PETRUSINUOGNIMINESTRA – Su scuola magistratura no elemosina Scotti

riceviamo e pubblichiamo

L’elemosina del ministro Scotti fa il paio con l’inutilità dei nostri politici.

 

Non siamo disposti a farci prendere per i fondelli da nessuno. La vicenda relativa alla Scuola Superiore della Magistratura conferma la pochezza della nostra classe politica ma anche la totale assenza di dignità, di responsabilità e di giustizia della politica nazionale. Non accetteremo contentini di nessun tipo dal ministro Luigi Scotti, le cui dichiarazioni rilasciate dopo l’incontro avuto col nostro sindaco ci sembrano a dir poco beffarde se non sprezzanti quando afferma che, allo stato, non è possibile ripensare l’organizzazione della Scuola di Magistratura salvo ipotizzare una qualche attività decentrata da Benevento a Catanzaro! Avrebbe fatto una migliore figura, il signor Scotti, se avesse taciuto! Invece, parlando, ha fatto una pessima ceppalonica figura.

Tutte le attività svolte da questo istituto devono essere svolte a Catanzaro così com’era stato stabilito dal precedente decreto Castelli-Tremonti modificato dal capo-partito dell’Udeur Clemente Mastella. Un furto in piena regola con complici eccellenti: Romano Prodi e il suo Governo. Mastella e l’Udeur saranno per sempre nemici giurati di Catanzaro e della Calabria, ma sullo stesso piano collochiamo, da oggi, Romano Prodi e il suo schieramento. Basta leggere la nota diramata dall’ufficio stampa del ministero per capire la considerazione che questi signori hanno verso la Calabria: <<Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, nel confermare la sua disponibilità a studiare il problema che oggi gli è stato sottoposto, precisa che non è possibile, allo stato, un ulteriore decentramento organizzativo stabile della Scuola della Magistratura. Il Guardasigilli non esclude, tuttavia, che singole attività formative possano essere svolte anche a Catanzaro.>>

In queste poche righe ci sono bugie e umiliazioni riservate alla Calabria e al suo Capoluogo. Partiamo dalle umiliazioni, ossia la “concessione” da parte di tale Luigi Scotti da Napoli che  <<non esclude, tuttavia, che singole attività formative possano essere svolte anche a Catanzaro>>. Non abbiamo bisogno né di elemosine, né di pietà, ma solo della sede meridionale della scuola per magistrati. Il contentino, in poche parole, sono briciole funzionali a tappare la bocca ai sudditi del Regno di Napoli. Ma la cosa peggiore sono le bugie diramate a mezzo comunicato stampa da parte del Guardasigilli quando si dice che <<non è possibile, allo stato, un ulteriore decentramento organizzativo stabile della Scuola della Magistratura>>.  Fino a prova contraria non è stato aperto nulla a Benevento. I corsi della Scuola Superiore della Magistratura dovrebbero iniziare il prossimo settembre. E a Catanzaro sono già disponibili dei locali idonei. Detto questo, non risparmiamo responsabilità a nessuno, in particolar modo ai politici calabresi che avremmo voluto vedere fin dalla genesi di questa storia in tenuta da guerra contro un governo che ci scippava: invece si sono rivelati politici inutili, tutti, nessuno escluso; e con la loro inerzia non hanno minori responsabilità di Mastella da Ceppaloni.

In vista dell’imminente tornata elettorale faremo una massiccia campagna e opera di sensibilizzazione a vantaggio dello schieramento politico che – pubblicamene ed ufficialmente –  firmerà con il suo leader, un patto con Catanzaro. L’accordo, ovviamente, sarà finalizzato a restituire al Capoluogo calabrese e alla Calabria la scuola dei magistrati, un’opportunità di sviluppo, e soprattutto un avamposto di legalità indispensabile per la nostra Regione. Voteremo e inviteremo i calabresi a votare lo schieramento che – prima delle elezioni – darà segni concreti in tal senso ma non c’è dubbio che l’attuale maggioranza di centrosinistra ha tutti i numeri e le possibilità per ripristinare la sede catanzarese ben prima della tornata elettorale: sappiamo che il deputato dei comunisti italiani Fernando Pignataro sta pressando il ministro Scotti che appartiene al suo stesso partito; ebbene, chiediamo un pressing ben più massiccio e l’intercessione del segretario Diliberto, minacciando eventualmente la fuoriuscita dal partito. Se non accadrà nulla, allora vorrà dire che – ancora una volta – la politica è davvero quella casta che si autodifende senza dignità e senza tener conto degli interessi reali del Paese.

 

Associazione Culturale “Petrusinu ogni minestra”

Catanzaro

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Redazione

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