POLITICA – Udc su interventi idrogeologici da effettuare

riceviamo e pubblichiamo cnn@uscatanzaro.net

Spesso bastano poche ore di pioggia, anche se intensa ed eccezionale, perché il maltempo si tramuti in tragedia provocando vittime umane ed enormi danni. Sono di questi giorni gli eventi rovinosi e tragici in Piemonte e Val d’Aosta.
E’ successo due anni fa alla città di Vibo Valentia e al suo comprensorio dove si sono contati ben quattro morti e tanti feriti.
E’ successo nel mese di novembre 2004, quando fenomeni alluvionali, che per più giorni colpirono diversi comuni calabresi e soprattutto della provincia di Catanzaro, causarono tantissimi danni a strutture pubbliche e private.
L’elenco si protrarrebbe a lungo se volessimo ricordare gli eventi a ritroso negli anni; uno per tutti quello di “Soverato” con tante vittime umane e danni enormi su tantissimi territori.
Sono, però avvenimenti che hanno assunto ormai una preoccupante frequente ciclicità e che evidenziano sempre più la fragilità del territorio calabrese sotto il profilo idrogeologico.
A questo influisce certamente la particolare e delicata morfologia del territorio, ma anche il danno e l’incuria di cui, nel tempo, l’uomo si è reso colpevole.
La responsabilità maggiore, però, risiede nella sottovalutazione o nella leggerezza con cui le istituzioni hanno finora affrontato questa problematica.
Ci si fa carico solo, quando avviene qualcosa, magari di tragico, per tentare di rimediare ai danni, permanendo, però le cause di fondo che sono unicamente da ricercare nella mancata seria programmazione e nelle conseguenti azioni per risolvere o attenuare il degrado ambientale e il dissesto idrogeologico del territorio calabrese.
La Calabria è disseminata di fenomeni franosi e dissestanti, più o meno vasti, di innumerevoli corsi d’acqua piccoli e grandi, fossi di scolo cui raramente si presta la necessaria attenzione per attuare quegli interventi che eviterebbero il verificarsi di avvenimenti spesso fortemente dannosi e alcune volte anche mortali.
L’alibi e sempre lo stesso: “Non ci sono risorse finanziarie sufficienti”.
E’ una balla. E’ solo un problema di conoscenza reale del territorio, di presa di coscienza della fragilità e della debolezza geomorfologica dello stesso e quindi, di precisa volontà politico – istituzionale di stabilire priorità nell’uso delle risorse e di mettere in moto determinati meccanismi risolutori.
Se non si fa così, se non si opera una radicale inversione di rotta mirata appunto a mettere in atto appropriate terapie per ben “curare il malato”, non possiamo illuderci né colpevolmente illudere che il verificarsi di eventi, peraltro naturali, non produrranno, purtroppo, in futuro altre tragedie e sempre maggiori danni con conseguente enorme aggravio di risorse finanziarie.

E’ il solito principio della prevenzione che sempre si predica e mai o raramente si applica.

Vito Bordino

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento