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Mai così vicini

Catanzaro-Chieti: l’ultimo atto

di
Massimiliano
Raffaele

CATANZARO – Shhh! Silenzio. Catanzaro-Teramo
2-0: è vero. Foggia-Crotone 2-2, è vero. In classifica Catanzaro
64 e Crotone 62: è vero. Ma ancora non abbiamo vinto un bel niente. Stringiamo
nelle mani soltanto un pugno di sogni, una manciata di speranze. L’unica B di
cui possiamo vantarci è quella stampata sulle nostre patenti di guida.
La matematica è tiranna, crudele, bastarda. Per poter far festa è
necessario un misero punticino, un pari nella città di Chieti. Impresa
non impossibile ma che considerare semplice sarebbe un grave errore. La batosta
di Martina Franca deve servire da lezione. Se avessimo usato la testa anche
al “Tursi”, oggi non saremmo qui a parlare di ipotesi e desideri repressi.
Se al “Tursi” avessimo agguantato un misero segno X… lasciamo perdere!
Ritorniamo alla realtà, lasciando il mondo dell’immaginazione a chi vive
di costanti illusioni, a chi pensa che la storia si conquista con la presunzione,
a chi sostiene che 10 anni di vita siano un’eternità, a chi giura che
se il Catanzaro vince è solo fortuna o è calcio-aggiustato. Che
vada a quel paese! Il Catanzaro fortunatamente vive di sport e di sportività
in particolare. Noi, “uomini di mondo”, stiamo con i piedi ben saldati
per terra. Godiamoci la vittoria con il Teramo ma iniziamo a mettere da parte
vagoni e vagoni di umiltà e concentrazione. Ne servirà un’overdose.
Ripensando alla partita con il Teramo c’è qualcosa che personalmente
avrei evitato. Non sono una persona che vuole a tutti i costi trovarsi sulla
sponda della ragione, eppure, secondo il mio modestissimo parere, le “B”
che hanno caratterizzato la coreografia del match di domenica, potevano benissimo
essere risparmiate. Forse sono state un po’ premature, così come l’invasione
di campo (quando il Crotone era già sul 2 a 2) che comporterà
esclusivamente una bella multa per la società di Via Lombardi. Neanche
la tifoseria del Milan ha tirato fuori stendardi e bandiere con il numero 17
dello Scudetto, se non dopo il triplice fischio del sig. Messina al termine
dell’incontro con la Roma. Pazienza. Speriamo solo di non dovercene pentire.
Peccato anche per l’espulsione di Antonio Morello; un cartellino rosso guadagnato
così ingenuamente da far incavolare anche il tifoso più tranquillo.
A Chieti i suoi colpi sarebbero serviti. Pazienza doppia. A questo punto l’incognità
è lo stato di forma di Giorgio Corona. Se il Re riuscisse a recuperare
non ci sarebbero grossi problemi per mister Braglia che dovrebbe optare per
lo schieramento di Luiso al posto di Morello, evitando cambiamenti dal punto
di vista prettamente tattico. Se invece Corona non dovesse farcela diventa un
po’ difficile ipotizzare la soluzione tattica di domenica prossima. Si potrebbe
ritornare al 3-4-3, si potrebbe “rischiare” Francesco Piemontese,
potrebbe venir ripescato Pierotti, potremmo vedere Machado…
Al di là di tutto, quel che conta è rimanere umili e lottare al massimo
sul difficilissimo campo del “Guido Angelini”. Il sogno possiamo rovinarlo
soltanto noi. Non siamo mai stati così vicini!

Autore

Massimiliano Raffaele

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