L'emigrante

Mi fido di te

Il celebre film di Ale e Franz che racconta la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi. E nui simu sempra jettati alu solitu cinema
Com’è bello andare in giro per i colli bolognesi… una volta per risolvere i problemi bastava avere un cinquantino special. Che poi cinquantino non lo era mai. Anche il re degli sfigati, in un modo o nell’altro, trovava il coraggio di entrare in un’officina e chiedere con voce tremolante se era possibile truccare il motorino. E i soldini? beh quelli sono sempre stati un problema. Bisognava un pò arrangiarsi: rinunciare alla pizza, inventarsi qualche festa di compleanno. Cose cosi, roba da ragazzi. E poi finalmente il motorino era pronto. Quelle marmittazze si sentivano arrivare da cosi lontano che quando ti passavano vicino la prima cosa che pensavi era di cambiare officina. E se ti fermavano i carbineri? niente motorino per un mese. Era il dazio da pagare, la punizione per aver infranto le regole. Gli scooter moderni viaggiano che è una bellezza, ai tempi invece dovevi per forza modificare qualcosa. Il terrore del sequestro cresceva soprattutto d’estate quando com’è bello andare in giro con le ali sotto i piedi… perchè senza le due ruote ci si sentiva come leoni in gabbia. Una tortura. A proposito di cose vecchie, ricordi quando pensavamo che la nostra vita poteva cambiare con un tredici al totocalcio? non è che lo pensassimo e basta, ne eravamo certi. Ma quant’era difficile, c’era sempre qualche spiacevole sorpresa. La partita che non ti aspetti.

Ahhh, adesso ho capito. Canticchi la canzone di Cremonini mò chi nesciu l’inchiesta a Cremona, i colli bolognesi duva jocau chiru biondinu, i soldi e il motorino truccato e il totocalcio… guà ppè favora, non m’affriggira puru tu cu sta storia dei scommessi ca nda jettavi sordi e non ci fu versu ma vinciu e non da vogghiu sapira cchiu nenta. Si tratta solo di una spiacevole coincidenza, il nostro passato è sacro. Nessuno (o quasi) è disposto ad ammettere di essere stato preso in giro per più di trent’anni. Perchè dovremmo farlo noi? Forse possiamo concedere che ci sia stata qualche combine, qualche favorino, qualche losco figuro qua e la, ma niente di più. Altrimenti cancelliamo gli ultimi 30 anni di storia del calcio, togliamo stelle stelline e stellette, revochiamo le coppe. Azzerare tutto? macchè, nel pase di pulcinella al massimo si condona tutto. E intanto chi paga? ma quattro zingari che facciano da capro espiatorio li trovi sempre, il problema è la fiducia. E si perchè oggi ciò che è venuta a mancare è la fiducia. Il dopo Moggi non è stato meno morbido del prima. Sembrava che finalmente avessero fatto pulizia totale e invece no. Ci sbagliavamo e pur essendone consci abbiamo fatto finta di nulla finchè la bolla, quella al naso, è scoppiata ancora. Quello che non vogliamo ancora ammettere è che nel calcio moderno c’è da aspettarsi di tutto, a qualsiasi livello. Ma allora perchè andare ancora allo stadio? perchè spendere per la payperview? perchè scommettere? se proprio abbiamo voglia di vedere un finale a sopresa possiamo sempre andare al cinema. Li almeno te lo dicono subito che è tutta una fiction.

Soluzioni? ciascuno di noi ne avrebbe tante, ma il secondo problema (dopo quello della fiducia) è che le soluzioni devono trovarle quelli che muovono i fili. E se un brutto giorno la regina Elisabetta ha fermato il football oltre manica, impedendo alle squadre inglesi di giocare in Europa, qui da noi nessuno ha le palle per dare un certo tipo di punizioni. E’ un classico del made in Italy. Come diceva DeAndrè, lo stato si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità. Quindi avremo di che costernarci con il consueto scandaletto estivo, ci indigneremo per qualche nome altisonante, poi a settembre tutti con la faccia pulita a dirci che è il campionato più bello del mondo. Sempre che riescano a recuperare una novantina di squadre in regola con i conti. Diversamente, se si dovesse scendere sotto il numero legale, vedrai che gettano la spugna ancora un volta. L’estate sta finendo… ahhh i Righeira, quelle estati erano speciali. A bordo dei nostri motorini truccati c’era soprattutto voglia di libertà. Quindi che facciamo, diamo un taglio al nostro passato? difficile, di sicuro c’è che a Catanzaro con il passato non si chiude mai.

Davide Greco

 

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Davide Greco

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