In attesa di un nuovo profeta!

Dagli antipodi del nostro continente arriva la lucida analisi da parte dell’amico Laudano sulla situazione delle aquile

         La notizia di questa sconfitta è giunta
sulle spiagge di Perth come un fulmine a ciel sereno. E a quel punto mi sono
chiesto su cosa poggiasse l’ottimismo sfrenato degli ultimi giorni, questa
convinzione estrema che la vittoria contro il fortissimo e imbattibile
Gladiator fosse solo l’inizio di una rimonta senza ostacoli. Vi dico la verità,
la mia risposta è stata: sul nulla. E’ pur vero che la vittoria ha molti padri
e la sconfitta pochi o punti, ma queste considerazioni non significano un voler
abbandonare la barca in difficoltà ma semplicemente vorrebbero cercare di
mettere dei punti fermi su questa stagione a dir poco tribolata.

         Già settimana scorsa mi soffermai su
Dellisanti e con dolore e dispiacere mi ci devo soffermare anche stavolta. E’
ormai chiaro a tanti (non a tutti, purtroppo…) che questo Mister ha qualche
problema con una parte dello spogliatoio e che, a dispetto dei santi e dei
lavoranti, continua a stare al suo posto. Ricordo le sue parole sferzanti e
decise che arrivarono fin quaggiù nei mesi scorsi. Anche lui s’impegnò in
proclami, alla stregua dei suoi datori di lavoro, poi non mantenuti. Parlava di
risultati, di fiducia, di spogliatoio unito, di rinforzi sicuri, di squadra in
crescita, di sue dimissioni in caso di qualche segnale negativo da parte della
Società o da parte del campo (l’unico, il vero, il solo ad aver ragione).
Niente di tutto ciò è successo e di questo sembra non ricordarsene nessuno.
Risultati men che mediocri, squadra in bambola per non dire in inquietante
involuzione, partite scialbe e senza nerbo, formazioni cervellotiche,  senza capo né coda e, soprattutto, rinforzi
visti neanche con il cannocchiale dell’Osservatorio di Arcetri. Vorrei
ricordare a quelli che a quest’ora stanno sobbalzando sulla seggiola
insultandomi a più non posso che, tanto per dirne una, il Catanzaro delle
meraviglie ha segnato in poco più della metà delle partite disputate finora. E
non ditemi che questo non è un segnale di poco gioco, di pochi schemi e di poco
coraggio. Potrei continuare dicendo che le prestazioni andate oltre il minimo
sindacale del decoro si contano sulle dita di una mano. E sono anche stato
generoso.

         Tanti tra di noi pensano che il
licenziamento o le dimissioni di Dellisanti siano una jattura e una catastrofe.
Io no. Ci sono stati tanti esempi di squadre in difficoltà portate in trionfo o
salvate da un Mister subentrato a poche giornate dalla fine e le giornate alla
fine non sono poi così poche. 10 giornate alias 30 punti, per noi come per le
squadre che ci seguono in classifica. Il vero pericolo è proprio quello:
perdere di vista la retroguardia e rischiare di restare invischiati in un
qualcosa che non voglio nemmeno pronunciare e pensare. Questa sì che sarebbe
una jattura e una catastrofe.

         Certo è che individuare la persona giusta  che possa sostituire il nostro eroe della
panchina è compito difficile, oneroso e pericoloso. Ma io penso che non si
debba cadere nell’errore di tutta questa annata: il toro va preso per le corna
e va portato alla ragione!!! Ci vuole coraggio e lungimiranza, volontà e
sapienza, fortuna e diplomazia. Quello che assolutamente deve venir meno è
questo senso di rassegnazione e di fatalità che ci accompagna in questi giorni.

         Restano solo i tifosi l’unico reale
patrimonio di questa squadra e di questa città. Gli stessi tifosi che pensavano
di fare un solo boccone del Ragusa e che pensano che Frosinone e Brindisi
saranno due passeggiate, solo due tappe verso i playoff. E lo pensano nella
convinzione di poter essere decisivi, importanti e determinanti. E in effetti
lo sono. Ma su questa armata Brancaleone mandata in campo dal nostro generale
Badoglio hanno lo stesso effetto di una pallottola di plastica sparata contro
un carro armato in corsa manovrato da un carrista incazzato come pochi:
nessuno.

         Mi manca la passeggiata per arrivare lo
stadio, mi manca la fila per fare il biglietto, mi manca la fila per entrare in
Curva, mi manca lo stadio, mi manca il pino, mi mancano i cori, mi manca la
pelle d’oca, mi manca la gioia di un gol, mi manca la soddisfazione di una
vittoria, mi manca il dialetto, mi mancano le battute, mi mancano le liti, mi
mancano le lacrime, mi mancano i tanti amici lasciati lì dentro.

Tutto questo mi manca e continuerà a mancarmi e non
sarà certo il Dellisanti di turno a farmi perdere di vista queste cose e la
passione per il mio Catanzaro. In attesa di un nuovo profeta mi accontento di
esprimere quello che penso e attendo ogni santa domenica una notizia che dia un
senso alla giornata.

 

 

 

ASSENZIO LAUDANO

Autore

Redazione

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