brevemente i fatti. 

Mercoledì scorso la Questura di Catania rende note le seguenti disposizioni per l’acquisto dei tagliandi validi per il settore ospiti del “Massimino” per la gara fra Catania e Catanzaro del 13 novembre 2016:

– Vendita dei tagliandi del Settore Ospiti per i soli possessori della Tessera del Tifoso del Catanzaro

– Sospensione dell’opzione “Porta un Amico“ per i sostenitori del Catanzaro

– Sospensione della vendita online dei tagliandi per tutti i settori dello stadio

– Esclusione della validità della ricevuta di richiesta della Tessera del Tifoso per acquisto dei tagliandi

– Incedibilità dei tagliandi per tutti i settori dello stadio

Vi chiederete cosa ci sia di strano. A prima vista sembrano le normali misure restrittive di una gara storicamente da bollino rosso. 

Eppure l’anomalia c’è e crea un precedente francamente incomprensibile. Il primo punto, infatti, limita l’acquisto dei tagliandi ai soli possessori della TdT rilasciata dal Catanzaro, escludendo di fatto l’utilizzo di qualsiasi altra tessera. Il comunicato prosegue specificando che non avrà validità la ricevuta di richiesta della TdT. 

In altre parole, secondo la Questura di Catania esiste una gerarchia fra le varie tessere, al punto che persino chi abbia sottoscritto la “Vivo Azzurro Card” (quella della Nazionale italiana per intenderci) non avrà la possibilità di acquistare un tagliando per il “Massimino”. 

Eppure, basta dare un’occhiata alla sezione FAQ del sito vivoazzurro.it per scoprire che alla domanda “La Card possiede tutte le caratteristiche di una Tessera del tifoso?”, la risposta è talmente chiara da non lasciare spazio ad interpretazioni: “Sì! La card di Vivo Azzurro è anche una tessera del tifoso, quindi è assimilabile a quelle emesse dai singoli Club”

Come se non bastasse, sul sito dell’Osservatorio si legge testualmente che “La tessera è rilasciata dalla società sportiva previo nulla osta della Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni)”. 

In buona sostanza, in sfregio a qualsiasi comunicazione ufficiale, ai tifosi del Catanzaro sarà di fatto impedito di recarsi a Catania, pur essendo in possesso di una tessera perfettamente valida, nonostante il mancato rilascio da parte della società giallorossa. 

Sullo sfondo il rischio porte chiuse anche per la trasferta di Foggia del 20 novembre, con L’Osservatorio che ha chiesto alla Lega di non attivare la vendita dei biglietti. 

Un clima di incomprensibile durezza che meriterebbe quantomeno una spiegazione chiara, semplice, comprensibile, che sono certo non arriverà mai. 

Sulla vicenda ho chiesto il parere di un collega, Ivan Montesano, da sempre vicino alle vicende della tifoseria organizzata. Ecco il suo pensiero.


 

È una decisione grossolana e antidemocratica che genera ulteriore confusione in una materia già abbastanza controversa. Capisco che in tempi di demonizzazione del tifo organizzato (e forzati abbonamenti alle pay tv… ) ci sia sempre d’aspettarsi di tutto, ma vietare l’uso di una tessera del tifoso a beneficio di un’altra praticamente uguale ha del paradosso che scivola nel ridicolo.

Io credo che la Questura catanese voglia di fatto limitare al minimo la partecipazione dei tifosi giallorossi alla trasferta, ma non si capisce a quale diritto o norma si stia riferendo. Voglio dire: se uno sottoscrive la tessera del tifoso marchiata “vivoazzurro” e gira l’Italia per veder partite sottoponendosi a biglietti nominativi e schedature ben precise, perché domenica a Catania deve essere munito della tessera del tifoso emessa dal Catanzaro?

Hanno deciso che la prima va bene solo per la Nazionale e che, invece, per seguire la propria squadra è necessaria quella del club altrimenti si resta a casa? E se davvero hanno cambiato le regole, è per caso sfuggita la relativa comunicazione ufficiale o più plausibilmente è che la Questura, a Catania, è fornita di una particolare carta bianca?

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Poco da stupirsi, in fondo, in un Paese in cui le norme (quando ci sono) non vengono applicate ma interpretate e modificate (alla bisogna). Mi sorprende ancor meno che a farlo sia un organo dello Stato, nella fattispecie la Polizia, che dovrebbe semmai pensare a prevenire rispettando le regole (che valgono per tutti, o no?).

Quindi perché permettere la trasferta ai catanzaresi inventando nuove gabbie burocratiche, piuttosto che vietarla a priori come fatto l’anno scorso con i supporter etnei? Triste subire, quasi impotenti, certi ragionamenti polizieschi che immagino ispirati da due pesi e svariate misure, semplicemente mirati a ledere (con piglio totalitario) un diritto provvisto già di tessera e controlli.

Se provassimo a scrollarci di dosso il torpore piombato sulle nostre teste insieme al periodo no del Catanzaro, dovremmo fare lo stesso casino che anni fa riusciva a spostare la sede naturale di un match da uno stadio all’altro, purché fosse capace di contenere la marea giallorossa al seguito delle Aquile.

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Francesco Panza

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