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Modena, con Paolo Bianco per rilanciare le proprie ambizioni

Scritto da Emanuele Mongiardo

Dopo la battuta d’arresto di sabato scorso a Como, il Catanzaro ha subito l’opportunità di rifarsi in casa. Dopo aver accolto al “Ceravolo” squadre che, con esiti diversi, hanno pensato a chiudere gli spazi per poi attaccare in campo aperto, domani le aquile troveranno un avversario con principi di gioco simili a quelli di Vivarini.

Il Modena, infatti, quest’anno è ripartito da un nuovo allenatore, Paolo Bianco. Già difensore del Sassuolo che per la prima volta nella sua storia riuscì a raggiungere la Serie A, Bianco ha fatto parte dello staff di Roberto De Zerbi sia con i neroverdi che allo Shakhtar Donetsk. Lo scorso anno si è trasferito alla Juventus per lavorare insieme ad Allegri, ma sul suo Modena è chiara l’impronta lasciata dal periodo trascorso insieme a De Zerbi.

Bianco non rivestiva il ruolo di capo allenatore dal 2018, quando aveva guidato la Sicula Leonzio nel girone C di Serie C. Per il Catanzaro era il primo anno dell’Auteri bis e i giallorossi sconfissero i siciliani per 3-0 qualche settimana prima dell’esonero dell’attuale tecnico del Modena. A cinque anni di distanza, comunque, i risultati stanno accompagnando il percorso di Bianco e i canarini occupano attualmente il quinto posto, a soli due punti dal Catanzaro.

Quella del “Ceravolo”, al momento, è una gara da zona playoff, tra due squadre ben organizzate. Entrambe sanno comportarsi non solo in fase difensiva, ma anche con la palla. Il fatto che sia Bianco che Vivarini dedichino molta attenzione alla fase di possesso, però, non implica che la partita di domani debba essere spettacolare.

Come gioca il Modena

Il Modena è innanzitutto una squadra equilibrata, come dimostrano i suoi numeri: con nove gol subiti in undici gare è la terza miglior difesa del campionato (la prima è il Brescia con sole 5 reti incassati ma con due partite disputate in meno). I gol, invece, sono undici, non una grande cifra ma di sicuro ben distribuiti.

L’equilibrio del Modena deriva dal modo in cui riesce a combinare la fase offensiva con quella difensiva: la squadra sa rimanere compatta, attacca con ordine e senza verticalizzare in fretta, così da poter difendere con le distanze giuste, sia se c’è da pressare sia se c’è da rientrare.

La struttura di base è il 4-3-1-2 o il 4-3-2-1. Come il Como nel match precedente, il prossimo avversario del Catanzaro, quindi, può decidere se schierare due attaccanti o due mezzepunte. L’unico intoccabile, là davanti, è Luca Tremolada, uno dei migliori mancini della categoria e di sicuro il singolo da controllare meglio per la squadra di Vivarini. Tremolada è un trequartista estroso, capace di inventare ma anche di colpire con i tiri da fuori.

Per il resto, agli emiliani piace impostare con raziocinio già dal primo possesso. Seculin e i difensori si occupano dell’uscita bassa, con uno dei due terzini che di solito rimane vicino ai centrali. A centrocampo è capitan Gerli a dettare i tempi. Magnino, mezzala destra, di solito resta vicino a lui per dargli un’opzione sul corto, mentre Palumbo si muove tra le linee. L’obiettivo del Modena è di addensare i suoi uomini offensivi nei corridoi centrali del campo e da lì trovare delle combinazioni che possano portare al tiro. Da sottolineare, poi, la capacità di sfruttare i calci piazzati, grazie a due eccellenti battitori come Tremolada e Palumbo.

In fase difensiva, il Modena cerca di schiacciare gli avversari sul lato palla facendo scivolare il trequartista e le punte per pressare subito la prima costruzione. Questo modo di aggredire può creare anche delle occasioni da gol, ma può anche prestare il fianco alle ripartenze se gli avversari riescono a ribaltare il gioco sul lato debole. Settimana scorsa il Catanzaro è andato in grande difficoltà contro il pressing del Como, vedremo se domani cambierà lo spartito dell’incontro.

Autore

Emanuele Mongiardo

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