L’OCCHIO SULLA CITTA’: ROM – La delibera della discordia

da Calabriaora del 7 Marzo 2009

Il 10 novembre 1999 fù concessa un’area comunale di seicento metri quadri

concessa un’area comunale di seicento metri quadri

È la delibera di Giunta numero 586 del 10 novembre 1999, uno degli atti della passata amministrazione comunale, al centro del contendere tra l’attuale maggioranza guidata dal sindaco Olivo e l’ex sindaco Sergio Abramo, Domenico Tallini, Tommaso Brutto, Franco Barberio, Franco Cimino, Siinibaldo Esposito. Con questa delibera l’amministrazione concesse un’area di 600 metri quadri, di proprietà comunale, per installare l’abitazione di una famiglia nomade. Il primo punto della polemica riguarda proprio il beneficiario. Si tratta di un rom noto alle forze di polizia e alle cronache giudiziarie, solo pochi mesi fa è stato condannato nell’ambito dell’operazione “Revenge” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Per gli inquirenti sarebbe uno dei capi della criminalità rom. Torniamo al 1999 e alla delibera 586. All’epoca il Comune ha a disposizione un contributo economico, concesso dalla Regione Calabria, finalizzato «all’acquisto di prefrabbricati per la sistemazione allogiativa di famiglie nomadi residenti». Un finanziamento che in altre città è stato utilizzato per creare campi rom quantomeno degni di un paese civile. Già prima della discussa delibera, la Giunta catanzarese aveva utilizzato quei fondi per acquistare «tre alloggi prefabbricati per la sistemazione di due famiglie rom prima allocati abusivamente a Catanzaro Lido nell’area di proprietà dell’amministrazione provinciale e della Regione, destinata ad area attrezzata polivalente». Uno dei prefrabbicati venne installato «nell’accampamento nomade di via Stretto Antico». Gli altri due, invece, rientrano nella famigerata delibera. Per quest’ultimi «l’ufficio patrimonio ha indicato un’area sita in località Aranceto». Un’area di 600 metri quadrati. Con quella delibera inoltre si impegnava il Comune «a porre in essere quanto necessario per la sistemazione alloggiativa del nomade». Il “quanto necessario” comprendeva anche la «realizzazione della condotta idrica e fognante». Infine veniva sottolineato che l’autorizzazione all’utilizzo di quell’area era «temporanea» anche se non viene specificato un termine. Ora a distanza di quasi dieci anni quell’autorizzazione vige ancora e quelli che sulla carta dovrebbero essere due prefrabbricati, per usare le parole del sindaco, sono divenuti “residenze hollywoodiane”.

 

Gaetano Mazzuca

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Redazione

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