Infocontact, sequestrati beni per oltre 26 mln di euro

Operazione eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro 
 
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Beni per 26 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro alla società Infocontact e ai due amministratori Giuseppe e Mariano Pane su disposizione del gip di Lamezia Terme nell’ambito di un’indagine su presunte distrazioni di contributi per l’assunzione e la formazione dei dipendenti e sgravi fiscali e contributivi.

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Per l’accusa la società avrebbe anche omesso di versare al fisco, tra il 2009 ed il 2013, oltre 26 milioni. Infocontact, ora in amministrazione straordinaria, costituita nel 2001, ha operato sul mercato dei call-center dal 2006 con 14 sedi operative in Calabria (2000 dipendenti) e sede legale a Roma. Dal 2006 al 2014 – quando è stato dichiarato lo stato d’insolvenza – hanno reso noto gli investigatori, è stata amministrata dalle famiglie Pane, armatori sorrentini, e Graziani, il cui capostipite ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Telecom, che avevano l’intero capitale sociale tramite società a loro riconducibili.

Le persone che hanno amministrato, in fatto ed in diritto, la società, secondo quanto accertato dai finanzieri, sono stati Mariano e Giuseppe Pane e Alfonso Graziani, quest’ultimo deceduto pochi mesi prima della dichiarazione dello stato d’insolvenza. Secondo l’accusa, a causa della distrazione dei contributi, i circa 2000 dipendenti hanno perso il posto di lavoro.

Oltre a loro, nelle indagini, è persona offesa anche il fisco. Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni di Lamezia Terme Luigi Maffia, avrebbero portato all’individuazione di una serie di operazioni distrattive e dissipative poste in essere dall’organo amministrativo della società in un periodo in cui la stessa versava già in uno stato di decozione e/o insolvenza.

Grazie all’ausilio di intercettazioni tecniche, le indagini avrebbero anche consentito di smascherare una fitta rete di società correlate e collegate, alcune all’estero, ritenute dagli investigatori possibili destinatarie dei proventi distratti. Il sequestro è stato eseguito in Campania e Lazio, ed ha interessato numerosi conti correnti, un lussuoso attico nel centro di Roma, nonché beni mobili e partecipazioni societarie risultati essere nella disponibilità degli indagati.

Autore

Redazione

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