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L’ho sognato da bambino…

Scritto da Ivan Pugliese

Quel che la favola ha inventato, la storia qualche volta lo riproduce. (Victor Hugo)

Pietro quella maglia l’ha sognata da bambino. Se il calcio è un sogno e proviamo ancora a guardarlo con gli occhi di un bambino, l’arrivo di Pietro Iemmello a Catanzaro è una favola con la F maiuscola.

Una favola di cui i tifosi giallorossi hanno bisogno dopo 30 anni abbondanti di serie C e una serie cinematografica di delusioni cocenti. Quando hai assistito inerme a una decina di playoff persi. Quando hai visto passare un numero simile di proprietà discutibili e di società avventuriere. Quando hai strappato centinaia di biglietti, abbonamenti e curriculum di calciatori, allenatori e dirigenti.

Ecco, se questa è la tua storia recente, se anche questa stagione sta scivolando verso l’anonimato, se hai già ammainato la bandiera della promozione a ottobre, solo una storia di calcio che assomiglia a una favola può risvegliarti dal torpore. A prescindere dal valore tecnico del calciatore, a prescindere dall’investimento economico, a prescindere forse anche dalla classifica e dalla stagione.

La storia è molto semplice. Pietro Iemmello, figlio di questa città, cresciuto a due passi dal mare, lascia Catanzaro da adolescente per provare a diventare un calciatore professionista. E non si volta più indietro. Le giovanili a Firenze, poi la gavetta in serie C, l’esplosione a Foggia, una carrettata di gol, il volo verso la serie A a Sassuolo e Benevento, la doppietta all’esordio da titolare a San Siro contro l’Inter, ma anche tante delusioni e una parabola in discesa dopo le esperienze alle Canarie e poi a Frosinone. Oggi Pietro Iemmello torna a Catanzaro per giocare con la maglia della sua squadra, per la quale ha sempre fatto il tifo. E non lo fa a fine carriera.

La sua città e quelli che da oggi sono i suoi tifosi lo aspettano. I bar svuotati dalla pandemia e i social gonfi delle opinioni più disparate pullulano di attesa, quasi di trepidazione. Valutare l’impatto tecnico di Iemmello sul Catanzaro di Vivarini è molto difficile. Per ora atteniamoci a quello emotivo. In un momento di nuovo difficile sul fronte pandemia, con l’entusiasmo azzerato dalla paura dei contagi e dai risultati deludenti, c’è ancora vita sul pianeta Catanzaro Calcio.

L’arrivo di Iemmello ha tre piani di riflessione: quello emotivo, appunto, quello economico/societario, quello tecnico. I tre piani inevitabilmente hanno alcune sovrapposizioni. Proviamo a ragionare per compartimenti stagni, ben sapendo che sarà quasi impossibile.

Del piano emotivo abbiamo già parlato abbastanza. Aggiungiamo due episodi arcinoti che fanno da sfondo a tutta questa vicenda. Sono entrambi del 2014. Il 2 agosto una città in festa si trasferisce all’aeroporto di Lamezia Terme per accogliere il figliol prodigo Joe Kamara che ha deciso di finire la carriera in giallorosso. La città impazzisce, sogna la B col presidente Cosentino. Sarà l’inizio della fine dell’era Cosentino. Il ritorno di Joe sarà un fallimento. L’imprenditore reggino tira i remi in barca prima di uscire di scena e lasciare il Catanzaro a Floriano Noto.

Un mese dopo Iemmello, con la maglia del Foggia, segna contro il Cosenza sotto la Sud ed esulta mimando il volo dell’aquila. “È stato un godimento assoluto”, commenta l’attaccante, rivendicando la sua “”catanzaresità”. La settimana successiva la curva “Capraro” lo onora con uno striscione che plaude al suo gesto.

Da quel giorno è iniziato il conto alla rovescia che si conclude oggi. La storia del Catanzaro è ricca di bandiere acquisite, di non catanzaresi diventati idoli della tifoseria. Da Palanca a Mammì, da Ranieri allo stesso Kamara. Essere profeti in patria è un esercizio molto complesso e delicato. Ne sa qualcosa Ciccio Corapi che, dopo la farsa del “Flaminio”, non è riuscito a riportare in B il Catanzaro e ha finito per essere allontanato senza troppi complimenti dalla società. Ma ci sono anche storie belle, come quelle di Mimmo Giampà, decisivo per riportare i giallorossi in terza serie nel primo anno di Cosentino.

Sul piano economico/societario, al di là dei tecnicismi della formula del prestito, il Catanzaro ha usato intelligenza e non si è svenato per prendere Iemmello. Dividerà col Frosinone rischi e opportunità di questa operazione. Ma un dato è chiaro. In un momento di stallo assoluto del mercato, non solo in serie C, Il Catanzaro c’è, è operativo, mostra i muscoli e mette a segno un colpo dietro l’altro. Iemmello, Sounas, Maldonado, Bjarkason, e forse non è finita qui.

Da una parte è il segnale che la famiglia Noto non si rassegna a un destino mediocre e rilancia. Dall’altra è la sconfessione quasi totale del mercato estivo. Prima l’esonero di Calabro, poi l’acquisto di calciatori che copriranno i buchi e le delusioni estive, infine la cessione plausibile di molti elementi della rosa per chiudere l’ennesima rivoluzione. Non è un caso che l’operazione Iemmello porti la firma chiara della famiglia Noto, che ha scelto di puntare forte sul calciatore, ha seguito direttamente la trattativa, ha pazientato, ha rilanciato, infine ha chiuso.

C’è infine il piano tecnico, come dicevamo assai difficile da valutare. Anche perché il Catanzaro, al di là di Iemmello, sta cambiando totalmente volto con altri acquisti molto importanti. Servirebbe forse ancora un innesto in difesa e uno sulle fasce. E il mercato è ancora lungo.

Sarà necessario recuperare fisicamente Iemmello che ha giocato due sole partite quest’estate e non segna un gol da 10 mesi (2 marzo contro il Monza). Il valore del calciatore è indiscutibile, ma servirà tanto lavoro da parte di Vivarini sulla testa di Iemmello, su quella di Cianci e Vazquez che hanno tirato la carretta fino a oggi, su quella dell’intero spogliatoio che deve ritrovare equilibri perduti nel corso dell’anno. In tutto questo il Catanzaro ripartirà dal settimo posto a 12 punti dal Bari e dalla semifinale di ritorno di Coppa che potrebbe regalare un accesso privilegiato ai playoff, destinazione probabile di fine stagione.

Iemmello è riuscito a coronare il sogno di vestire la maglia del Catanzaro. Chissà se anche i tifosi giallorossi riusciranno a realizzare il sogno proibito della serie B.

Che la favola abbia inizio. Con pazienza, fiducia ed entusiasmo.

Autore

Ivan Pugliese

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