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Messina, la risalita dall’inferno con Raciti e Logiudice

Scritto da Emanuele Mongiardo

Dire che il Messina sarebbe stato uno degli avversari più difficili da incontrare, anche solo tre settimane fa, sarebbe sembrato impossibile. I biancoscudati viaggiavano in picchiata verso la Serie D. Poche ore prima della trasferta di Crotone, Auteri e il ds Pitino avevano rassegnato le dimissioni. In Calabria, per i giallorossi era arrivata la sesta sconfitta consecutiva. Nonostante l’assenza di una vera guida tecnica, i siciliani con orgoglio aveva tenuto testa a un avversario ben più forte. Evidentemente, sotto le ceneri della squadra ultima in classifica covava ancora la voglia di lottare per mantenere la categoria. Per ridarle definitivamente vita, servivano un allenatore che sapesse riportare serenità e magari qualche acquisto che alzasse definitivamente il livello della rosa.

Così, il presidente Sciotto ha trovato subito un nuovo DS – Pasquale Logiudice, vecchia conoscenza del Catanzaro – e un allenatore che nuovo non sarà, ma che di certo sullo Stretto ha già dimostrato di saper toccare le corde giuste: Ezio Raciti. Raciti ha guidato la squadra nella seconda parte della scorsa stagione. C’era lui in panchina quando i peloritani quasi riuscirono a sgraffignare un punto al Catanzaro, nella prima partita di Iemmello da titolare con le aquile.

Raciti è partito dagli insegnamenti più elementari. Ha ricompattato la squadra senza palla e ha cercato riferimenti chiari e semplici in fase offensiva. Lo ha di certo aiutato un mercato di livello assoluto per la lotta salvezza. Innanzitutto, per tamponare l’emorragia di gol subiti la dirigenza gli ha regalato un portiere esperto come Ermanno Fumagalli. Vivarini e i suoi conoscono bene il valore dell’estremo difensore lombardo, ormai figura nota anche al tifo catanzarese. Fumagalli non ha tradito le aspettative e ha subito blindato la porta del Messina: la sua reattività è davvero sorprendente, anche quando il gol sembra scontato lui riesce a metterci una pezza. Sentirsi le spalle coperte da un portiere così, deve aver restituito fiducia alla difesa. Per migliorare il reparto, poi, sono arrivati Ferrara dal Catania e, negli ultimi giorni, il roccioso centrale portoghese del Lugano Helder Balde – scuola Benfica, di solito sinonimo di qualità – e il terzino sinistro Celesia dal Potenza. In avanti, invece, l’acquisto che ha svoltato la fase offensiva è Oliver Kragl, spostato sulla trequarti per ovviare ai limiti della carta d’identità. Così, il Messina è rinato e con tre vittorie consecutive ha abbandonato l’ultimo posto: la salvezza diretta dista solo sette punti.

Come gioca il Messina

Raciti è ripartito dalla difesa a quattro. Ferrara ha trovato subito un posto da titolare, mentre è da vedere se riusciranno ad essere in campo Balde e Celesia. Il portoghese, in particolare, offre prospettive interessanti al Messina. Alto quasi due metri, sulla carta possiede un atletismo notevole per la categoria. Sul suo curriculum conta diverse presenze con le nazionali giovanili portoghesi. Se confermasse le aspettative, Logiudice potrebbe aver pescato una nuova guida per la sua difesa. La retroguardia di Raciti, infatti, si muove in maniera ordinata e mantiene bene le distanze, tuttavia gli errori individuali delle volte pregiudicano il rendimento collettivo: anche nelle vittorie contro Viterbese e Avellino, gli avversari hanno avuto occasioni abbastanza chiare, magari perché i terzini avevano ignorato i movimenti degli attaccanti alle loro spalle.

A fare filtro a centrocampo ci pensa la coppia FofanaMallamo, con quest’ultimo incaricato di accompagnare la fase offensiva alzandosi sulla trequarti, dove può sfruttare la sua qualità tecnica. Se il Messina riesce ad attaccare in maniera stabile, allora anche Fofana avanza: un suo gol è stato decisivo per battere la Virtus Francavilla in casa.

Nel 4-2-3-1 di Raciti, ovviamente, è fondamentale il contributo delle mezzepunte. Kragl, dopo una carriera passata da terzino, si è spostato sulla trequarti a destra. Una felice intuizione dell’allenatore siciliano. Lo avevamo già visto lo scorso anno ad Avellino: il tedesco, forse, non ha più la gamba per garantire la doppia fase. Da trequartista di destra, invece, può limitare le corse. In più, giocando a piede invertito può rientrare sul mancino per liberare il suo letale tiro dalla lunga distanza, quello sì mai scalfito dal tempo. Sulla fascia opposta Lorenzo Catania garantisce dinamismo e dribbling: spesso è lui, con le sue conduzioni, a far risalire il campo alla squadra. Da quando è arrivato Raciti, poi, Baldé ha iniziato a vedere la porta. Il numero dieci biancoscudato era davvero poco consistente in fase realizzativa, ma con la fiducia degli ultimi tempi sembra finalmente aver corretto i suoi problemi di mira. Davanti, con Curiale in uscita, toccherà a Leonardo Perez, scafato attaccante di categoria.

Insomma, il Messina gode di un ottimo roster per la lotta salvezza. Col vento in poppa, c’è lo spirito per tentare l’impresa contro il Catanzaro, come ha dichiarato lo stesso Fumagalli. Se il campo dovesse ripresentarsi nelle condizioni dell’ultima partita con l’Avellino, poi, gli uomini di Raciti ne trarrebbero di certo vantaggio: delle volte la palla si fermava tanto era inzuppato il terreno di gioco. Quella di Messina, in definitiva, è una delle partite più insidiose che il Catanzaro possa affrontare in questo momento.

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Emanuele Mongiardo

1 Commento

  • Partiamo domani mattina presto. Cerchiamo di arrivare presto perché vicino allo stadio………è difficile trovare parcheggio ah ah ah ah

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