L’Expo ancora nel mirino della ‘ndrangheta

Dalla V relazione del Comitato antimafia: «Le cosche hanno programmato la loro presenza facendo salire imprese dalla Calabria»

Il plastico dell'Expo«Nei cantieri che sono di Expo e delle opere funzionali all’esposizione abbiamo rilevato segni di presenza mafiosa così come abbiamo rilevato la capacità delle organizzazioni criminali di inserirsi in opere anche appaltate direttamente da Expo.

C’è una situazione che deve essere controllata meglio». È questo l’allarme lanciato dal presidente del Comitato antimafia del Comune di Milano, Nando Dalla Chiesa, nel corso della presentazione della V relazione stilata dall’organo da lui presieduto. Un relazione presentata «con una certa urgenza – ha chiarito Dalla Chiesa – e che riporta episodi rilevati dalle polizie locali dei comuni interessati dai lavori legati ad Expo e che sono già state segnalate all’autorità competente».

Dalla Chiesa ha poi spiegato che i «segni di presenza mafiosa riscontrati dal Comitato» vanno dalla «presenza di padroncini calabresi che provengono da località, dell’area milanese e calabrese, note come luoghi di presenza di ‘ndrangheta.

Oppure ancora quella di ditte che operano senza alcun titolo in alcuni siti o appalti che vengono assegnati a imprese guidate da pregiudicati». Inoltre, secondo la relazione, i controlli ambientali sono deficitari: «Bisogna concentrarsi di più sul movimento terra», ha aggiunto Dalla Chiesa che poi ha concluso la sua riflessione dicendo: «La ‘ndrangheta ha programmato la sua presenza in Expo anche facendo salire imprese dalla Calabria, noi dobbiamo chiudere i varchi facendo i controlli che devono essere fatti».

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Redazione

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