L’avversario di turno: il Paternò

Solo due i precedenti con i siciliani

PREMESSA
Il Paternò, avversario di domenica prossima, è una squadra dalle
modeste tradizioni che ha vissuto sempre nell’ombra a causa del blasone
del capoluogo di provincia, Catania. Quando i più famosi rosso-azzurri
vissero il periodo della crisi, salirono alla ribalta le squadre della provincia.
Non solo il Paternò ma anche l’Acireale.
Il calcio a Paternò nacque nel lontano 1908, ma a parte i gloriosi anni
’60 quando sfiorarono ripetutamente la promozione in serie C, i siciliani
non hanno mai abbandonato il limbo del dilettantismo. Solo all’alba del
terzo millennio, precisamente nella stagione 2000-2001, la società etnea
ha varcato la soglia del professionismo, disputando un fantastico campionato
sotto la guida del tecnico Pasquale Marino e grazie ai 28 gol dell’anziano
bomber Ciccio Pannitteri. La sospirata promozione venne conquistata a Locri,
al termine di una lunga volata con la Vibonese.
Ma i rosso-azzurri erano destinati al doppio salto, tipico negli ultimi anni
per chi è promosso dai dilettanti. L’anno successivo infatti il
Paternò prosegue la sua cavalcata e si piazza al terzo posto nel girone
C della C2. Nelle semifinali play-off sconfigge il favoritissimo Giugliano in
un doppio memorabile confronto. I campani si impongono all’andata per
2-0 (con un gol di Giorgio Corona). I siciliani ribaltano il risultato acciuffando
il gol decisivo con Napoli a due minuti dalla fine. Nella finale un doppio 0-0
col Foggia vale al Paternò la storica promozione in C1.
L’anno scorso la retrocessione dopo i play-out contro L’Aquila dopo
una stucchevole querelle giudiziaria con la Vis Pesaro. Ma il papocchio estivo
ha riportato anche i siciliani in C1, premiati per non aver fatto ricorso al
TAR
Il Paternò gioca allo stadio “Falcone e Borsellino”, una
struttura capace di ospitare circa 4.000 spettatori.

I PRECEDENTI
Solo due i precedenti tra le due formazioni. Risalgono alla stagione 2001-2002,
l’unica disputata dal Paternò in serie C2. A Catanzaro finì
1-1 con i gol di Calvaresi e Giglio. A Paternò s’imposero invece
i siciliani per 2-1 con i gol di De Sanzo, Brutto e Pagana.

LA SQUADRA
La formazione siciliana ha cambiato pochissimo rispetto all’anno scorso,
causando non pochi malumori nella tifoseria. Concluso il ciclo Marino, passato
al Foggia, sulla panchina rosso-azzurra siede Maurizio Pellegrino, poche ma
importanti esperienze da allenatore sulla panchina del Catania. Il Paternò
gioca ancora con il 3-4-3, marchio di fabbrica dell’era Marino, anche
se Pellegrino schiera spesso una formazione più accorta (3-5-2 o 4-4-2).

Aldilà dei numeri, gli interpreti sono sempre gli stessi. L’unica
vera novità della squadra etnea è il giovane promettente portiere
Passarini prelevato dal Chievo, dove l’anno scorso ricopriva il ruolo
di terzo portiere dietro a Lupatelli e Ambrosio. La linea difensiva è
di grande affidabilità, anche se l’età complessiva di Bertoni
(37), Di Dio (35) e Tasca (27) sfiora i 100 anni. A centrocampo il perno attorno
al quale ruota il gioco è D’Aviri. Il reparto migliore è
comunque l’attacco con gli esperti Calvaresi (2 gol in cinque partite
e fautore della promozione in C1 con 16 gol), Pagana (36 gol negli tre anni
in maglia rosso-azzurra) e la sorpresa di questo inizio di stagione, Marco Ascenzi,
romano non ancora 22enne, che nelle prime sei partite ha realizzato quattro
gol.
Poco spazio finora per il giovane fantasista Emanuele Catania.
Formazione-tipo (3-4-3):
Passarini; Di Dio, Bertoni, Tasca; Calà Campana, D’Aviri, Librizzi,
Gadau; Ascenzi, Calvaresi, Pagana.

VERSO PATERNÃ’-CATANZARO
Il Paternò arriva allo scontro col Catanzaro con una situazione di classifica
deficitaria. Dopo un discreto pre-campionato culminato con il passaggio al secondo
turno della Coppa Italia di C, la squadra di Pellegrino ha alternato buoni stralci
di gara a clamorosi black-out tecnici, decisamente preoccupanti. In particolare
il rendimento interno è stato fallimentare, considerando anche che la
squadra siciliana non ha ancora incontrato le big del campionato (a parte il
Crotone).
Nei primi tre match casalinghi, un solo punto contro L’Aquila (1-1) e
due sconfitte (entrambe per 2-1) contro Crotone e Chieti. Fuori casa invece
una vittoria a Teramo (1-2), una sconfitta all’esordio a Fermo (2-1) e
il pareggio di domenica scorsa nel derby di Acireale, che ha riportato un po’
di fiducia, anche se la classifica non sorride. Buono il rendimento offensivo
(7 gol), ma una difesa colabrodo (1,5 gol subiti a partita).
Pellegrino contro il Catanzaro potrà contare su tutti gli effettivi tranne
lo squalificato Tombesi che comunque non sarebbe stato fra gli undici titolari.
La formazione dovrebbe ricalcare quella tipo, con un solo dubbio a centrocampo:
in ballottaggio Librizzi, Edoardo, Lolli e Cacciaglia per un posto, o al massimo
due se Pellegrino dovesse rinunciare ad un attaccante (Calvaresi) per rinfoltire
la linea mediana.
La gara sembra alla portata del Catanzaro, visto che Corona dovrebbe andare
a nozze contro una difesa sì collaudata, ma un po’ troppo datata
che potrebbe soffrire la straripante potenza del bomber giallo-rosso. Tuttavia
il tridente offensivo paternese costituisce un osso duro e dovrebbe garantire
un’altra partita spettacolare. Infatti nelle prime sei partite sia il
Catanzaro sia il Paternò hanno sempre segnato. Entrambe le squadre però
hanno anche subito almeno una rete per partita, tabù sfatato dai giallo-rossi
di Braglia solo domenica scorsa contro il Sora.

I TIFOSI
Data la vicinanza di Catania e la ridotta capienza dello stadio, il Paternò
non ha un grandissimo seguito di pubblico. Quest’anno staccate solo 50
tessere con 1200 paganti in media (meno 250 abbonamenti e meno 400 unità
a partita rispetto alla passata stagione). Il Paternò è penultimo
(dietro alla Viterbese) come numero di presenze.
I principali gruppi ultras rosso-azzurri sono i Decisi e la Dinastia Normanna.
L’unico gemellaggio è quello coi ragusani, mentre le rivalità
principali sono con Acireale, Siracusa, Messina, Martina, Vibonese, Gela e Igea.
I rapporti con gli Ultras Catanzaro sono di totale indifferenza.

Ivan Pugliese

Autore

God

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