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Potenza, il ritorno a Itaca di Pino Raffaele

Scritto da Emanuele Mongiardo

Tre anni nel mondo del calcio possono essere un’eternità, un’era geologica. In tre anni qualsiasi situazione si può capovolgere, e chi una volta era protagonista può ritrovarsi all’improvviso in una zona d’ombra. Tre anni fa Pino Raffaele era senza dubbio uno dei nomi più interessanti della Serie C. Un tecnico in rampa di lancio, capace di proiettare il Potenza ai piani alti della terza divisione. Raffaele aveva costruito una squadra fastidiosissima da affrontare, intensa in difesa e capace di ripartire con tanti uomini in pochi passaggi.

La preda preferita del Potenza 2019/20 era proprio il Catanzaro, all’epoca allenato da Auteri. Su tre gare, i giallorossi non erano mai usciti vincitori, con un senso di impotenza nei confronti di un avversario tanto roccioso. La partita più amara era stata quella dei playoff, in quella strana estate in cui bisognava recuperare i mesi persi per il covid: al “Viviani” il Potenza aveva controllato senza affanni un Catanzaro povero di idee ed era stato sufficiente un pareggio per 1-1 per passare il turno. Il cammino dei rossoblu si sarebbe fermato ai quarti di finale contro la Reggiana, poi vincitrice dei playoff: agli emiliani era bastato uno 0-0 per via della miglior classifica, con il capitano del Potenza França che aveva fallito il rigore della possibile qualificazione. Nonostante la sconfitta, Raffaele aveva ormai un’ottima fama e si era guadagnato la chiamata su una panchina prestigiosa come quella del Catania. La storia, purtroppo, non è andata come il tecnico siciliano avrebbe desiderato. Tre anni più tardi, dopo l’esonero di Catania e una fugace apparizione, sempre condita da esonero, da allenatore della Viterbese, Raffaele si ritrova al punto di partenza, la Basilicata.

La società lo ha scelto come soluzione di emergenza dopo un pessimo inizio di campionato, con soli nove punti in dieci partite. Per i leoni poteva prospettarsi una stagione d’apnea, ma Raffaele, confortato da un ambiente familiare, ha saputo ritrovare la retta via. Oggi il Potenza si trova a metà del guado, nella terra di mezzo tra playoff e playout, con una classifica cortissima. Con il nuovo tecnico non ha mai perso. Certo, in sei partite sono arrivate solo due vittorie (e sarebbero state tre se il giuglianese Gladestony non avesse pareggiato all’ultimo secondo domenica scorsa), ma Raffaele ha corretto le situazioni più critiche, ha ridato stabilità alla squadra e l’ha resa nuovamente competitiva.

Come gioca il Potenza
Per la rosa a disposizione, i lucani hanno tutte le potenzialità per affrontare una stagione tranquilla, magari in zona playoff. Rispetto allo scorso anno sono partiti il portiere Marcone, il centrale Cargnelutti e l’esterno Coccia. Tuttavia, la società ha saputo rinforzare l’organico con acquisti di alto livello come Laaribi e, soprattutto, Sasà Caturano, reduce dalla delusione dei playoff col Cesena e già capocannoniere della squadra con 7 gol.

Raffaele ha cercato innanzitutto di ridare solidità alla squadra. Dopo cinque gol subiti nelle prime due partite della nuova gestione (due rocamboleschi pareggi per 2-2 con la Virtus Francavilla e 3-3 con la Viterbese), il Potenza ha subito solo tre gol nelle cinque partite successive. La difesa a tre di Raffaele si regge su una linea arretrata meticolosa nel presidiare la propria area di rigore. Il leader del reparto è Girasole, che domenica mancherà per squalifica. Lui, Matino e Varrangia sono centrali corpulenti, capaci anche di uscire aggressivi sull’uomo se la squadra è corta.

La miglior versione del Potenza di Raffaele è una squadra capace di sporcare le partite attraverso il contatto fisico. Anche quando si sistemano più in basso, i Lucani portano pressione agli avversari per rendere scomode le ricezioni e provare a recuperare palla per ripartire. Le transizioni, infatti, sono l’arma migliore dei rossoblu. Dal punto di vista offensivo, si tratta di una squadra costruita in modo particolare. Il Potenza, infatti, è infarcito di ali capaci di saltare l’uomo, ottime, sulla carta, per un attacco a tre punte: Del Sole, Emmausso, Volpe, Di Grazia, sono tutti esterni brevilinei e abili nell’uno contro uno. Il 3-5-2 di Raffaele, però, sviluppa gli attacchi in maniera differente e impedisce di schierarli nella loro posizione preferita. Tra i nomi citati, Volpe gioca esterno a tutta fascia a sinistra, mentre Di Grazia accompagna Caturano nell’attacco a due. Volpe con le sue conduzioni e i suoi dribbling è uno dei principali fuochi creativi del Potenza. Come piace a Raffaele, la squadra ha imparato ad attaccare con i cross da esterno a esterno, spesso proprio da Volpe in direzione del quinto opposto Gyamfi.

Per il resto, l’attacco gira intorno a Caturano, che si sta ritagliando un ruolo simile a quello che Raffaele aveva costruito per Jacopo Murano tre anni fa. Caturano sfrutta i suoi centimetri per abbassarsi, farsi dare palla e attivare i compagni intorno a sé. In area, poi, fa sentire tutta la sua esperienza e il suo fiuto del gol: da quando c’è il nuovo allenatore ha segnato cinque reti in otto partite. Insomma, il Potenza è una squadra con certezze rinnovate, che ha armi per colpire anche avversari di livello più alto, come hanno imparato Crotone e Monopoli. Riuscirà il Catanzaro ad infliggere la prima sconfitta alla gestione Raffaele?

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Emanuele Mongiardo

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