Il ”Massimo Palanca” replica al Sindacato Autonomo di Polizia

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Club di Catanzaro Lido

In risposta alle dichiarazioni di singoli e al comunicato del
Sindacato Autonomo di Polizia, rilasciati e pubblicati in seguito agli
incidenti avvenuti in occasione della partita Catanzaro-Verona, il Club
“Massimo Palanca”, nello stigmatizzare e condannare la violenza gratuita e
premeditata ed esprimendo il proprio sostegno al Commissario ferito, dissente
recisamente dalle dichiarazioni e dal comunicato suddetto.
Le domande da porre e da porsi, esibendo un minimo di autocritica, sono ben
diverse.
Come possono 80 persone armate e preparate alla guerriglia sfuggire al servizio
di controllo? Noi tifosi ben sappiamo che i contatti con Digos e Polizia della
Città di provenienza dei tifosi in trasferta è costante.
Come è possibile che il suddetto gruppo di tifosi armati arrivi sotto la Curva
Massimo Capraro, cuore pulsante di un’intera Città, senza che nessuno se ne
accorga nonostante il traffico pre-partita?
Noi tifosi ben sappiamo che decine
di volanti sono appostate alle vie di accesso delle varie Città e che prendono
in consegna anche le singole automobili scortandole fino al settore dello
Stadio riservato ai tifosi ospiti.
Come è possibile che nessun controllo sia stato effettuato all’ingresso in
Città dei tifosi veronesi? Noi tifosi ben conosciamo il “trattamento” che ci
viene riservato in ogni partita giocata fuori casa, ma a Catanzaro
evidentemente si usano procedure diverse.
Come si può pensare di mantenere il controllo del piazzale antistante lo Stadio
con poche unità in servizio e in una partita che tutti sapevano a rischio a
prescindere dalla presenza di tifosi ospiti e per la contestazione annunciata?
Noi tifosi conosciamo e subiamo l’ingente numero di forze dell’ordine in ogni
trasferta anche nelle partite più tranquille.
Noi tifosi sappiamo e ci chiediamo come è possibile che le forze dell’ordine,
Questore in testa e SAP a seguire, ignorassero. Nascondersi dietro alla scusa
di essere stati sviati dai tifosi veronesi è come nascondersi dietro un dito;
non si aspettano le telefonate dei tifosi da scortare e tantomeno ci si fida di
loro. Se questa non è negligenza, è quantomeno ingenuità.
E come giustificazione non sembra valida nemmeno quella dell’ubicazione dello
Stadio. Lo Stadio è al suo posto da più di 50 anni e se un sabato, per una
serie di coincidenze, avvengono gravi incidenti senza che venga fatto nulla per
evitarli la colpa non è della toponomastica, ma di chi ha sbagliato.
Chi ha sbagliato si prenda le proprie responsabilità e, nel caso, si dimetta.
Non è attaccando lo Stadio o la gente per bene che lo frequenta che si risolve
il problema. Il problema magari si risolve rimuovendolo a monte: esercitando al
massimo delle possibilità il proprio dovere onde evitare perdite di autobus
pieni di tifosi armati ed evitare lunghi minuti di guerriglia urbana in cui
sono state messe a rischio le vite di donne, ragazzi e persone anziane non solo
quelle dei poliziotti.

Club Massimo Palanca

Autore

Tony Marchese

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