Carta Bianca

La “folle corsa” di Provenza

Ci sono gesti che rimangono impressi ben oltre la contingenza di un momento. Spesso sono fotogrammi di dolore (chissà perché il dolore è quello che resta più indelebilmente addosso alle persone), ad esempio, parlando del Catanzaro, non c’è chi non ricorda il pianto di Palanca dopo il rigore sbagliato contro la Triestina piuttosto che il gelo collettivo e le lacrime che furono versate da tutti gli spettatori di fede giallorossa al 92’ di un Catanzaro – Lazio di serie cadetta.

Ma da ieri c’è un altro gesto che rischia di essere la sigla della stagione e forse la base per un racconto da tramandare a chi non c’era.

E’ la lunga, scattante ed imprevista “fuga verso la vittoria” che Nicola Provenza ha piazzato dopo il secondo gol del Catanzaro all’Andria.

Ce ne sono tanti di allenatori che vivono la partita in maniera viscerale. Provenza è uno di questi

Mai però ci saremmo attesi di vedere quello che abbiamo visto ieri. Il medico salernitano, per una volta ha sbaragliato il campo e, meglio di mille parole dette (spesso sempre le stesse), ha reso evidente cos’è che sta facendo veleggiare il Catanzaro nel suo migliore campionato di C2 (C2 altro che Seconda Divisione) della storia.

E’ la “tigna” e la voglia di ribellarsi, dello stesso Provenza, ai tanti ostacoli che il cammino sta mettendo davanti ai suoi giallorossi.

Provenza, con la sua corsa, ha voluto davvero farsi spazio tra i tanti intralci che rischiano di pregiudicarne un lavoro iniziato a luglio e non ancora terminato. Davanti a lui, Provenza, non aveva Iannelli o Francesco Montella da andare ad abbracciare. Davanti a lui, Provenza aveva un pubblico che non riesce più ad affezionarsi alle aquile; aveva una società che fa acqua da tutte le parti; aveva un ambiente spesso troppo pronto a sottolineare gli aspetti negativi della stagione ed a dimenticare subitaneamente quelli positivi; aveva soloni e prefiche di turno che aspettano lo scivolone per “l’io l’avevo detto”; aveva infine coloro che prima parlano e scrivono di Provenzate e poi si rimangiano tutto alla prima occasione utile.

A tutti coloro Provenza li ha mandati gambe per aria con la sua corsa forsennata.

Provenza, colui che è sempre apparso distaccato in chi poco lo conosce ed ancora meno lo frequenta ma che invece quando lo vedi da vicino rispondere alle domande, anche cattive ed insidiose che qualcuno gli pone, capisci che ha un fuoco dentro che nessun pompiere riesce ad estinguere. Provenza che quest’anno si è dato una missione dalla quale dipende la sua vita da sportivo ed allenatore professionista. Ridare il calcio a Catanzaro. Eh si, perché quello che abbiamo vissuto a Catanzaro nell’ultimo ventennio non è calcio ma è solo un perfido simulacro che gli assomiglia. Provenza lo sa. Sa che questa è la vera impresa della carriera e non vuole che ci sia niente e nessuno a potergliela turbare.

Per questo Provenza corre. Corre sempre. E corre sempre da solo. Perché Provenza forse non si fida granchè di coloro che dovrebbero fargli ala e spazio. Ed allora compito di tutti coloro che vogliono davvero bene al Catanzaro è quello di affiancarlo in  questa corsa. Come ha detto egli stesso è ora il momento di gettarsi alle spalle posizioni e mire personali per fare, tutti insieme, il bene del Catanzaro. Provenza sta lasciando un segno che potrebbe dare i suoi frutti non solo per questa stagione. Andiamo tutti a raccoglierlo. Di corsa.

P.s. Provè, però allenati meglio. Quasi svenivi dopo lo scatto… 

Antonio Ciampa

Autore

Salvatore Ferragina

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